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DIVIETO DI PHEEGA
Primavera! PHEEGA! SBORROH!!!
Questo almeno sembrava suggerire il calendario: incombeva il ponte del primo maggio, con relativi sciami di giovani fanciulle urlanti che migrano verso il mare ed il sole, rendendo il mondo un unico grande troiaio... E noi? Come ci saremmo confrontati con tale e tanto spettacolo?

"Tutti da me in montagna! - disse GRUMO - Ci sono tre concerti consecutivi in un paese vicino: Elio, Nomadi e Davide Van De Sfroos!!!"

La prima cosa che misi bene in chiaro fu che Elio soka, ero già andato in overdose nel 2005. Al contrario, mi attirava parecchio l'idea di vedere Davide Van De Sfroos dal vivo: scriveva ottime canzoni, non se lo inculava nessuno e, soprattutto, mi avrebbe fatto raccogliere una miniera di pacchi creativi!
Ed infatti...

"È lontano ed i concerti koooooostano!" (Kompagno Gillette).
"Mi alzo alle cinque sborroh!" (Favone Grassone).
"Piuttosto vado a CAVALLO!" (Grip).
"Vado a fare il SUB ad ANDORA! Vieni anche tu!" (Joco).

Ero già pronto a mandare Grumo affankulo, quando squillò il telefono.
Perseverai nell'errore: risposi.
"Andiamo a casa di Grumo in montagna? - disse Francy - Ho letto che c'è Elio e poi qualcun altro! Dai!!!"
SI PARTE!
Lasciai casaMarok all'alba, mezzogiorno, armato di un sacco a pelo, due maglioni, l'ombrello che aveva fatto la Bretagna ed il mio fedele walkman con gli mp3 di "qualcun altro" da riascoltare in treno.

"Si parte da BERGAMO, non da MILANO! - aveva detto Grumo - Andiamo con la macchina di Klàpač, che parte da Bergamo!"
"Uhm... tu da dove parti?"
"Milano Centrale, perché?"
"Fiko. Francy arriva da Perugia, dove cambia col treno?"
"Penso a Milano..."
"Perfetto. Ed io pure. Quindi dov'è l'appuntamento?"
"BERGAMO!!!"

Ci trovammo a MILANO poco dopo le due. La dilatazione temporale dovuta a Francy questa volta era trascurabile, un solo quarto d'ora, ed il Milano-Bergamo accettò di essere preso per un pelo. Però femminile. Sborroh!

FrancyFrancy ed io avevamo passato la notte al telefono a sognare la vita di Grumo nel suo paese di montagna. Di sicuro ci doveva essere una nuvola nera perenne sopra il tetto di casa, pronta ad alluvionare la valle non appena Grumo avesse pensato alla possibilità di mettere piede fuori dal portone. Di sicuro non ci dovevano essere discoteche nè birrerie nè locali notturni di qualunque tipo nel raggio di dieci chilometri, per non indurre Grumo in tentazione. Di sicuro non ci doveva essere in tutto il paese alcun individuo di età inferiore ai quarant'anni o, se c'era, non cagava Grumo. Non arrivammo nemmeno ad elaborare il capitolo pheega.

In treno fu Grumo stesso a parlarci delle sue estati ad alta quota, rivelandoci una verità completamente differente: da una ventina d'anni passava ogni agosto nel suo paese di montagna ma la sera non usciva con nessuno. Passava l'estate a casa con i genitori, perlopiù leggendo libri. Di notte non sapeva se c'era vita, perché dormiva. Non arrivò nemmeno ad elaborare il capitolo pheega.

Arrivammo alla stazione di Bergamo in stato confusionale, ma l'entusiasmo di Klàpač ci riportò ben presto il sorriso: "DAIIIIII, POTAAAAAA, SI PAAAAAARTEEEE!!!"
Non c'era un cazzo da dire: eravamo a Bergamo e, per una volta, quelli che parlavano strano eravamo noi. PiombinoKastrox.
ON THE ROAD WITH Klàpač
Chilometro dopo chilometro, le condizioni meteo subivano un degrado di andamento esponenziale: si erano accorti che Grumo era uscito di casa. Per fortuna la macchina di KlàpačKlàpač non era decappottabile, altrimenti si sarebbe scatenato il sequel di Twister.

