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Elio e le Storie Tese live in Ulignano 27/8/2005

Erano passati più di dieci giorni ed ancora non avevo smaltito la cisterna d'alcool assorbita nell'ultimo viaggio dal Mazzantini: l'assenzio dice sempre l'ultima parola ed è soka.
Però bisogna dire che i miei neuroni accennavano timidi segni di ripresa: iniziavo addirittura ad intravedere un handicappato quando mi guardavo allo specchio... era gravissimo... bisognava assolutamente fare qualcosa.
Fu allora che il Pelle mi richiamò: "O Marok, sabato 27 sona di nuovo Elio qua a du' passi, ad Ulignano! Noi s'organizza una cena maiala ni' mezzo ai' bosco, la sera del 26, e poi si va dal Mazzantini!!! Te tu vieni?"

L'alcool c'era, il fumo si procurava, però mancava il terzo ingrediente: la pheega.
"Marok - disse Francy - Vieni ad Ulignano? Sono da sola..."
SI PARTE!
Arrivai ad Empoli a mezza mattinata, le cinque di pomeriggio, ed il Pelle era nel pieno della sua attività logistica: ogni due minuti riceveva una telefonata di qualcuno che chiedeva istruzioni per la cena maiala della sera. E la risposta era sempre la stessa: "Vieni che ci si spacca!!!"
"Ehm... scusa Pelle... - chiesi timidamente - non è che potrei sapere qualche dettaglio in più?"
Il Pelle non disse parola, mi guardò e mi diede in mano il prospetto informativo.
Non so perché, ma sentivo che si preannunciava una bella serata
CENA MAIALA NI' MEZZO AI' BOSCO
LA CENA MAIALA NI' MEZZO AI' BOSCO
Dopo una breve sosta tecnica dal Mazzantini, perché arrivare sobri pareva brutto, mi ritrovai in quella selva oscura che Cala la notte, escono i compagni di merende! già fu teatro delle allegre scorribande dei compagni di merende del buon Pacciani. Che, in ogni caso, in confronto al Mazzantini è assolutamente un cazzo di nessuno.

Fu bello ritrovare tutti assieme gli squilibrati compagni di mille troiate ed avventure, il Viviani che cercava di far funzionare un generatore che generava solo bestemmie, i due handicappati con la chitarra che si prodigavano in stornelli, frocioni ed osterie, e gli altri che spaccavano legna, scaricavano casse d'alcool e buttavano chili di carne sul fuoco. Probabilmente umana.

I volti, i luoghi e l'atmosfera che ci circondavano erano pittoreschi quanto surreali, più mi guardavo intorno più ero convinto di trovarmi dentro al sogno di un artista in viaggio da crack. Ed in effetti quando si raccontano le serate dal Pelle non si viene mai presi sul serio, chissà poi perché.

Questa volta però avremmo avuto testimoni d'eccezione: una prestigiosa delegazione delle FAVE ROMANE, nelle personcine di Duccio UlulìDuccio, Giorgio, Leesa e Tracca: se non crederete alle mie parole, domandate loro e vi sarà detto! Ammesso che siano ancora vivi.

Appena arrivate, le Fave Romane mi analizzarono come si fa con una cavia umana: ero arrivato prima di loro, stavo sdraiato in mezzo a bottiglie di vino semivuote parlando da solo e mormorando cazzate, eppure davo ancora segni di vita, seppure non intelligente... non se ne capacitavano.
"Marok - mi chiesero - secondo te si sopravvive?"
"No!" risposi. E ricominciai a bere.

Ben presto il vino rosso mise ordine tra i neuroni, La prima vittima del Rock and Roll cancellando dalla tavola ogni traccia di lucidità mentale, l'unico con la testa a posto era un misterioso volatile alieno che decidemmo di eleggere a nostra mascotte. Duccio lo battezzò PATROSFSZ. Credo di non dover aggiungere altro.

A completare l'opera del vino fu la carne umana alla brace, che innescò scene da guerriglia urbana. Alla fine finimmo per dedicare ogni morso al Favone Grassone ed al suo pittoresco pacco: non era venuto perché doveva GUARDARE IL CANE DELLA TIPA.

