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11/3/1996 - Gita al cinema porno: il CAZZO del BUE!

Martedì 20 febbraio 1996: LE PREMESSE
Quel martedì mi alzai come sempre all'alba, mezzogiorno... ma fu tutto inutile: il continuum spaziotemporale partì per Naja e mi lasciò, senza addurre motivazioni plausibili.

In altre parole, Elio e le Storie Tese andarono a Sanremo, parteciparono regolarmente al festival, non si fecero cacciare, né fecero scoppiare risse, né tantomeno si fecero beffe di Pippo Baudo, della RAI, di Berluskoni o chicchessia... e rimasero là per tutta la settimana!

Per la quarta volta dall'inizio dell'inverno, in quei giorni si mise a nevicare.
E "La terra dei cachi", l'unica cagata in una splendida, brillante e luminosa carriera, conquistò il secondo posto.
ELIO E LE STORIE TESE
LA TERRA DEI CACHI
(live in SANREMO 1996)




Download: mp4 (142M)
Domenica 25 febbraio: EFFETTI COLLATERALI
Quella domenica mi alzai come sempre all'alba, mezzogiorno... ed il nome di Elio era sulla bocca di tutti! E metà della gente ne diceva un gran bene... peccato fosse la metà sbagliata.

Vecchie zie, pecore bianche della famiglia e distinti conoscenti, che da buoni borghesi avevano sempre coerentemente schifato Elio e le Storie Tese, mi telefonarono per dirmi: "Mai sai che non sono poi così male? Li abbiamo visti a Buona Domenica! Non dicono più le parolacce! E tu? Quand'è che metti la testa a posto? E ti tagli quella barba! E t'infili quelle camicie nelle brache... guarda che non hai più sedici anni! E ti trovi un LAVORO? E vai a vivere per conto tuo? E ti sposi? Eh? È ora che tu ti faccia una famiglia! Una casa, una moglie, dei figli... guarda che il tempo passa..."

Per par condicio, tutti gli altri mi prendevano per il culo.

"AHAHAH! ITALIA SÌ, ITALIA NO! MA VAFFANKULO!"

Per una volta, il più indulgente era il giovane Attila Tafazzi styleAttila, perché in fondo anche Vasco era andato a Sanremo... anche se era 13 anni fa e quindi non se lo poteva ricordare nessuno.
Il più severo era Spud: "Minchia, Ligabue 'ste cagate non le ha mai fatte e non le farà mai... vaffankulo!".
Solo Niger stava zitto, perché era muto e perché l'ultimo disco dei Litfiba faceva CAGARE.

"Va be', soooka! - rispondevo - Avranno avuto bisogno di soldi, minchia! Pure noi, per farci mantenere a fare un cazzo, sorridiamo a gente che ci sta sulle palle... e comunque non era una canzone di Sanremo, ma era una PRESA PER IL CULO delle canzoni di Sanremo! Capito?"

Il primo a non crederci, naturalmente, ero io... poi venivano tutti gli altri, senza eccezioni!
Il vero spregio della giornata però fu la telefonata di Beat.

"Senti, mi fai una cassetta di Elio?"
"ELIO??? Ma Beat... ti ha sempre fatto cagare!"
"E anche adesso non è che... comunque, da quanto serve?"
"La cassetta? Come la vuoi! 60, 90..."
"Miseria, quanti album hanno fatto?"
"Eh??? Di album tre, ma ci sono i singoli, gli inediti e..."
"Allora fammela da 46!"
"Ma sei sicuro? Guarda che, per mettere un po' di robe belle..."
"Belle? Insomma..."
"OH, VAFFANKULO! SEI TE CHE ME LA CHIEDI!!!"
"Mh... a me interessa che non ci siano parolacce!"
"CHE COSA???"
"Sì, mi dà fastidio!"
"Beat... è ELIO! È un po' difficile..."
"Va be', tu metti quelle che ce n'è di meno!"
"..."
"E poi volevo che mi mettessi i... questa qui, della Terra dei Cachi..."
"Sigh..."
"E poi, boh, fa tu... ma, mi raccomando, niente parolacce!"


Veniva voglia di sparare al telefono, allo stereo e al televisore... oppure, semplicemente, a Beat.
Lunedì 26 febbraio 1996: LA RICOMPENSA
Quel lunedì mi alzai come sempre all'alba, mezzogiorno, però era un momento speciale: come ogni anno a fine febbraio, l'hardware si era dimezzato di prezzo ed un Pentium 75 costava quanto un 486 lo scorso Capodanno! Era l'occasione ideale per cambiare PC!!!
Ed io ero al verde più completo.

E va be', per fortuna c'era chi stava PEGGIO: JocoJoco aspettava ancora un nuovo Amiga... ed erano DUE ANNI che la Commodore era fallita!
Però ebbe l'idea geniale: si fece comprare un MOTORINO.

"Ohu! Vi ricordate che ci mettevo un'ora ad arrivare a scuola? Adesso venti minuti! Fankulo!"

No, non sarebbe sopravvissuto.
Ci piace ricordarlo così.

Col nuovo semestre, intanto, Mandingo era definitivamente impazzito: non solo si stava spaccando il culo a studiare Analisi2, perché io l'avevo passata e lui no, ma iniziò a seguire un corso del terzo anno, TAC, nonostante non avesse finito nemmeno gli esami del PRIMO!
E TUTTO per poter dire: "Io sto seguendo TAC e tu no!".
Quando e come pensasse di segnare il voto, sarebbe rimasto un mistero.

Il secondo semestre produsse anche un altro effetto collaterale: finalmente incontrai Attila e Lyde: non hanno ancora bevutoLyde ad Informatica!

"Marok!!! Finalmente ti becco a scuola, cazzone! Hai visto ELIO?"
"Eh... fankulo! Piuttosto, ti hanno messo lezione al pomeriggio? Era ora!"
"Minchia, VAFFANKULO! Sai qual è il mio orario? 9-11, 14-16, 18-20! Cioè, per seguire in tutto SEI ORE, devo stare a scuola dalle 9 del mattino alle 8 di sera!!!
"

Non avevo mai visto nessuno SFIGATO come Lyde... nemmeno ad Informatica!

"Va be'... alle otto esci e vieni al cinema!"
"Quasi quasi... che giorno andate?"
"Tutti i lunedì, costa un cazzo!"
"Però così ti perdi !"
"Ma sooooka, fai informatica e non sei capace a programmare un videoregistratore?"
"Minchia, Marok, sei troppo il Nonno Multimediale! Comunque sì, dai, il prossimo lunedì ci sono! Minchia, troppo YES!!!"


Ok, era ufficiale: i lunedì al cinema sarebbero diventati una catastrofe!

E va be', passai il pomeriggio a scaricare cazzate da Internet ed arrivai a casa che era quasi ora di cena... quando squillò il telefono. Era Nichel.

"Ohu, handicappato... l'esame di Calcolo è domani?"
"Eh??? L'esame di Calcolo? E io che cazzo ne so?"
"Non sei andato a scuola oggi?"
"Sì... ma mica do Calcolo, che cazzo ne so quand'è?"
"Minchia, non vorrei che l'ha spostato..."
"Perché dovrebbe averlo spostato?"
"Che cazzo ne so... ci pensavo oggi: metti che l'ha spostato..."
"E non potevi andare a scuola a controllare?"
"Ma sei pazzo? Metti che beccavo MANDINGO!"


La telefonata mi rese felice!
Poi iniziò il film: si chiamava "Heat" ed era QUASI peggio di "Johnny Mnemonic".
Unica scena da ricordare, il cornuto con l'amante in salotto: "Tu ti puoi trombare mia moglie, ti puoi sedere sulla mia poltrona... ma NON azzardarti a guardare il MIO televisore!"
Quindi, sradicava la TV di casa e se la portava via... così, senza un perché.

Una volta a casa, capii quanto avesse ragione: feci partire la videocassetta ancora calda e trovai "La terra dei cachi" brutalizzata da Mangoni e Nilla Pizzi a !
Era una delle cose più belle che avessi visto nella vita!!!
Di sicuro, valeva più di una moglie e di una poltrona... per tutto il resto, vaffankulo.
Lunedì 4 marzo 1996: IL PACCO PIÙ LUNGO DEL MONDO
Quel lunedì mi alzai come sempre all'alba, mezzogiorno.