L'unica a non sembrare turbata dal maltempo però era proprio Klàpač. Era una creatura strana, dotata di una carica di euforia perenne, terribilmente contagiosa e del tutto immotivata, soprattutto se si considera che aveva di fronte a sè tre giorni e tre notti con me e GRUMO.

Del resto, la giovane Klàpač si era aggregata ai nostri viaggi da oltre un anno, ma per molti versi era ancora un universo da scoprire. L'unica volta che avevo fatto con lei un discorso completo, affrontando uno alla volta i temi principali della vita quali alcool, fumo e pheega, mi aveva detto che non beve, non fuma e non è bisessuale... ed aveva parlato per mezz'ora senza dire neanche una parolaccia!
Ora, posso capire astemia, posso capire non drogata, al limite posso persino capire monosessuale... ma KAAAAAAAAASTROX!!! Se in tre giorni non fossimo riusciti a condurre Klàpač sulla retta via di un sano e doveroso turpiloquio, sarebbe stato il più grande fallimento di tutta la nostra vita.
MARESSO DI MISSAGLIA, CHI ERA COSTUI?
Il concerto di Elio era in un paesino di campagna chiamato Maresso di Missaglia, uno dei classici posti con l'incrocio la casa la chiesa la croce che se uno ci nasce diventa suicida, autistico o serial killer.

Il luogo designato era però un grande tendone, ancorato a terra con delle Teatro stabilebottiglie di aranciata.
Difficile dire se un rimedio tanto artigianale avrebbe saputo frenare il potere di Grumo, ma di certo nulla poté contro l'handicap di Klàpač che, avvistato il tastierista Jantoman, suonò il clacson ed urlò: "UOMOOOOOOOOOOO!!!"
Jantoman si voltò, si rese conto del pericolo, improvvisò con la mano un cenno misterioso e poi fuggì sul palco, ancora vuoto.

Per spregio, abbandonammo la Klàpačmobile nel parcheggio artisti e ci fiondammo nel tendone a perturbare la quiete di un soundcheck inesistente, finché un signore alto e grosso venne da Klàpač e, con una lunga perifrasi, le suggerì gentilmente di spostare la sua autovettura del cazzo e poi, eventualmente, andare affankulo.
Klàpač annuì, corse in macchina, mise in moto, fece pochi metri e l'abbandonò ad un soffio da dov'era prima: sempre nel parcheggio artisti, però dietro la curva. Eravamo fieri di lei.

Ormai eravamo ufficialmente artisti, perciò fu obbligatoria la tappa al cesso. E fu proprio là che incontrammo la giovane AndysbellAndysbell che ci salutò e ci pose la fatidica domanda: "Oh ma voi come avete fatto per i biglietti? Io non li ho trovati!"
Queste Fave... bisogna sempre insegnargli tutto.

Entrammo sotto il tendone con i pass di Alan Magnetti e ci svaccammo in prima fila.
Gli Elii stavano lentamente penetrando nella verginità del palco, si intravedevano le loro ombre parlottare dietro le quinte: era il momento di giocare la carta della pheega, Francy partì e, pochi minuti dopo, ritornò con CINQUE accrediti!!!
SBORROH!!!

"Oh, per noi bastano ma... quando arrivano gli altri? - chiese - Che facciamo?"
"Semplice - risposi - ce ne fottiamo e li mandiamo affankulo!"

Fu allora che alle mie spalle bussò la piccola Cate, con mamma papà e fratellino.
"...comunque i biglietti ce li abbiamo già!" disse.
Il dottor Marok risolve.
SPUMA DA 100
Visto che il soundcheck tardava, si decise per il cazzeggio. D'obbligo una veloce ispezione per le vie del paese, che ci rivelò che il locale più trasgressivo di Maresso di Missaglia era un bar da pensionati in cui eravamo gli unici under 60.
Perfetto.

"Vado un attimo in bagno!" disse Francy.
Le dicemmo addio e ci mettemmo comodi al tavolino degli sfigati.

"Allora, prendiamo un po' di vodka alla pesca? - chiesi a Klàpač - O preferisci rhum e menta?"
"Fankuloooooooooooo! - rispose - Io prendo la SPUMASPUMA!!!"

La SPUMA.
Tanti anni che ascoltavo Elio e le Storie Tese e non avevo mai capito che cazzo fosse la spuma...