Un po' tutti mi chiesero notizie del Favone: da quelle parti era una celebrità, ma non si vedeva da parecchio ed era un vero peccato. Andò a finire che passai la serata a raccontare le ultime avventure del nostro obeso compare e dei South A Phoss. Argomento principe gli sms di "Buongiorno!" che gli mandiamo alle cinque del mattino, quando noi siamo in giro ubriachi e lui si alza per aprire l'edicola, poi la meravigliosa arte degli insulti ad Ivan Piombino, l'indimenticabile medley anti-Ligabue che l'ha reso famoso e, naturalmente, la cena che aveva fatto sognare una generazione, quando avevamo invitato il Trio Bobo a mangiare a casa del Caciorrone e Faso, viste sul sito le foto della tavolata, ci aveva detto che non sarebbe mai più venuto in un posto in cui c'ero io perché sono un MALATO MENTALE: "se uno mi fa una foto mentre sto con un mio amico a mangiare il gelato e la mette in rete, è come dire che IL MONDO MANGIA IL MIO GELATO!".

A quelle parole il Pelle sgranò gli occhi: "È venuto a mangiare da voi e v'ha detto una cosa del genere???"
"Be'... sì..." risposi, divertito.
"E voi un avete fatto nulla???"
Descrissi in breve le goliardiche quanto bonarie ed assolutamente innocue risposte alle paranoie del buon bassista, come le foto 'il mondo beve la mia birra' e 'Il mondo mangia la mia carneil mondo mangia la mia carne' di cui da allora tappezziamo Internet. Ma il Pelle non era soddisfatto.
"No guarda, se uno faceva una cosa così da ste parti - commentò il Pelle - minimo gli si faceva uno spregio..."
"No va be' - minimizzai - non siamo vendicativi..."
"Ma no, niente di pesante, ci vuole un che di artistico... che abbia a che fare con le foto..."

Rimanemmo un po' a pensare, finché non fu l'ennesimo bicchiere ad illuminarci d'immenso: "O se s'invita il Trio da ste parti e s'obbliga Faso a mangiare davanti ad uno che gli fa foto?"
"Bello, ma non funziona - obiettai - potrebbe sempre cacciarlo! L'unica sarebbe che il fotografo fosse inamovibile, tipo PARTE DELL'ARREDAMENTO..."
L'orrendo foo "Un QUADRO! Un QUADRO di Marok che fa foto sulla parete davanti a Faso!!! Mica si può far togliere un quadro dal muro d'un locale!!!"
L'idea mi piacque un sacco, era semplicemente geniale.

Ora bastava mettere a punto qualche piccolo insignificante dettaglio, tipo convincere qualcuno di Empoli o dintorni a mettere un locale a disposizione per lo spregio, invitare il Trio Bobo a suonare, attaccare una mia foto che faccio una foto davanti a dove avrebbe mangiato Faso, ma, soprattutto, vedere l'alba dell'indomani, visti i litri d'alcool che stavano scorrendo sulla tavola.

In realtà la serata finì senza feriti nè spargimento di sangue: unico dato da segnalare la nascita di un amore, qualche individuo in coma neurovegetativo ed una panchina di PIETRA spaccata da ciò che rimaneva di Leesa e Giorgio, ormai prive di riflessi cerebrali. Quello messo peggio però era il Tracca, passava il tempo a fissarmi mentre facevo foto agli handicappati.

L'orrendo foo "Che macchina hai?" mi chiese.
"Canon A80!".
"Prima o poi me la compro anch'io come la tua!"
Perfetto. Ne avevo rovinato un altro. Il mondo mi farà causa. A cominciare dalla Canon.