Ogni cosa sembrava girare per il verso giusto: Nichel aveva passato lo scritto di Calcolo Numerico, per cui adesso aveva un mese di tempo per l'orale... e TUTTI facevamo il tifo per lui, perché Mandingo era ancora a ZERO ESAMI dall'inizio dell'anno! Quindi, ogni volta che uno di noi passava un esame, si incazzava TANTISSIMO!!!

Comunque, quel lunedì, modestamente, rimasi a casa... perché c'era sciopero e faceva troppo freddo per farsela a piedi fino a scuola.

Per la sera, però, Joco aveva già organizzato tutto alla perfezione: sarebbe passato a prenderci ed avremmo visto "Dracula morto e contento" di Mel Brooks! Una vera e propria BOTTA di CULTURA!!!

Poi squillò il telefono: era Joco.

"Ohu! - disse - Stasera non posso venire al cinema!"
"Perché?"
"Perché oggi pomeriggio tornavo a casa e mi è successo di tutto!"
"Cioè?"
"Prima si è rotto il filo dell'acceleratore del motorino mentre ero davanti alla Pellerina, in mezzo alle troie!"
"È normale?"
"Sì, sì, non è la prima volta! Solo che io oggi avevo l'appuntamento per andare dal dentista ad ASTI ed ero già in ritardo! Va be', penso di telefonare un attimo a casa... ed ero esattamente tra due cabine, a mezzo chilometro l'una dall'altra. Quindi, mi sono incamminato verso la prima spingendo il motorino, l'ho raggiunta e, una volta là, mi sono accorto che non avevo né scheda telefonica né moneta. Va bé, ho provato a cercare un negozio dove mi cambiassero i soldi, ma i negozi erano tutti chiusi, per lo sciopero generale! Allora ho fatto altri duecento metri, ho beccato una farmacia aperta... che culo! Mi hanno cambiato i soldi, c'era una cabina lì vicino, ci sono andato... e la cabina voleva la tessera! Allora, ho fatto altri duecento metri, sempre spingendo il motorino; ho trovato una cabina che accettava la moneta, finalmente sono riuscito a telefonare... ma a casa c'era solo mio fratello! E NON AVEVA VOGLIA di venire a prendermi! Quindi, mi ha detto di ripararmi il motorino da solo... e io dovevo andare dal dentista ad Asti!!! Comunque, dopo un'ora che insistevo, sono riuscito a farlo venire... ma, nel frattempo, mi ha detto di smontare il motorino, che poi quando arrivava ci pensava lui!"
"Joco... TU sei capace a smontare un motorino?"
"NO!!! E infatti c'erano due fili, quello della frizione, che funzionava, e quello dell'acceleratore, rotto. E io mi sono sbagliato e ho smontato quello della frizione, che non c'entrava un cazzo. Dopo mezz'ora è arrivato mio fratello... e non ci capiva un cazzo nemmeno lui! Quindi, abbiamo chiamato un meccanico e..."
"E quindi il dentista ad Asti?"
"Eh... fankulo!"
"Ok, ma tutto questo... con il cinema di stasera... che cazzo c'entra?"
"C'entra che mi è passata la voglia! No, no, giornata del cazzo. Boh, ci sentiamo in futuro, fankulo!"


Sarebbe passato alla storia come il pacco più lungo di tutta la collezione!
E comunque, con lo sciopero e senza la macchina di Joco, al cinema non ci volle più andare nessuno... peccato.
Giovedì 7 marzo 1996: ROCK THE PUZZLE!
Quel giovedì mi alzai come sempre all'alba, mezzogiorno, e per un attimo venni quasi sfiorato dal pensiero di studiare!
Per fortuna, squillò il telefono... e feci il primo errore: risposi.

"Ciao Marok! Sono Giò! Ho trovato una nuova voce per i Quarantena, si chiama Guido, canta DA DIO! Ci sei oggi pomeriggio?"
"Mah, in teoria dovrei andare a scuola..."
"Ma vaffankulo, Marok! Andiamo in una sala nuova, in cui si può registrare! Dai, vieni, che provi la tastiera!"


Chiusi la porta e scesi pigramente le scale.
Mi spiaceva abbandonare la vecchia sala: era al numero 58 di via Zumaglia, a due passi da casa, e si chiamava "Bassa Frequenza" perché la gestiva un bassista; e io, a SPREGIO, suonavo il basso con la tastiera!
Tra l'altro, la tastiera non era neanche mia, perché NON ne avevo una: la dovevamo scroccare di volta in volta alle altre band, facendo pena... cosa che ci riusciva benissimo.
Poi c'era il batterista, Roberto, che era un nano: suonava in bilico su una pila di cuscini, altrimenti NON arrivava alla batteria; c'era il chitarrista, Giò, che accelerava SEMPRE... ma nelle parti difficili rallentava; e poi però c'era il cantante, Fabrizio, che stava diventando quasi normale... e quindi era partito per Naja, prima che fossimo riusciti a registrare qualcosa! Ed era evidente che non l'avremmo rivisto mai più.

"Tranquo, Marok! - diceva Giò - Anche Guido canta bene, vedrai! E la nuova sala prove è ancora più vicina! Si chiama Puzzle Studio ed è in via Sostegno 65 bis barra 13, è vicino a casa tua! Hai presente?"

No, non avevo presente.
Comunque, al 65 bis di quella strada c'era un prato... perché i numeri CONTINUAVANO nelle traverse e nelle TRAVERSE delle TRAVERSE (approssimabili a parallele), che si chiamavano TUTTE via Sostegno!

"Tu cerchi la sala prove, vero? - mi domandò uno sconosciuto, che girava con una custodia nera enorme in spalla - Ci sei quasi! Gira alla prossima e segui il casino!"

Beh, dai... poteva andare PEGGIO! Quindi, iniziò a piovere.
E va be', accelerai il passo, girai l'angolo ed avvistai Giò che correva Via Sostegno angolo via Sostegno come un disperato verso l'uscita del livello del labirinto, il Puzzle!

Oltre la porta, apparve l'Hell Knight, ovvero il signor Puzzle in persona!!!
Ci squadrò da capo a piedi e disse: "Chi è di voi due il fan di Elio? Sei tu eh? Ahahah! Italia sì Italia no!"
Perfetto.

Ed anche stavolta, per la cronaca, non registrammo un cazzo.
Venerdì 8 marzo 1996: JENA ALLA RISCOSSA!
Quel venerdì mi alzai come sempre all'alba, mezzogiorno... e trovai Attila in segreteria: "Gulash, gulash! Gulammamt! Gulacchittemurt! C'è un'interferenza da Bisceglie aaammammt! Aaaasorrt! Gulash, gulash! Sono a Budapest! So' andato a Budapest ieri! Ciao bell'uomo! Gulash, gulash, gulammammt!"

Spalancai la mitica finestra isolante per far uscire le cazzate... ed entrò la Siberia! E la mia coinquilina, Gatta NerdNerina, giustamente mi mandò affankulo.
Era l'inverno più freddo della storia, quella notte aveva nevicato ed era la quinta volta... record TOTALE!
Avevo un raffreddore bestiale e la disperata voglia di essere da qualunque altra parte... andava bene pure l'Albania, purché ci fosse mare, sole e pheega! Poi squillò il telefono... e perseverai nell'errore: risposi.

"Marok, sono Non sono scontornati con Photoshop, la foto è nata così e ho il negativo a testimoniarlo.Jena! ESCO STASERA!!!"

No, il rollatore non era stato in galera... ma quasi: aveva fatto la VARICELLA e, per QUARANTA GIORNI, non era uscito di casa!

"Voialtri siete proprio strani. Tu finisci la quarantena... e Beat inizia la Quaresima!"
"Perché, stasera c'è pure lui?"
"Certo! E mi ha chiesto una cassetta di... ELIO E LE STORIE TESE!"
"MA CHI? BEAT???"
"Però senza parolacce!"
"AHAHAHAHAH! Non ci posso credere... e tu gliela fai?"
"In perfetto stile!"
"Ahahah... dai, stasera portala, ché ce la sentiamo! Oh, che facciamo dopo?"
"Quello che vuoi... però ricordati che è venerdì di Quaresima!"
"Be', allora andiamo al Tuxedo! È in via Belfiore 8, a San Salvario... vicino all'Hiroshima. Fanno un po' di tutto, musica, spettacoli, si beve bene, si balla, ma soprattutto si mangia... indovina cosa? Specialità HAMBURGER!"
"Approvato!!! Chiamo TUTTI!"