"Anch'io SPUMA!!!" urlai, impaziente.
Ero sopravvissuto al Mazzantini, potevo dimenticare la paura!

La "spuma" era un liquido marrone scuro, gassato, dolce ed analcoolico, con un vago sapore di chinotto.
Cercando su Internet, avrei scoperto che "spuma" altro non è se non un termine dialettale usato in alcune zone di Italia (peraltro non contigue tra loro) per identificare sottomarche di bevande normali. A seconda dell'area geografica, la "spuma" assume forma di quasi chinotto e/o quasi gazzosa e/o quasi ginger e/o quasi aranciata. Quest'ultima è nota come "spuma bionda" ed è una bevanda dolce particolarmente popolare in Toscana.
Assieme al "masticante", al "cocomero" ed alla "schiacciata", la "spuma" rimarrà uno dei misteri insoluti del dizionario alimentare.
I PRODIGI DI Klàpač
Sulla via del ritorno, Klàpač ci parlò del suo ultimo acquisto, una macchina foto digitale: "Maroooooook! Finalmente l'ho comprata!!! Voglio anch'io fare foto ai concerti come le vostre!!! Potaaaaaaa!!!"

Qualche tempo prima, Klàpač aveva chiesto a me e Grumo un consiglio per le foto ai concerti. Voleva una macchina tascabile e non voleva spendere molto, così le avevamo detto di non badare alla marca od al modello ma di controllare solo che si potessero regolare i tempi a mano.
"Come compatta ho una Canon Powershot, la A80! - le dissi - Ma fottitene... controlla solo che abbia i comandi manuali!"

E adesso, finalmente, Klàpač esibiva la sua nuova creatura: UNA CANON POWERSHOT SENZA COMANDI MANUALI!!!
L'UNICA, la A430, che non sapevo nemmeno esistesse!!!
Fantastico...

"Bene, sono fiero di te! - le dissi - Dai, andiamo a provarla!"
Trova il maniaco! "Alèèèèèèèèèèèèèè!!!"

Non facemmo in tempo a ritornare sotto il palco che arrivarono i signori grossi a dirci che dovevamo andare fuori dai coglioni perché Fave = Fankulo.

Ritornammo alla base dopo un'allegra mezz'ora passata in compagnia d'un paio di menti elette per le quali fu necessario un corso accelerato di accrediti for dummies, ma erano solo dettagli: l'essenziale era ritrovarsi come sempre in prima fila, vicino alla PHEEGA! SBORROH.
RAPPORTI UMANI
Col passare del tempo, il tendone si popolò di bizzarre entità e caratteri speciali: era in arrivo il presidente @Cops, per la prima volta libero da impegni ufficiali. Assieme a lui Pubblico rock@ATMB, @Don Diego, Uollano ed un personaggio misterioso che gli altri mi presentarono, trionfanti, con la frase: "MAROK! QUESTO È PIECEIGHT!!!"

Dire che non avevo la più pallida idea di chi cazzo fosse Pieceight pareva brutto, così portai avanti una brillante conversazione con frasi pregne di significato, del calibro di: "Cosa fai adesso?" "Hai più visto... cohf cohf!" "Minchia, ti ricordi?" e, soprattutto: "Eeeeh..."
Il pubblico rock apprezzò.
Erano passati due anni dal primo cd brulé, ma eravamo ancora i soliti coglioni.

Bisogna anche dire che, in due anni di brulé, le uniche Fave ad aver masterizzato il proprio seme nella storia eravamo io (a Bardonecchia), Piombino (ovunque) e Don Diego, a cui gli Elii avevano fatto gli auguri al concerto di Gonzaga.
Fu allora che mi venne l'illuminazione: "Grumo, ma te non fai gli anni dopodomani?"
"Sì, e allora?"
"Se caghiamo il cazzo, magari ti fanno gli auguri dal palco!"
"Guarda che il compleanno non è mica oggi!"
"Va be'... che cazzo cambia, è dopodomani..."
"NON LI VOGLIO GLI AUGURI IL GIORNO SBAGLIATO! FANKULO!!!"
Francy ed io ci scambiammo un cenno d'intesa... sarebbe stata una bella serata!
MUSICA!
Il festival era organizzato da A FORÇA DA PARTILHA, un'associazione dedita all'infanzia abbandonata in Brasile. Così almeno ci disse don Marco, presentatore della serata.
Nascerà mai un'associazione che si occuperà delle Fave? Oppure fankulo, visto che tanto non si possono riprodurre?
Mi sarebbe rimasto il dubbio per tutta la vita, ma intanto... concerto fu!