"MAROK! - urlarono tutti all'improvviso - L'SMS AL FAVONE GRASSONE!!!"
Un'occhiata veloce all'orologio mi diede la conferma: si erano fatte le cinque.
"Buongiorno! - scrissi - Il Pelle ed io vorremmo due copie del Biellese! Cortesemente, ce lo può portare ad Empoli?"
Questa volta il Favone rispose subito: "Il sabato non esce. Però c'è la provincia di Biella. Tra i titoli: iniziativa dell'assessore provinciale Marco Abate: 'Farò il pendolare per vedere come funzionano i treni!'"
Avevamo fatto il nostro dovere, potevamo andare a dormire.
Amore a casa Pelle IL RISVEGLIO
Ogni volta che mi risveglio, mi guardo intorno e scopro di essere a casa Pelle, mi stupisco di non avere sboccato, di essere ancora vivo e, soprattutto, di quante cazzo di telefonate il Pelle riceva in continuazione. Questa volta era tutta gente che gli chiedeva istruzioni per Elio, ma se avesse un centesimo per ogni chiamata che riceve sarebbe miliardario.

Anche il mio telefono squillò: era Francy!
"Marok, stanotte posso dormire dal Pelle con te? Non me la sento di guidare fino a casa..."
Amo le giornate che iniziano in questo modo...

Infatti il telefono squillò di nuovo: era SCHOPENHAUER!
L'equilibrio si era ristabilito.
"Marok!!! Mifottomifottomifottosucchiosucchio!!! Sono a Siena!!!"
"Ah... cazzo ci fai a Siena???"
"Boh... ho visto che Elio è ad Ulignano e che Ulignano è in provincia di Siena... ho preso un treno e sono andato a Siena!"
Chiesi lumi al Pelle, che mi comunicò che Siena rispetto ad Ulignano era dall'altra parte del mondo e che al limite si poteva anche fare un giro della minchia e passare di là, ma ma solo se c'era pheega. Quindi Schopenhauer soka e teletrasporto.
Potevamo partire.
VIA!
Per quanto avessimo fatto le cose nel più lento e scazzato dei modi eravamo comunque in un folle anticipo, così ne approfittammo per fare un salto al Mazzantini, anche perché un giorno che inizia senz'alcool è come un computer senza immagini porno: triste, vuoto e, soprattutto, inutile.

Era la prima volta che si faceva quella strada di giorno e la luce, innaturale come una pheega ad informatica, mi fece notare la curiosa vetrina di tale Ivano l'arrotino è in casaIVANO L'ARROTINO.
"È un gran personaggio di Vinci!" mi disse il Pelle.
"Non dubitavo!" risposi
In tutta Vinci ne avessi conosciuto uno normale...

Dopo l'assenzio ed il Mazzantini, la strada per Ulignano si perse negli splendidi panorami delle terre etrusche, lungo un orizzonte che madre natura creò ondulato al solo fine di discolpare i fumi dell'alcool. Tra il verde dei vigneti e l'oro del grano, tra casolari, locande ed orologi di campanili medievali che scandivano pigri il fermarsi del tempo, improvvisamente iniziò a piovere.

"O ma mica c'è Grumo?" mi chiese il Pelle, spaventato.
"No - risposi - tranquillo!"
"O allora com'è che piove?"
"Boh... se piove ora me ne fotto, basta che non piova al concerto!"
"Sì, te tu c'ha ragione - disse il Pelle - Se un c'è Grumo siamo salvi!"

Panorama dal palco
PENETRAZIONE
Effettivamente, sotto il colle d'Ulignano la pioggia aveva già smesso. Fu una fortuna perché la strada era piena di curve bagnate come la pelle d'una maialissima troia e per entrarci c'era un cazzo di ponte di legno stretto e privo di ringhiere come il giro vita d'una sedicenne puttana (ciao google!).

Se non altro, scovare il paese non fu difficile: c'erano tre case in tutta la collina ed il concerto era nell'unico spiazzo del paese, al campo sportivo. Quei ragni avevano transennato l'accesso al campo, in maniera da far pagare per entrare, ed il Pelle era seriamente preoccupato: per una volta non conosceva nessuno dell'organizzazione.
"Facciamo che ci ragioni te - mi disse - perché con la gente di fori son gentili, se senton la mia parlata lo si piglia ni'culo!"
"Tranquillo, non ci sarà bisogno di parlare!" gli risposi, ed estrassi dallo zaino due pass di Alan Magnetti. Uno me lo misi al collo, l'altro lo regalai al Pelle, dicendogli: "Da oggi la tua vita cambierà: l'Infinito è con te!"