E fioccarono i pacchi: Spud aveva copiato uno scritto e doveva studiare per l'orale, Andy era stato blindato dalla tipa e così non va amici un cazzo vaffankulo, mentre la madre di Niger ci informò che il figliolo era già uscito... con i suoi veri amici!

Ah, e poi ci sarebbero stati 280, il Gufo e Zio Fa, che sicuramente sarebbero venuti con noi... ma non si potevano chiamare, perché Jena diceva che minchia stronzi varicella, quindi vaffankulo.
L'ALBANIA NEL CRISTO
Ad inizio serata eravamo tragicamente in quattro: Attila, Jena, Lyde ed il sottoscritto. E, fino a casa di Beat, ascoltammo Elio senza parolacce!
La scaletta prevedeva, in ordine sparso:
  • "La terra dei cachi", richiesta dal committente.
  • Un po' di roba di "" (che a Beat ovviamente faceva cagare).
  • "Ocio ocio" e "John Holmes" (perché "pene" non è una parolaccia!).
  • "Nella vecchia azienda agricola" (perché ci sono le parolacce ma sono anagrammate).
  • Le due che prendevano direttamente per il culo i canti di Chiesa, cioè "Born to be Abramo" ed "Alfieri" (senso dell'umorismo vuol dire saper ridere di se stessi...).
  • "Cassonetto" e "Gomito a gomito con l'aborto" (chissà se avrebbe capito l'ironia...).
E, alla fine, la doppia fatality:
  • "Il vitello dai piedi di balsa".
  • "Essere donna oggi"... così, a tradimento! Terapia d'urto!
Restammo parcheggiati una ventina di minuti e finimmo il lato B.

"Minchia, Marok...- commentò Attila - Da dove cazzo l'hai presa La terra dei cachi? Dalla videocassetta di Sanremo? Minchia se è venuta bene! Pure alcune di mi mancano! Mi fai una copia della cassetta anche a me? Così, tale e quale! Minchia, è troppo CALABRESE!"

Era il riconoscimento che aspettavo da tutta la vita!
Quindi, citofonammo a Beat e poi gli pisciammo sul portone.

Eravamo in pochi, ma venne comunque su un bel fumo... poi apparve Beat, con un pacco regalo! Non ci potevo credere, erano le videocassette del Catechismo! DI NUOVO!!!

Per chi si fosse perso le puntate precedenti, erano SEI ORE di martellamento di coglioni che Beat voleva mostrare ai suoi discepoli, mentre li preparava alla Prima Comunione.
Siccome doveva dare indietro gli originali, mi aveva chiesto con la massima urgenza di duplicargli tutto... però in LP, così le sei ore stavano su una cassetta sola! L'avevo avvisato che era una cazzata, ma NON mi aveva creduto.

"Avevi ragione... - disse Beat - In parrocchia l'LP non si vede!"
"E ci credo...
- risposi - Avranno un tre testine da terzo mondo, di quelli che registrano col fruscio, figurati se leggono la compressione LP! Ed ora, se ti aspetti che te le duplichi di nuovo, SOOOOKA!"
"Dai... Perché fai così? Mi servono per il Catechismo! E... ah, un'altra cosa: devo fare un volantino coi numeri di telefono da staccare, ma non riesco... me lo fai te?"
"Minchia, ma vaffankulo! Ho perso una giornata intera ad insegnarti Publisher e non hai imparato un cazzo?"
"Se no, spiegami come fare..."
"Ho capito... faccio io... che cosa devi scrivere sul volantino?"
"VIVERE l'ALBANIA nel CRISTO!"


Seguirono 8 km di sole bestemmie.
Direzione NordEst.
L'ALBINO, L'INDIANO ED IL BARESE
Imboccata via Belfiore, salutammo l'Hiroshima e ci preparammo a varcare la porta del Tuxedo... quando due sconosciuti si BUTTARONO addosso a Jena.

"JENA il ROLLATORE!!! Minchione!!! Dove cazzo eri finito? È un MESE che non vieni a lezione! Sei ancora vivo?"
"Eh... ho avuto la VARICELLA!"
"La VARICELLA? A VENT'ANNI! Inventali meglio i pacchi, cazzo!"


Quei due erano SPETTACOLARI! Il primo era un L´Albinogigante ALBINO: era alto almeno due metri, bianco, lentigginoso, occhialini da impiegato ed orribili capelli color rame, tendenti all'arancione.
Il secondo era un nano nero: un metro e mezzo di statura, corporatura scheletrica, pelle scurissima e liscia, ricordava gli attori dei film trash indiani che piacevano tanto a Rocco Tanica... tipo "Little Superstar".
E facevano Economia con Jena... quell'aula doveva essere una figata.

"Ma quindi tu sei Marok! - esclamò il Gigante Albino - quello che scrive le cazzate!"
"Soooka! -
risposi - Sarete nella prossima!"
"E tu sei Attila, finalmente ti conosco! E Begbie? Dov'è Begbie, cazzo! Voglio conoscere Begbie il Porko!!!"
"Oé! -
sbottò Jena - Basta cazzate! ENTRIAMO???"
"No, ci hanno buttato fuori dal locale!"


La storia si preannunciava interessante.

"E che cazzo avete combinato?"
"Eh... abbiamo il CAZZO! Stasera entra solo la pheega, perché è l'OTTO MARZO, fanno lo STIP MASCHILE! Non lo sapevate? Neanche noi! Eravamo con delle tipe, che ci hanno mandato affankulo e sono entrate... e noi siamo rimasti fuori!!!"


Persino Beat scoppiò a ridere: in tutta la vita, nessuno di noi aveva mai vissuto una serata più sfigata di quella di loro due... ci avevano battuti nello schifo!

Tra l'altro, ci era già capitata una cosa simile l'anno scorso, allo Studio2 di via Nizza, Zio Barese ma alla fine eravamo entrati! Quella sera, invece, soooka... ed il meglio doveva ancora venire: un terzo sconosciuto, che non c'entrava un CAZZO, vide Attila e lo abbracciò.

"U MÈÈÈ, C'MBÀ!"
"Oè! - rispose Attila - Non ti avevo visto!"

A guardarlo, 'sto tizio poteva quasi passare per normale: altezza media, capelli neri, un po' di baffi e un poco di pizzetto, assomigliava vagamente a Rocco Papaleo... ma l'audio era eccezionale.

"Mèèè! So' mis ca t dichië d iassì na sér e tu m tir sémb u b'dòn... e mò ca t jiiss non m chiààm? T'jà da fà u cul a cappidd d prèvt!"

Così apparve Zio Barese, compagno di Attila di Psicologia, appena defenestrato da un locale per tutto quello che aveva in comune con noi: un CAZZO.
NATI CON LA CAMICIA
Ok, bisognava trovare un locale CAZZO friendly... ma come?
Potevamo andare al locale FASCISTA da cui eravamo fuggiti alla festa di Andy: il Vecchio Nostalgico. Infatti, Ranjeet era negro, ZioBarese era terrone, Lyde era ebreo e noialtri eravamo quelli che erano scappati! Come minimo ci avrebbero gasati, tutti quanti!
Invece, dirottammo su via Arsenale, per la precisione al Buck's Café.

I clienti erano tutti maaaski, sfrattati dagli altri locali perché avevano il cazzo, ma l'essenziale era la specialità del pub: hamburger... GIGANTI!
E Beat non era contento... peccato.

Nanismo a parte, il NEEEGRO sembrava l'unico normale della compagnia: si chiamava Ranjeet ed era davvero di origine indiana, ma non aveva accento, perché era cresciuto a Torino... e, soprattutto, non parlava! Passava il tempo a leggere un listino di computer, che qualcuno aveva lasciato sul tavolo. Strana persona.

Senza nulla togliere al Gigante Albino, invece, il più fuori era Zio Barese: era venuto da Bari APPOSTA per fare PSICOLOGIA a Torino!
Ma cazzo, piuttosto Addis Abeba... tipo Pierino medico della SAUB.
Era incredibile, tutti noi sognavamo di risvegliarci in un posto con mare, sole e pheega... ma, per non lavorare, stavamo a Torino e facevamo l'università. E Zio Barese, che era nato al Sud, aveva scelto di venire a fare l'università da noi! E a Torino non aveva parenti: i suoi gli pagavano proprio una casa, affittata apposta per lui! E su non aveva amici, a parte i compagni di corso... e noi.