Le prime note spettarono ai Ladri di carrozzelleLadri di carrozzelle, gruppo di giovani musicisti che una sorte mignotta aveva condannato ad una immobilità forzata.
La cantante, Anna, aveva una splendida voce ed anche i pezzi non erano affatto male. Bravi tutti!

L'incremento demografico del pubblico rock, intanto, cresceva con andamento regolare.
Spesso si parla male delle nuove generazioni ed i giovani vengono dipinti come viziati, drogati, privi di disciplina e rispetto. Ed invece tutti, ma proprio tutti, si erano scrupolosamente attenuti al Divieto di pheegaDIVIETO DI PHEEGA che, a quanto pare, era affisso all'ingresso: dietro di noi non si vedeva NEANCHE UN ESEMPLARE DI SESSO FEMMINILE, neanche uno a pagarlo oro! Solo MAAAAAASKI! Peggio che ad informatica.
Tutto normale... eravamo nel regno di Grumo.

Il concerto, in compenso, era quello di Capodanno: prima CASSONETTO e poi skaletta qualità ORO, alias SOKA. Un'istigazione al suicidio. PiombinoKastrox.

Fiore all'occhiello dello show, le variegate prese per il culo ad un personaggio chiamato Mondo Marcio, un rapper Il batterista Bobo inutile e fastidiosissimo che, a quanto pare, si stava affermando come il nuovo idolo delle folle.
E dire che, se non fosse stato per quel cazzo di Valzer Transgenico, Mondo Marcio mi sarebbe rimasto ignoto... stimo molto gli Elii per questo. Prima o poi ricambierò con l'ascolto forzato del nuovo cd di Ivan Piombino.

Comunque, se la scaletta qualità soka comportava quel delizioso retrogusto di indumento stagionato che tanto piace ai giovani, nel gruppo si respirava una fresca brezza di nuovo, asciutto e pulito. Merito senza dubbio del nuovo tastierista: non più Rocco Tanica, non più Calimero ma KepleroKEPLERO, splendido quarantanovenne amante della seppia!

"Un applauso per il nuovo tastierista KEPLERO!!!" urlò Elio.
"DEL PIERO!!! DEL PIERO!!! DEL PIERO!!!" gli fece eco la folla in tumulto.
Quando il rock incontra la cultura.

Il genio, l'eccentricità e le congetture di DEL PIERO furono una rivoluzione, ma solo tra DISCOMUSIC e CARA TI AMO accadde il miracolo: Elio, dal palco, fece DAVVERO gli auguri di compleanno a GRUMO!!!
Ogni rapporto con la presenza di Francy fu assolutamente casuale.

Anche la piccola Cate però seppe dare quel tocco di poesia alla serata: "Mi fai tante foto a Faso? - implorò - E poi mi mandi i sorgenti? Daiiiii!"
"E tu cosa farai per me?"
"Farò la DOCCIA VESTITA e mi potrai FILMARE!"
"Ok, affare fatto!"
Una minorenne bagnata fa sempre audience.

E va be', la fase brulé intanto si concluse nell'unico modo possibile, cioè con l'elezione di VitelloMangoni a presidente del senato.
Non male ma, potendo scegliere, voterei per Daiconan insegnante di informatica.

A quel punto, gli Elii ci salutarono nascondendosi dietro le quinte, ma furono richiamati quasi subito da un formidabile quanto commovente "FORZA PANINO" ASINCRONO, portato avanti da due emisferi disgiunti del pubblico rock, dissociati come le dita di MorLaiSt ed il cervello di Ivan Piombino.

Solo quando tutto già sembrava scritto ed era FAVE=FANKULO, gli Elii seppero ancora stupirci: VALZER TRANSGENICO!
Finalmente un inedito!!!
Ovviamente fuori dal cd brulé.
PiombinoKastrox.


