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-----Messaggio originale-----
Da: Marok
A: Handicap@wc.net
Data: mercoledì 27 febbraio 2002 22.49
Oggetto: Avanti Savoia!



Amici ma soprattutto amiche del giovane MaRoK,
due giorni fa, lunedì 25 febbraio dell'Anno del Signore 2002, io non ero in chat.
Lo confesso... è vero... ma perché?
Be', è successo che alla pizzeria "La Vecchia Europa" di corso Potenza, a Torino, ha avuto luogo un evento a dir poco sconvolgente: SI SONO RIUNITE LE MATRICOLE 93!
Ed ecco le prove:
www.marok.org/Arte/Foto/Pizza02/

Che dire, è stato meraviglioso vedere che TUTTI sono rimasti ancora HANDICAPPATI come nel primo giorno di scuola... che Mandingo dice ancora "TI SEEEEGA"... che Nichel è ancora deficieeeeente... che i forni alle due di notte sono ancora aperti... e che un cannolo può anche CADERE PER TERRA, essere PRESO A CALCI, CALPESTATO e SPUTATO, ma se uno lo offre a GRIP lui lo mangia lo stesso!
www.marok.org/Arte/Foto/Pizza02/piz0219.jpg

Ed è anche bello sapere che nessuno, dopo tanti anni, ha ancora fretta di andare a casa... perché il richiamo del cazzeggio vince! Sempre!!!

E adesso, però, mi dovete scusare... ma devo fare un favore ad un amico.
Si chiama Vittorio, come il corso, ma abita lontano... e la cosa lo turba tantissimo.
Ho cercato di spiegargli che non è così grave, che tanto lo passa a prendere Joco quando finisce la macchina e quando ha mollato a casa Minitony dopo il lavoro... ma lui, niente, vuole cambiare casa, quartiere, città, nazione... insomma, vuole venire in Italia!
Strana persona.
E va be'... vi lascio alle sue parole... aiutatelo!


***


Care Eccellentissime Maestà i Cittadini Italiani!

Consentitemi di rivolgermi a voi come si conviene ai sovrani.

In sessanta lunghi anni d'esilio ho imparato che in una Repubblica è sovrano il popolo,
e sessant'anni per imparare un concetto elementare non sono troppi per un Savoia.
L'unica frase di senso compiuto che mio figlio Emanuele Filiberto sa dire è "Forza Juve",
e per fargliela imparare ho dovuto mandarlo ad Harvard.

Ho già inviato agli italiani una lettera come questa, quattro anni fa,
attraverso un settimanale che si chiamava Cuore.
Vi chiederete perché questa volta abbia deciso di comunicare con voi per mezzo di Internet.
E' che mi hanno detto che così il mio messaggio vi arriverà in tempo reale,
il più consono al mio rango.
A dire il vero avrei preferito in tempo imperiale, ma pazienza.

In fondo oggi l'unico vero imperatore, cui tutto il mondo si inchina, è il computer.
Ormai lo so perfino io, e infatti sto cercando di combinare un matrimonio dinastico
fra mio figlio e un I-Mac.
Purtroppo lui rifiuta di unirsi a un essere senz'anima. Lo capisco, povero I-Mac.

Ma torniamo a noi.
Sono certo che l'abrogazione della disposizione
che vieta ai rappresentanti maschi della mia dinastia il rentro in Italia
creerà un clima sereno e civile nel Paese.
Magari non nel vostro, ma nel paese svizzero dove io risiedo sì:
come ha dichiarato commosso il sindaco,
sarebbe ora che mi levassi dai coglioni.
Oltretutto ho saputo che in Italia è iniziata la ripresa,
quindi è giusto che vi riprendiate anche noi Savoia.

Emanuele Filiberto non vede l'ora di ammirare le bellezze artistiche
di cui gli ho sempre parlato:
la Torre pendente di Venezia, la Pietà di Raffaello e i Faraglioni di Bolzano.
Anche mia moglie Marina non sta più nella pelle,
ma dopo l'ultimo lifting alle guance le succede sempre.

Dall'Italia ho già ricevuto calde testimonianze di affetto.

Il circolo "Bakunin" di Bagnacavallo mi ha inviato un sacco di letame,
trasparente metafora della missione fecondatrice, anzi fertilizzante, dei Savoia.

Un anziano fan veneto mi ha telefonato chiamandomi "mona",
di certo una sbarazzina abbreviazione dialettale di "monarca".
L'ho ringraziato, dicendogli che io per nascita potrei essere mona,
ma i veri mona erano mio padre e mio nonno.

So che alcuni di voi, cari amici di Clarence, nutrono obsolete prevenzioni
nei confronti della mia schiatta, istillate da una storiografia partigiana e antipatriottica.
Permettetemi di ristabilire la verità.

I Savoia erano ammirati in tutta Europa, specie negli zoo.
Come dimenticare Vittorio Emanuele II, il cui profilo colpì insigni uomini di cultura,
da Darwin a Lombroso?