"Ma quindi abiti da solo?" chiesi.
"Certo capo, co' chi cazz' agghia stèèè?"
"Quindi, cucini, lavi, pulisci... fai tutto da te!"
"Cazz m n fott a mè d pëlzààà!"
"Giusto! Ma qua a Torino dove abiti?"
"Eh, na' pot sapè la mia vi'!"
"Segreto?"
"No, ié che pur' che t'u dichij, na la canùsc! Na la canòsc n'sciùn!"
"E minchia!"
"Stog jind a nu LABIRÌND!"
"Non c'è LABIRINTO che tenga!
- intervenne Lyde - Marok conosce tutte le strade di Torino! È nato con la bussola nel culo!"

Zio Barese posò il bicchiere, mi guardò dritto negli occhi e disse: "Ok, capo! Stog a via SOSTEGNO! La canùsc?"

Cazzo, via Sostegno ERA LA VIA DELLA SALA PROVE!!!
Pur abitando là a due passi, non l'avevo mai sentita nominare in VENT'ANNI... e adesso saltava fuori per due giorni di fila.

"Certo che la conosco! A che numero stai?"
"CANÙSC VIA SOSTEGNO? Capo... tu nan zì normàààl!"
"A che numero stai?"


Zio Barese mi disse il numero, era DI FIANCO alla sala prove... quindi gli descrissi casa sua e, soprattutto, come arrivarci!
Rimase FULMINATO.

"Capo... tu sì 'nguietànd! Ma 'nguietànd assèèè! Fì propr paiùùùr!"

E tutti furono d'accordo.

"È Marok, è MALATO! Abìtuati!"
"Di solito non è così... è PEGGIO: devi vedere le pareti di camera sua: è la casa di un pazzo!"
"E devi leggere le sue cazzate! Questo ricorda tutto, pure quello che stiamo dicendo adesso... e scrive!"
"Ha un foglio su cui segna tutte le massime che diciamo la sera... e pure tutti i pacchi che ci tira la gente! È fuori di testa!"
"Da noi ad Economia le vostre minchiate le usiamo come VACCINO, perché non ci venga voglia di studiare..."
"Infatti poi ci SEGA... se partiamo per Naja sarà COLPA SUA!"
"Già... ma almeno non passa la serata a leggere per i CAZZI SUOI!"


Sentendosi chiamato in causa, Ranjeet alzò la testa e rispose: "Scusate, è che devo comprare un computer... e non ci capisco granché..."

Diedi un'occhiata fugace: Ranjeet stava consultando un listino di gennaio, quando i computer costavano il doppio!
Cos'è il genio? Fantasia, intuizione, colpo d'occhio e velocità di esecuzione.

"Sei al tavolo giusto! - risposi - Io faccio informatica, ti posso consigliare bene... ho amici che mi fanno sconti! Tanto non ti serve lo scontrino, no?"
"Lo scontrino no, ma... c'è la garanzia?"
"Certamente! E ti trovo un Pentium a 50 carte in meno di quello che vedi qua!"
"Sul serio? GRANDE!!!"


Stavo per fare una cresta di UN MILIONE... dava i brividi.

"E mi passi dei giochi?" chiese Ranjeet.
"Giochi? Quanti ne vuoi! Ne ho a centinaia..."
"Minchia! -
aggiunse Attila - Devi vedere Doomil suo DOOM... con le nostre FACCE ed i mostri che ti mandano affankulo!"
"Ma veramente? Quindi sei un programmatore esperto!"


Persino Beat assisteva alla scena divertito.
La migliore spalla però era Zio Barese, che era un venditore perfetto: una parola su due non si capiva, ma sembrava qualcosa di buono. Anzi, stava per convincere persino me, perché gli affari migliori si facevano così, "Aumm aumm"... e di noi si poteva fidare, siamo tutti amici, ci vogliamo bene, ci scambiamo di nascosto le figurine!

"E po' m'òffrk da bév! - mi sussurrò in un orecchio - Capì?"
"Minchia, champagne e troie, cazzo!"

"Uééé! Tazz e b'cchjir alla salùt d'u cavalìr, cavalìr e tazz alla salùt d STU CAZZ!!!"

Verso l'una, Ranjeet e l'Albino ci salutarono: dovevano essere a casa presto, perché avevano un esame lunedì.

"E lunedì sera che fate? - chiese Lyde - Venite al cinema?"
"Al cinema? -
rispose l'Albino - Solo se è POOOOOORNO!"

La faccia di Beat era uno SPETTACOLO: era nel baricentro tra paura, noia e schifo.

"Mòòò ce figàààt! - esclamò Zio Barese, ridendo come un disperato - Cë stogh!"
"Anch'io! -
commentò Ranjeet - Marok, ce la fai a portarmi un preventivo lunedì sera? Così concludiamo!"

Il Gigante Albino alzò il bicchiere fino a sfiorare il soffitto, sgranò gli occhi ed urlò: "AL POOOOORNO!!!"

Tutto il locale scoppiò a ridere... e qualche tavolata applaudì!
E fu così, in sintesi, che nacque l'idea.
AFTER IN VIA PALMA
Fankulati l'Albino, l'Indiano ed il Barese, mettemmo a nanna anche Beat e andammo a ripigliarci in via Palma, per un santo e doveroso puttan-tour... come ai vecchi tempi!!!

Non eravamo mai tornati in via Palma senza Jena il Rollatore: non sarebbe stato gentile! E tutto era rimasto come a Natale, la strada era una festa di nigeriane che cantavano, ballavano e si buttavano sulle macchine, che per poco non le facevano sotto.
Non importava quanto gelido fosse l'alito di quella notte: laggiù c'era il sole, c'era Africa e c'era casino! Anche stasera c'era uno che si caricava le troie sul camper... e le altre macchine, quando non si fermavano, venivano prese a calci e sputi. Era bellissimo... istantanee dal Paradiso!

"Oh, la prossima volta portiamo anche Beat?"
"Sì, però lo lasciamo qua con la minchia di fuori!"
"Pensa se le converte: torniamo domani e c'è un'Abbazia!"
"Oh, ma la cassettina di Elio? Dite che se l'ascolta?"
"Sì, cinque minuti... poi ci registra il Symbolum 77!"
"Beh, dai, magari i Beatles..."
"Comunque, non si può mai sapere... e se gli piace?"
"Ma vaffankulo!"
SABATO 9 MARZO: AIDS O JACUZIA
Quel sabato mi alzai come sempre all'alba, mezzogiorno.
Avevo passato la notte a sognare l'Africa in via Palma, poi trovai un messaggio in segreteria... era Beat: "Ciao, Vitello dai Piedi di Cobalto! Se mi hai chiamato, telefonami entro le otto. Se no, telefonami entro le otto... perché poi io vado ivijia. Ciao!"

Cazzo, BEAT AVEVA ASCOLTATO LA CASSETTINA DI ELIO!
Si meritava una telefonata.

"Senti... - rispose - Stasera ce la fai a portarmi il Catechismo?"
"Assolutamente NO!
- risposi, conciliante - FANKULO!"
"Ok, tanto non posso venire, sono già uscito ieri sera!"
"Bravo!"
"Però mi servirebbe per lunedì... ce la fai?"
"Ecco, buona idea: ti porto tutto al CINEMA PORNO!"
"Ahahah! Ma andate davvero? Ma che schifo! Non hai paura?"
"Eh? Paura di che?"
"Be'... è sporco... ti prendi l'AIDS..."


Ok.
Conoscevo Beat da troppo tempo, non stava scherzando: era serio.
Bisognava ASSOLUTAMENTE portare Beat dentro al cinema porno, era un imperativo morale!!!

"Ok - risposi - Io ti porto la roba al cinema porno. Se vieni, bene. Altrimenti, lascio tutto là... e scrivo MINORENNE PORNE sopra al volantino dell'Albania, col tuo numero di telefono sotto, da staccare!"

Conclusa la conversazione, il telefono squillò di nuovo: era Niger, il muto.

"Marok, ho affittato un cd, posso venire da te a registrarlo? Dai, è Linea gotica, l'ultimo dei CSI! Hai una cassetta da 60? Se no devo andare apposta a comprarla..."

Niente, ormai camera mia era una sala di registrazione: riuscivo a salvare qualunque cosa, tranne i Quarantena!

E va be', terminato il cd andammo a beccare gli altri in un locale di corso Vigevano chiamato "Il Bene", che era arredato come un asilo e conteneva SOLO giochi da tavola... sarebbe stato il SOGNO di Beat!!!
Che, giustamente, non c'era.