Ol tugheder

BACKSTAGE
Finito il backstage, Grumo si precipitò a comprare il cd brulé: Fave = Fankulo! "Mi hanno fatto gli auguri di compleanno, figata!"
"Ma ti ricordo che il tuo compleanno è il 30, mica oggi... - obiettai - non ti fa schifo?"
"Fankulo!"

Dopo un'interminabile coda, l'autistico Grumo corse da noi esibendo, vittorioso, l'oggetto del suo trionfo.
"Ce l'ho fatta!" disse, uscendo allo scoperto.
Ed iniziò a piovere.

Non una pioggerellina timida e rinfrescante, ma una vera e propria punizione divina, degna delle sette piaghe d'Egitto.

Il terreno divenne presto pantano ed il vento iniziò ad attentare alle ancore d'aranciata, scuotendo il tendone in modo pauroso, finché non ci rifugiammo sotto il porticato di una casa vicina.
A quel punto non avrei scommesso neanche un libro di Ivan Piombino sulla possibilità di fare backstage... ed invece, quando meno te l'aspetti, trac! Al placarsi delle acque, furono gli Elii che ci vennero incontro, offrendoci addirittura da Il mondo beve la nostra birrabere!!! Ai confini della realtà...

Fu allora che Uollano chiese a Christian Meyer di autografargli il suo brulé 404 come "disc not found".
Nessuna pheega capì.
Per fortuna.

In compenso, qualche genio aveva chiuso il cancello del parcheggio, con la nostra macchina dentro!!!
Andammo a cercare quelli grossi per chiedere lumi, ma furono loro a trovare noi.

"Che cazzo ci fate voi qua? - dissero - FUORI!"
"Ma... noi..."
"FUORI!!! SUBITOOOOOO!!!"
"...abbiamo la macchina di là... oltre il cancello..."
"CHE??? E COME CAZZO AVETE FATTO A METTERCELA???"

I buttafuori intervennero in massa, disperdendo il gregge di Fave con l'uso di armi non convenzionali quali macumbe in dialetto laghée e foto di Gigi d'Alessio che balla la salsa, ma nell'aria aleggiò un'ultima promessa: "Oh, troviamoci subito fuori dal cancello, che ci facciamo una birra assieme!"

Fu l'ultimo fankulo, prima che la convoluzione dell'orbe terracqueo risucchiasse i nostri giovani corpi in un unico fangoso e viscido vortice di piacere: tutto era pronto, il dado era tratto, era tempo di migrare a casa GRUMO!
CASA GRUMO
Una volta in macchina, l'autistico Grumo ci rivelò che, pochi giorni prima, si era fatto ACCOMPAGNARE DAI GENITORI fino a Valbrona per IMPARARE A MEMORIA tutta la strada e poi aveva passato l'intera settimana a RIPASSARE LA CARTINA. Il brillante risultato fu che arrivammo a destinazione verso le TRE DI NOTTE, dopo aver girato in tondo per tutte le strade di montagna della Lombardia. Però in macchina c'era pheega, quindi sborroh.

Per giorni avevamo pregustato il momento in cui saremmo entrati in casa Grumo, dipingendo nella nostra mente la scena di una discesa in una grotta dominata da teschi ed avvoltoi. Invece ci ritrovammo al primo piano di un normalissimo condominio anni 70, una delle tipiche seconde case tranquille ed un po' isolate in cui si va per un solo scopo: trombare.
E ci abitava GRUMO.

A dire il vero, non eravamo soli: la porta del garage era ostruita da un'altra macchina, parcheggiata alla cazzo di cane davanti al cancello.
Un parcheggio così l'avrebbe potuto fare solo una pheega.
Però eravamo a casa di Grumo quindi non ci poteva essere pheega, perché GRUMO + PHEEGA = GRUMO.
Come risolvere il paradosso?

Ci avremmo pensato un altro giorno... ora c'era un lettone grande, pronto ad accogliere me, Francy e Klàpač, ed un lettino, pronto ad accogliere GRUMO.
Per fare le cose per bene, avrei dovuto aspettare le cinque per mandare l'sms di "buongiorno!" al Favone Grassone, ma gli altri si stavano già addormentando... che fare?
"La vita è una questione di priorità!" pensai, prima di tuffarmi vicino alla pheega, spegnere la luce e pronunciare l'ultimo, sacrosanto, inevitabile vaffankulo.