E che dire di Umberto I, che nel 1898 permise a Bava Beccaris
di cannoneggiare gli operai, determinando il primo vero boom dell'occupazione?

Per non parlare di Vittorio Emanuele III, il re che non piegò mai la testa
davanti a Mussolini: si stese direttamente.
Su di lui pesa l'accusa di aver firmato nel 1938 le leggi antisemite. Menzogna!
Nel 1938 Vittorio Emanuele III non aveva ancora imparato a fare la sua firma.
E non sapeva nemmeno cosa fosse, l'antisemitismo.
Era convinto che si trattasse di una tecnica di impollinazione delle begonie,
e infatti si stupì che per una questione di giardinaggio
si dovesse cacciare della gente dalle scuole e dai pubblici uffici.
Mio nonno, lo ripeto, non aveva nulla contro i semiti.
Aveva pregiudizi solo contro gli ebrei, i giudei e gli israeliti (tra parentesi,
faccio notare che questi ebrei hanno un po' troppi pseudonimi per essere
un popolo veramente per bene).

E non basta.
Artefice dello Stato unitario, la mia stirpe ha sempre nutrito
una grande passione per il Meridione:
nel '43 scappammo a Brindisi, mica a Milano.
E io stesso ho imbracciato il fucile contro un tedesco.
Vabbè, era il '75 e si trattava di un inerme turista,
ma è il pensiero quello che conta.

L'esilio mi ha visto emigrare in Svizzera, come tanti poveri italiani.
Con le valigie di cartone (certe cartone da centomila)
e un solo cambio di Rolex
ho sopportato le asprezze della vita dell'emigrante:
vivere in tre pigiati in un castello,
servitù scadente, e soprattutto, umiliazione cocente per un aristocratico,
il dramma del lavoro.
Tutti volevano darmene uno.

Mi sono adattato a vendere elicotteri,
per tener fede alla vocazione dei Savoia:
quella di far girare le pale a chiunque.

Ma l'Italia era il mio unico pensiero,
anche perché nella testa di un Savoia due pensieri ci stanno stretti.

Grazie all'intervento della Corte Europea dei Diritti dell'Uomo,
presto potrò tornare in Italia come un libero cittadino.

Quando mia moglie Marina lo ha saputo è rimasta a bocca aperta,
ma dopo l'ultimo intervento estetico alle labbra le succede sempre.

Mi auguro che il presidente Ciampi voglia discutere con me alcune questioncelle:
il mio appannaggio, il tiro a sei per lo shopping in centro,
le cinquanta vergini addette alla mia persona,
e soprattutto il giorno in cui lui sloggerà dal Quirinale,
visto che è sempre stata la residenza della mia famiglia.
Mi farebbe comodo fra aprile e maggio,
perché mi scade il contratto del castello in Svizzera.

Inoltre pretendo che mio figlio recuperi il suo titolo di Principe di Napoli,
usurpatogli, sento dire, da un certo Antonio De Curtis.

I malfidati vogliono obbligarmi a giurare fedeltà alla Repubblica Italiana.
Sappiano che non ho alcuna intenzione di giurare fedeltà
a una cinquantacinquenne che casca da tutte le parti,
ho già mia moglie Marina e mi basta.

E poi, chissà.
Un giorno potrei tornare sul trono.
Il mio bisavolo fu il Re Galantuomo,
il mio bisnonno il Re Buono,
il mio nonno il Re Soldato.

Io sarò il Re Staurato.
O il Re Litto.
O il Re Pellente.
O magari in onore del mio passatempo preferito, il Re Volver.
Vedremo.

Nel frattempo non mi dispiacerebbe un incarico in politica.
Magari al Ministero della Solidarietà Sociale,
per alleviare le sofferenze dei miei simili.

Mi occuperei del dramma dei senzacasata,
dei Borboni costretti a dormire sulle panchine,
degli anziani malati di Gotha e privi delle cure dei Medici,
della mancanza fra i giovani di sani prìncipi,
dell'estinzione dei Delfini.

Accoglietemi fra voi in pace, amici di Clarence.
Abbiate fiducia e, grazie al mio crisma regale,
vi farò tutti duchi, baroni, marchesi e conti.

Anzi, no. I conti li farete voi.
Con me.

Dopotutto voi italiani siete sempre quei brutti cattivoni
che hanno fatto piangere mio nonno, mio papà e lo zio Benito,
ecco ecco ecco.

Vostro
Vittorio Emanuele di Savoia.

PS. Noterete la scioltezza del mio stile.
Sì, mi servo di un italiano impeccabile.
Si chiama Gustavo, ed è il mio maggiordomo.

Tratto da:
www.clarence.com/contents/cultura-spettacolo/speciali/000316savoia/savoia.html

(tnx Joco)

Alla prossima!

MaRoK
www.marok.org





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