Passammo il tempo a giocare a Risiko versione MONDO contro JACUZIA... e stava per vincere la Jacuzia, perché "Minchia non mi toccate la Jacuzia, minchia la JACUZIA è troppo CALABRESE!!!"
E poi, terminata la disfatta, Attila ricominciò a pianificare il nuovo montaggio delle videocassette del Catechismo.

"Minchia, ma non gliele puoi dare martedì le cassette? Minchia lunedì sera al cinema porno filmiamo tutto e ce lo sbattiamo sopra! Sai che roba CALABRESE? Non si può fare? Dai, ma l'altra volta non l'ha vista proprio? Minchia, che spreco. Va be', stavolta DOPPIA CALABRIA! Quando iniziano a dire le preghiere, ci ficchi Attila FLAGELLO di DIO. Solo qualche secondo. Poi fai ripartire il Catechismo, per un paio di minuti... e poi Edwige Fenech che fa Quel gran pezzo dell'Ubalda tutta nuda e tutta calda. Ma solo qualche secondo! Poi riparte il Catechismo... e, quando pensano che sia tutto a posto, Giovannona Coscialunga disonorata con onore. Poi Catechismo, sempre con lo stesso ritmo... e poi, quando si aspettano il porno, minchia ci sbatti a Lino Banfi e Alvaro Vitali che scorreggia. E poi di nuovo Catechismo. Così, fino alla fine. Minchia CALAAAABRIA!!!"

Insomma, fu una bella serata... a Beat sarebbe piaciuta! Forse.
E poi, dopo Jacuzia e Calabria, andammo a cercare l'Africa in via Palma... e vaffankulo.
DOMENICA 10 MARZO: LA RINASCITA DI SPUD
Quella domenica mi alzai come sempre all'alba, mezzogiorno, ed ero carico di amore, pace e speranza per il futuro!
E in segreteria trovai Spud: "Ohu, Marok! Senti qua! Telefonami dalle sei e mezza in poi! Prima che puoi delle sei e mezza! Qui è tutta una grande puttanata. Però forse riesco a trovare Andy... e tutto ciò non è bello!"

Decisi di sbattermene i coglioni di Spud e chiamai GM: bisognava preparare il pacco per Ranjeet!

"Davvero vuoi dei listini di gennaio? - chiese GM - Cazzo te ne fai?"
"Sto preparando un pacco per un coglione... -
risposi - Cerca un computer e..."
"...e NON SI ACCORGE che sono dimezzati i prezzi?"
"No, è fesso! Ce l'hai allora?"
"Sì... te li porto domani a scuola. Fankulo!"


Poi squillò il telefono, era Beat.

"Ciao, hai da fare domani pomeriggio?"
"Be', dovrei andare a scuola... perché?"
"Mi servirebbero le videocassette del Catechismo..."
"Però poi vieni al cinema PORNO!"
"Vedremo... dai, ce la fai a portarmele in piazza Castello per le tre?"
"Perché in piazza Castello?"
"Mi ha dato appuntamento lì una ragazza... ti ricordi la Francese? Quella di Ronco..."


CHIUNQUE se la ricordava la Francese: era pheega, era bionda, era hippie ed era sempre felice... nonostante i suoi ad ogni Agosto la riportassero alle origini.
Cioè a Ronco Canavese.
Con Andy, Beat e Begbie il Porko.
E, soprattutto, Spud!

"Minchia, Beat. Complimenti!!! È un pezzo di pheega allucinante!"
"Eh, ma non saremo da soli: ci sono anche gli altri... Poi, non lo so, non è il mio tipo, è un po'..."
"Va bene, dai. L'idea mi piace, a domani!"


Ci mancava qualcosa in quella giornata... quindi chiamò Spud.

"Marok!!! - disse - Domani c'è LA FRANCESE a Torino!!! Te la ricordi?"
"E ti pare che me la dimentico?"
"Minchia, Marok! Domani si va di ventre, domani si va di cazzo!"
"Bravo! Con Beat? Chi sta in fondo al trenino?"
"Cazzo c'entra Beat?"
"Be', domani c'è anche lui... mi ha già chiamato!"
"CHE COSA???"


La Francese era un genio: aveva invitato Beat come BROMURO, in maniera che non ci provasse nessuno! Se avessi saputo, non avrei detto un cazzo.

"Ma non è possibile, cazzo... non può averlo chiamato! La cosa più gentile che ha detto nei suoi confronti in vent'anni è stata 'Piuttosto, mi sparo i ditalini con un flauto!'"
"Comunque, ti ricordo che è Quaresima... non si fa!"
"Sì, infatti... Beat non metterebbe mai il cazzo dentro alla figa! Lo mette solo dentro il water!"
"Giusto! Dai, vengo anch'io, così è sicuro che non tromba nessuno. Ah, una cosa... ma non dovevi studiare?"
"MA VAAAAFFANKULO!!!"


Passai il resto del pomeriggio a duplicare Elio per Attila ed il Catechismo per Beat. Per un attimo, mi venne l'idea di mixarli per tutti e due... poi prevalse la pietà. Peccato.
LUNEDÌ 11 MARZO: IL RISVEGLIO
Quel lunedì mi alzai come sempre all'alba, mezzogiorno, e nella segreteria telefonica trovai il DELIRIO: c'era Attila che imitava la voce di Beat e raccontava "Le massime del Catechismo" tenendo in sottofondo "Agnello Medley" di Elio e le Storie Tese e "Confucio" degli Squallor.
E poi chiamò di nuovo.

"Ohu, Marok! L'hai registrato il messaggio? Ce la fai a metterlo come audio nella videocassetta del Catechismo?"
"Eh, ormai no. L'ho già fatta... e adesso devo uscire!"
"No, cazzo... te la giochi male! Ma com'è venuta la cassetta? È CALABRESE? Ce l'hai messo a Lino Banfi?"
"Sapessi..."
"Sorpresa, è giusto! Oh, bell'uomo, stasera ti passiamo a prendere alle nove e mezza... mo' che fai, vai a scuola?"
"Minchia!"
"Se vedi il fesso di Lyde, gli dici che siamo da lui alle 9:20? A casa non l'abbiamo trovato... e porta la macchina foto!"
"La macchina foto? Per farne che?"
"Minchia, facciamo le foto dentro al cinema! È troppo CALABRESE!!!"


Ok, ci avrebbero inculato, ci saremmo presi l'AIDS e Beat avrebbe cantato vittoria: "Lo vedete che avevo ragione?"
Fankulo!

Comunque, non c'era tempo da perdere: ficcai nello zaino le videocassette ed il volantino dell'ALBANIA nel CRISTO e mi fiondai fuori! Dovevo fare un salto veloce a scuola, prima di raggiungere Spud e gli altri handicappati.
PACCHI DIVERSAMENTE FIGATI
Stavolta ero in sintonia con la natura: a quell'ora, il 2 era un'appetitosa macedonia di pheega chiassosa e colorata, che condiva ogni frenata con urletti e tette in faccia.
In questi casi, uno non sa mai bene come comportarsi: avrei fatto bella figura se avessi aperto lo zaino e tirato fuori le videocassette del Catechismo? E se le avessi invitate al Cinema Porno?
Intanto, m'incamminai per via delle Merde ed arrivai al Parco dei Diversamente Figati un attimo prima che Lyde entrasse a lezione.

"Ricchione! - dissi - Ci sei stasera?"
"Minchia, troppo YES! -
rispose - In che cinema andiamo?"
"Cazzo ne so... passiamo da te alle 21:20!"
"Minchia, grande! Porta la macchina foto!!!"


A sangue.
Ci avrebbero inculati a sangue.

Salito al piano di sopra, mi apparve una figura mitologica: Budo!

"Fankulo... - disse - Tra poco devo dare lo scritto di Analisi1..."
"Lo scritto di Analisi1? DI NUOVO?"
"Eh, non ho potuto dare l'orale..."
"Cioè? Ti ha segato?"
"No! Sono andato là, ma non mi poteva passare subito. E quindi sono dovuto andare via, perché avevo un appuntamento! Peccato perché sapevo tutto!"


Ne avevo sentite di cazzate nella vita... ma quella le batteva tutte!
Comunque, Mandingo sorrise... buon segno; e commentò: "Mi dispiaaaaaace! Io invece mi sto andando ad informare per ANALISI DUUUE! Ihihihihiiiiiii!"

Lasciai che i due si volessero bene e continuai il mio cammino per l'aula studio, fino ad incontrare "La coppia": GM e Mister Bean.

Ero davvero felice di vederli: GM mi consegnò un PACCO di vecchi listini, coi prezzi di gennaio! E ce n'era per tutti i gusti: Computer Union, Alex, Vobis, Anthea, Aginform... ed erano tutti deliziosamente CARI rispetto alle quotazioni attuali. Un MILIONE di cresta confermato, cazzo!!!

Per il cinema, invece, mi fecero PACCO TUTTI tranne uno: Joco... perché NON c'era! Gli telefonai dalla cabina.

"Ohu! - dissi - Cazzo fai, non vieni a scuola?"
"Vaffanbagno! -
rispose - Ho la febbre!"

E si erano fatte le due e mezza... fankulo, presi il 59 e mi fiondai in centro, per beccare gli altri coglioni.
I PENULTIMI PACCHI
Alle tre di lunedì pomeriggio, piazza Castello era un gorgo pigro di automobili e tram, poi una scheggia impazzita sfidò Coriolis, la forza centripeta ed il codice della strada e s'infilò nel parcheggio in contromano... era Andy.

Dalla seratina a Truc 'd Miola, Spud prendeva la macchina il meno possibile, quindi si affidava ad Andy, che era il PEGGIOR guidatore del Sistema Solare: al confronto, i piloti della Columbia avevano la patente.

Con loro c'era anche Begbie il Porko, che aveva uno strano tatuaggio su una mano... sembrava un taglio ed era fatto molto bene! Però non era colpa sua: era uscito senza chiavi e portafoglio ed abitava al pianterreno... quindi, aveva tirato un pugno alla finestra, era saltato dentro, si era preso le chiavi ed il portafoglio ed aveva lasciato la finestra col vetro spaccato... e nessun biglietto, perché tanto vaffankulo.

"Cazzo me ne fotte... - aggiunse Begbie - Tanto ho il cane, gli zingari se li incula!"
"Minchia, ma cazzo, porca troia! Se arrivano i tuoi e chiamano la polizia?"
"Nah... i miei non tornano. E, se tornano, vaffankulo!"


La giornata prometteva bene: da lontano, vedemmo svolazzare i capelli biondi della Francese, che saltellava tra la folla vestita da figlia dei fiori!
Era una gioia per gli occhi.

"Ciaooooo! - disse - Vi ho portato i biscotti!"
"Biscotti un cazzo! -
rispose Begbie - Dammi la figa!"

La Francese gli sorrise con la dolcezza di chi coccola un cucciolo ritardato e rispose: "Non sei cambiato!".
E i due si abbracciarono, davanti a Spud.

"Minchia, ciao! - intervenne Spud - TI SON CRESCIUTE LE TETTE!"
La Francese guardò giù e rispose: "E a te ti è cresciuto l'uccello?"

Per Andy ed il sottoscritto, un impercettibile cenno del capo... poi arrivò il BROMURO: Beat.

"Ciao! - mi disse Beat - Me le hai portate le videocassette del Catechismo?"
"Ma certo! -
risposi - Anche il volantino di VIVERE L'ALBANIA NEL CRISTO! Ma tu stasera vieni al Cinema PORNO?"
"No, devo andare in parrocchia!"


La Francese finalmente smise di sorridere: eravamo dei grandi, cazzo... ce l'avevamo fatta!!!
Immagine dell'Italia all'estero -1000%.

E va be', travasai la roba nella borsa di Beat, mentre lui si distraeva contemplando una vetrina.

"Che brutti questi cappelli! - disse - Come fa uno ad andare in giro con una roba del genere..."

Erano ASSOLUTAMENTE UGUALI al suo.
Identici, sputati.

"Non sta scherzando... - sussurrò Spud - È serio!"
"Boh... -
rispose la Francese - Allora andiamo?"
"Ma dove?"
"OVUNQUE! Non vogliamo bere qualcosa?"


Era una proposta peccaminosa, in tempo di Quaresima... quindi Beat si lasciò andare ad un timido sorriso e rispose: "Non posso, devo andare all'oratorio... anzi, è già tardi!"
"Beh, ma ti diamo un passaggio! Siamo in sei, ci stringiamo..."


Era il momento della prima scelta intelligente del '96.

"NØ, siete in CINQUE! - risposi - Io ho da fare, salutatemi l'oratorio e sooooka!"
"Marok! Ma... ma come..."
"Dai, ci vediamo stasera al cinema PORNO! Venite, no?"
"Ma vaaaaaffankulo!"
LA FRANCIA CONTRO BEAT
L'oratorio era alle Vallette, una delle periferie più squallide di Torino.
La macchina la guidava Andy, il guidatore più handicappato di Torino.
Però, coi suoi poteri, era riuscito a sminchiare un finestrino, che adesso rimaneva sempre abbassato... e per queste cose Beat si incazzava tantissimo!
Quindi, passò il tempo a litigare con la Francese sull'aborto (perché avevano due visioni lievemente differenti... cose che capitano!), mentre Begbie il Porko ripeteva, come una filastrocca: "IL PAPA DAVANTI, DIETRO TUTTI QUANTI!"

Una volta arrivati, Beat disse: "Devo andare, ciao!"
"Ma Beat, è prestissimo... non dicevi che dovevi entrare per le cinque e mezza?"
"Devo mettere la videocassetta nel videoregistratore..."
"E ci metti UN'ORA?"
"Be', no ma... non posso mica stare qui, davanti alla Chiesa! Metti che passa qualcuno e vi vede così..."


I cazzi erano abituati a questo genere di umiliazioni e neanche ci fecero caso... ma la Francese sclerò: "Che CAZZO vuol dire che non vuoi che ti vedano assieme a noi? In un posto come questo, poi! Non stiamo scopando e non ci stiamo neanche drogando, che cazzo abbiamo, L'AIDS?"
"No, no... -
rispose Beat, con un timido sorriso - È solo che voi siete un po'..."
"UN PO'???"


Beat si lasciò andare all'ennesima risatina imbarazzata, quindi la macchina si riempì di parolacce femminili in lingua d'oltralpe (con una netta prevalenza di "MERD!"), mentre i tre cazzi ridevano come mai avevano riso nella vita.

"FATEMI SCENDERE, CAZZO!"

No, non era Beat: era la Francese... incazzata nera.
Da vero cavaliere, Andy aprì la porta per agevolare la discesa della gentil fanciulla, anche perché altrimenti gli avrebbe spaccato un altro finestrino... e non era una bella giornata, per i vetri.
Quindi, nessuno dava più retta a Beat, che ne approfittò per darsela a gambe ed entrare in chiesa.

"Ehi... calma, aspetta... - disse Spud alla Francese - L'hai chiamato te... lo conosci, no? Perché vai via? Dai, resta con noi..."

La Francese non aveva mai bestemmiato nella vita ed iniziò quel giorno, rigorosamente in madrelingua... ed i nomi degli animali suonavano divinamente bene!
Poi urlò che in quel cazzo di quartiere, per quanto sfigato, ci doveva essere una minchia di cartoleria... e le serviva una bomboletta spray, per scrivere BESTEMMIE su TUTTI I MURI della Chiesa e di tutti i palazzi di fronte, a caratteri cubitali, firmate col nome e cognome di Beat!

Furono le ultime parole della Francese, poi sparì... mentre Begbie il Porko rideva, Spud si disperava ed Andy sospirava fissando il nulla, accendendosi l'ennesima sigaretta.
Peccato.
L'ULTIMO PACCO
Prima di ritornare a casa, feci un salto a controllare i prezzi dei PC da Computer Union (sotto casa del Pazzo), poi da Alex (dietro la Venchi), ed infine da Vobis (a Collegno)... vincitore assoluto!
Probabilmente, all'Aginform di via Nizza avrei speso ancora meno, ma non volevo casini: il piano era UN MILIONE di cresta SENZA FARE UN CAZZO, cioè comprando direttamente un PC completo, già montato e con due anni di garanzia, e riconsegnandolo TALE E QUALE, senza dover toccare nulla! Cazzo, stavo per vivere una serata che sarebbe diventata LEGGENDA!

Comunque, feci appena in tempo a cenare e programmare il videoregistratore per che si fecero le nove e mezza e scattò l'ora X: passò Jena il rollatore, con Attila e Lyde.

"Minchia, Marok! L'hai presa la macchina foto?"
"Minchia, l'HALINA! Eccola qua!"
"Solo te conosci 'ste marche della minchia!"
"Capisci di macchine foto tu? E allo'! Toh, tieni ELIO CALABRESE!"


Attila esaminò la cassettina, che era uguale a quella che avevo fatto a Beat... solo che in copertina avevo scritto proprio "ELIO CALABRESE".

Attila scoppiò a ridere e Jena la infilò nell'autoradio, quindi iniziammo tutti a cantare come handicappati.

"Minchia! - commentò Lyde - A 'sto punto, facci pure il CATECHISMO!"
"Sì, nel culo!
- risposi - Dai, non perdiamo tempo! Andiamo a fottere Ranjeet!"
"Proprio di questo parlavamo prima! Quanto ti fai di cresta?"
"Non ci crederete mai... CENTOMILA!"
"100 carte? Minchia... e noi niente? Ti servirà una macchina per andare a prendere il computer, no? Mica lo carichi sul pullman!"
"Ok... ci sto, dividiamo tra noi! L'essenziale è che l'handicappato molli un anticipo del 50%... il resto lo aggiungo io, vado al negozio, compro il PC e lo provo. Quando esco da là vi chiamo, portiamo il PC su da me, glielo configuro e gli copio un centinaio di giochi, così è contento. Tanto, col mio cavo, in un'ora abbiamo finito... da floppy ci metteremmo una settimana! E poi la sera stessa gli portiamo il PC a casa, prendiamo i soldi e vaffankulo!"
"Buono! -
rispose Jena - Però all'Albino non dite nulla della cresta, ok?"
"Perché? Hai paura che spifferi qualcosa a Ranjeet?"
"No... ma, se lo sa, vuole la sua parte!"


In due minuti raccattammo l'Albino, che abitava in zona, e zio Barese, che aveva la faccia stranamente incazzata.

"Oè, Zio Barese, che succede?"
"Eh... lass pèrd... m'and cignàt!"
"Eh? Ti hanno... CINGHIATO?"
"E sìn, m'and cignàt!"
"Ma... com'è successo?"
"Eh... i murt ca tén! Già la materië ié nu casìn, in più m'è chiest cert robb imbossìbb'l, la zòkkël!"
"Ah... ti hanno SEGATO!!!"
"E perchè, ce ièrv capit? Oh, pur la zòcc'l, quann parlav, ognettand parev ca non gapìv, m chiedév d ripet'r le fràs... Ma ce t'nìt a Torìn? Sit surd o sìt féss? Ma vaffangùl!""


Zio Barese ci mise poco a recuperare il buon umore: gli bastò vedere LydeLyde che, con naturalezza, scendeva dalla macchina e si infilava da solo nel bagagliaio... senza che nessuno gli avesse detto nulla: sapeva che eravamo in sei in macchina e che era lui il più handicappato!

"E manca ancora il SETTIMO! - disse Attila - Fortuna che è nano, altrimenti dove cazzo lo ficcavamo?"
"Ranjeet? -
chiese l'Albino - No, ma stasera fa pacco... deve studiare, che oggi l'han segato pure a lui!"
"CHE COSA???"
"Sì, ma comunque dice che non te lo piglia il computer: i suoi non gli danno i soldi! NIENTE CRESTA, MAROK!"
"AÉÉÉ!!!
- urlò Zio Barese - E C' LA SIM PGGHIËT TUTT NDÙ CUL!"

Fankulo.
Potevo buttare i listini di GM nel cesso.
Fankulo.
Ma soprattutto... fankulo.
Serata di MMMMERDAAAAA!
QUELLI CHE ASPETTANO
Alle ore 22:30, sugli schermi dei cazzoni di tutta Italia, andava in onda una delle puntate più memorabili di : la numero 19, con lo studio okkupato da Corrado Guzzanti, Il prestigioso cinema Arco Paolo Rossi ed i Modena City Ramblers! Erano le parti buone dei due poli televisivi che si incontravano e facevano casino.
Figata assoluta!

In quello stesso giorno, ad 8 km da noi, alcune videocassette del Catechismo regalavano stupore a menti innocenti, che dall'indomani probabilmente avrebbero cantato Black Metal.

Nel buio di una piccola stanza, invece, andava in onda una proiezione privata in cui l'attrice protagonista era bella, bionda e francese... e non si pagava il biglietto! Bastava entrare nella fantasia di Spud.

Il nostro cinema, invece, si chiamava Arco ed era al 31 di Corso Principe Oddone, il marciapiede degradato che scorre di fianco alla ferrovia... ed era una location GENIALE, perché lo si vedeva dal finestrino, prima di entrare a Porta Susa.
Quindi, potevamo fare "Ciao ciao!" con il CAZZO, quando passava il treno!
Comunque, il film si chiamava "Vacanze Anali"... sembrava al nostro livello.

Seguendo i vecchietti, facemmo la coda e ci posizionammo nelle ultime file, altrimenti l'Albino avrebbe oscurato mezzo cinema!
Poi si spensero le luci ed il grande schermo si illuminò di immenso.
IL CAZZO DEL BUE
Fin dall'inizio, la trama rivelò la sua originalità: parlava di una coppia di giovani sposini, lui carente in potenza sessuale e lei porca, puttana e troia.
Su consiglio di un luminare della sessuologia applicata, la coppia andava in montagna... perché con l'aria di montagna il cazzo ci guadagna. Senonché (colpo di scena che davvero nessuno si aspettava!), lei iniziò a trombarsi tutto l'albergo, dal direttore all'ultimo degli uomini di fatica, mentre al marito si indurivano le corna... e nient'altro.

"Marok! - disse Attila - Non ce la fai a fare una foto allo schermo?"
"Certo che sì... -
risposi - Però mi appoggio bene alla sedia davanti, altrimenti viene mosso!"
"Perché viene mosso?"
"Eh, perché devo togliere il flash... quindi la macchina, rilevando poca luce, aumenta il tempo di esposizione!"
"Minchia... sei te il nonno multimediale!"

"Oh, Marok... - mormorò Zio Barese - U si luàt u flash, véro? Prcè dó, 'nda cchiss póst, s'ngàzzn assè!"
"Capisci di macchine foto tu? E allo'!"


Appoggiai saldamente la macchina alla poltrona di fronte, aspettai il momento giusto, scattai... e la fidata Halina sparò Somma cultura il FLASH più POTENTE che avesse sparato MAI nella VITA! Figura di merda GALATTICA.
Ci nascondemmo tutti al volo sotto le poltrone... e mi aspettai che venissero a picchiarmi in duecento. Solo l'Albino rimase su, perché tanto non ce l'avrebbe fatta ad abbassarsi.

Alla fine, non arrivò nessuno: i vecchietti erano troppo concentrati sul film, per accorgersi di essere finiti su una pellicola. Potevamo fare tutto il cazzo che volevamo!!! Figata.

La cosa più bella del film era sicuramente l'audio, perché i cazzi, quando sborravano, facevano lo JODEL tirolese.

"JOL-HOL-À-HOL-À-HOL-À-HOL-À-HI-HUUUUUU!"

E poi fiumi di sborra nel culo.
Sono attimi che valgono una vita.

Nel bel mezzo di un amplesso particolarmente vivace, ad Attila venne l'idea geniale: "Dai, cazzo, telefoniamo a Giovi!"
"E ci cazz ié Giovi?"
chiese Zio Barese.
"È un amichetto di Attila!"
"Amichetto... amicone!"
"È un vecchietto a cui telefoniamo di notte! -
spiegò Attila - Tempo fa, tra le due e le cinque del mattino, entravamo nelle cabine e facevamo i numeri a cazzo... così, per svegliare la gente. Quelli normali ci mandavano affankulo, no? Poi è arrivato Giovi... che è CONTENTO! Ti ansima alla cornetta... e, alla fine della telefonata, ti ringrazia pure!"
"Ma vattìnn và! M stàt a pigghiè p'u cul?"
"Giuro: siamo il suo 144!"
"DAI CHIAMIAMOLO!
- urlò l'Albino - Gli facciamo sentire il film! Jena, tu hai un cellulare no?"
"Ma col CAZZO che chiamo Giovi col mio cellulare! Quello è capace che ha il telefono controllato dalla polizia!"
"Dai, non ti riconosco più, cazzo! Ti pare che la polizia sta dietro a GIOVI? Dai, chiamiamo, porca troia! È una figata!!!"


Alla fine, l'entusiasmo dell'Albino ebbe la meglio e partì la chiamata a Giovi, rigorosamente in viva voce... tanto eravamo al cinema.

Per un attimo, sperai che squillasse il telefono a qualcuno che era in sala... avremmo visto in faccia Giovi, sarebbe stato bello!!!
Invece, la realtà superò la mia fantasia.

"Aaaaah! Si' tuuuu! - rispose Giovi - Eh eh eh! Mariuolo! Era un po' che non chiaamaav'!"

La voce di Giovi era pimpante ed arzilla... ed il forte accento meridionale la rendeva ancora più colorita.
Dallo schermo, intanto, la zoccola ansimava ed urlettava con gemiti di tutto rispetto, mentre i cazzi cantavano lo Jodel. Quindi, per non essere da meno, iniziammo a fare i versi più improbabili: cani, gatti, porci, cavalli... tanto non davamo fastidio, eravamo al cinema!

"AAAAH! - urlò Giovi - E COM'È IL CAZZ' DEL BUE?"

Scoppiammo tutti a ridere come handicappati: per un attimo, rischiammo persino di perdere il filo dell'intricatissima trama del film!
Il CAZZO del BUE... con una sola frase, GIOVI AVEVA RESO EPICA QUELLA SERATA... che sarebbe passata alla storia così: con l'immagine del CAZZO del BUE!
Ormai era un essere mitologico, una divinità: il CAZZO del BUE.
BOVINI IN VIA PALMA
Terminato lo spettacolo, Lyde ritornò al suo posto nel bagagliaio.
Così, ficcammo a palla la cassetta di "Elio Calabrese" e ci sparammo Ol tugheder 10 km in direzione Sud per fare il puttan-tour in via Palma, cantando "Nella vecchia azienda agricola" col cazzo del bue, a suon di rutti e scorregge.
Persino "la Terra dei Cachi" sembrava bella, ruttandoci sopra.

E poi l'Albino e Zio Barese impazzirono: è così per tutti, la prima volta in via Palma.
L'Albino buttò fuori la testa, stile Dino dei Flintstone, ed iniziò a lanciarsi in URLA BOVINE, mentre le puttane cercavano di saltargli addosso... e Zio Barese commentava la serata a modo suo: "Uééé c'mbà! Mòòò quanda femmën! Ma ce cazz d póst ié cuss? U Paradìs! Oh, ma chiss sò matt! Chiss tirën i calc' e i mach'n... Auà dà, fann pur u ballètt! Ma stonn proprij fór! Ce figàt... Raga', m'avit apèrt nu munn! Ddó amma vnì tutt le sér!!! Ié nu spettac'l! E vu v lamndàt d Torìn? Cuss ié u Paradìs, tnitavill strett, uagnù!"
GLI ADDII
A fine serata, l'Albino volle assolutamente i nostri numeri di telefono: aveva deciso che, da quella sera, sarebbe sempre uscito con noi!

"Zio Barese! - disse - Mi scrivi pure il tuo numero? Così sabato combiniamo!"
"Non può..."
commentò Attila.
"Oh, minchia, mica ti si chiama alle tre di notte come a Giovi!"
"No, capo... -
spiegò Zio Barese - io no' lo teng' proprij u telef'n!"
"Eh???"
"Non lo tengh... NON G'HO IL TELEF'N' A CASA!"
"NON HAI UN TELEFONO???"
"No. Non lo tengh... Nan m n futt! Ci egghia chiama ji, vachië alla cabbin. Ci m'a disc' quaccós tu, vìn a cààs e m sùn. Sennò, vech tutt' i ggiorn Attila, sta facc' d cazz... e m disc jidd ce cazz ué!
"
"Cioè, tu stai a 1000km dai tuoi, che ti PAGANO la casa, e NON ti rompono il cazzo perché non ti possono telefonare? Non si incazzano?"
"E s'ngazzass'r' pur, c' cazz m n fòtt? Tand na'm pot'n chiamà!"
"Ha una sua logica..."
"E poi al lim't' i chiamk ji, na volt ogn'ettand... o ng' mannk na cartolìn!
"
"Minchia, le lettere dal fronte! E se hai appuntamento da qualche parte e salta? Se nessuno te lo può dire, cazzo fai? Ti fai il viaggio a vuoto?"
"E capirai ce m n fòtt, capo! Cazz tengh da fà? Oh, ma quanda probblém v facìt, uagnù! Rlassatv!"


Zio Barese era un mito, il simbolo stesso della libertà.
L'ultimo eremita privo di telefono l'avevo beccato dieci anni prima, alle medie... ma c'era un vicino che poteva rispondere al posto suo.
Poi c'erano i viaggi: a Bruxelles, quando facevo l'InterRail, avevo beccato degli Australiani che stavano girando il MONDO... ma anche loro sarebbero tornati a casa.
Zio Barese era differente: viveva STABILMENTE senza telefono! Persino gli amici dovevano andare a beccarlo a casa... ed abitava in un LABIRINTO!

"Capito, capo? Tu ca iàvt pur vcìn... ci m ué vdè, m vìn a chiamà! Senno, vaffangùl!"

Beh, almeno aveva il citofono: uno a zero contro Mandingo.

Comunque, ad occhio e croce in quella strada ci ritornerò parecchie volte, a cercare di registrare con i Quarantena. Però restava il dubbio: come sarebbe la nostra vita se tutti, come Zio Barese, vivessero disconnessi dalla rete?
Come sarebbero le cassette che ascolto in cuffia, se le canzoni non fossero separate dai messaggi che gli handicappati mi lasciano in segreteria?
E, se Jena non avesse avuto il telefono cellulare con sé, mentre guardavamo un pregevole film in una sala cinematografica d'essai, come avremmo fatto a chiamare Giovi? E chi ci avrebbe potuto chiedere COM'ERA IL CAZZO DEL BUE?
E Spud sarebbe riuscito a trombarsi la Francese?
E le videocassette del Catechismo sarebbero uscite in versione Calabrese?
Ma soprattutto... a parte gli scherzi... si può sapere com'è il CAZZ' del BUE???

Nessuna di queste domande avrà mai una risposta. Peccato.
APPENDICE
Anche per questa recensione, parecchie foto non sono mai approdate alla versione Internet... alimentando così la vana illusione di rallentare l'implacabile opera degli apriculi!
Però sono rimasti inalterati i nomi e gli indirizzi dei locali, tanto nessuno è sopravvissuto al 2010: alcuni hanno cambiato nome sede e gestione, altri li hanno semplicemente CHIUSI... solo del Puzzle di via Sostegno, per lavare l'onta fino all'ultima goccia, hanno demolito fisicamente l'edificio!!!
Nel frattempo, eravamo usciti... peccato.

In compenso, la grafia delle frasi di Zio Barese è stata riveduta e corretta da una nostra affezionata lettrice, Governatòra, che calorosamente ringraziamo e salutiamo!
Spero che le espressioni ed il linguaggio utilizzati siano fedeli alla parlata autentica di Zio Barese, di cui capivamo una parola su tre... del resto, a lui non possiamo più chiedere nulla: non abbiamo sue notizie da quando ha mollato la casa di via Sostegno e l'università.
Chissà, forse i professori che non lo capivano l'hanno sempre "cinghiato" ed è partito per Naja... pppure, ha vinto alla lotteria ed ora se la spassa in un posto ancora più freddo di Torino, dove l'INVERNO è PERENNE! Comunque, soka.

Due sole cose vi posso anticipare: Beat non mi avrebbe MAI PIÙ chiesto di duplicargli un'altra volta le videocassette del Catechismo... e fu la fine di un incubo!

Inoltre, due settimane più tardi, Elio e le Storie Tese avrebbero pubblicato un nuovo album: Eat the Phikis!
Fu un disco spettacolare, che conteneva perle come "El Pube" o "Tapparella", che noi porci avremmo cantato e ricordato per sempre, fino all'ultimo dei nostri giorni.
Così, gli Elii riuscirono a farsi perdonare la parentesi Sanremese e dimostrarono che, nonostante le sbandate, il gruppo migliore di tutti i tempi poteva ancora regalarci grandi emozioni, persino nel 1996!

E adesso dovevo pensare a non partire per Naja... cioè, dovevo passare Sistemi1!
Ma quella è un'altra storia.
Per il momento, andate tutti catecumenamente, fallicamente e bovinamente affankulo.