Davanti a noi, due tizi si avvicinarono al cancello con aria circospetta.
"Possiamo entrare?" chiesero ai buttafuori.
"No, qua s'apre alle nove!"
Il Pelle ed io non proferimmo parola, tenemmo il pass in bella vista e gli passammo davanti, come se niente fosse. Nessuno ebbe nulla da obiettare. GRAZIE INFINITO!

Appena dentro, FRANCY, più pheega che mai, mi saltò addosso esultante: "MAROK! MI HANNO FATTO ENTRARE!!!"
Per decoro preferii non indagare nè sul come nè sul perché.

A quel punto il Pelle ci salutò, perché l'avevano chiamato degli amici suoi che s'erano dispersi e doveva andare a raccattarli in culo ai lupi.
Così ci ritrovammo soli.
In un grande campo sportivo ancora deserto.
Soli, io ed un Motivo.
Fu allora che mi voltai e vidi LUI: Francy e Marok meet SchopenhauerSCHOPENHAUER!!!
Era già ubriaco perso, non seppe fornire spiegazione alcuna su come avesse fatto ad arrivare fino ad Ulignano nè soprattutto ad entrare, iniziò una frase sconnessa in cui parlava di cancelli scavalcati e viaggi in autostop, poi si riattaccò alla bottiglia e ricominciò a bere e ad urlare bisillabi generati in modo casuale.

Per fortuna, il cielo ci inviò il presidente Cops, era appena arrivato ed era già alle prese con lo stand dei brulé assieme ai suoi compari. Andammo a salutarlo, ma era stranamente irrequieto.
"Marok! C'è Grumo?"
Effettivamente il palco era scoperto ed il terreno era sabbioso, fosse piovuto sarebbe stato un macello.
"No, tranquillo - risposi - sta a casa sua, stasera durante il concerto non piove!"
In un attimo, il suo volto si risollevò.
"Però sai che stasera ho diritto a dieci brulé gratis? Ho il pass di Alan Magnetti!"

Prima che l'asta che reggeva il tendone ci finisse longitudinalmente su per il culo, riprendemmo la nostra postazione di svacco sulle panchine ai lati del campo, per poi accorgerci che lo stand della birra aveva aperto, ad uso e consumo di quelli che montavano il palco. Così guardai Schopenhauer e gli dissi: "Renditi utile! Portaci da bere!"
Mondo, provaci tu! "ALÈÈÈÈÈ!" urlò l'handicap, e corse verso lo stand.
Ritornò pochi minuti dopo con tre bicchieroni di birra ed un gioioso sorriso: ognuno al mondo ha una sua funzione, basta scoprirla.

Alle sei gli Elii ancora non s'erano visti, però da dietro il palco aveva fatto capolino lui: il grande Foffo! Era di buon umore ancora prima che gli offrissimo da bere e, visto il pass di Alan Magnetti, mi parlò con aria preoccupata del disco che l'Infinito stava incidendo nel suo studio.
Logico e consequenziale fargli sentire Il volo della fenice rifatta dai South A Phoss, che io considero un piccolo capolavoro.

Per trenta secondi buoni rimase ad ascoltare imperturbabile, non riuscivo a capire se gli facesse schifo od il contrario. Poi si tolse le cuffie e si lasciò andare ai complimenti: fatta così, gli era veramente piaciuta! Ora bastava convincere l'Infinito a rifarla uguale anche nel disco... ce la potevamo fare. Forse.
QUELLI CHE ASPETTANO
Tra un giro al cesso ed uno al parcheggio, ritornammo al cancello che s'era già formata una discreta coda: i buttafuori non facevano entrare nessuno perché non c'era ancora la cassa con i biglietti.
"Oddio, come facciamo ora a rientrare?" mi chiese Francy
"Semplice: come prima! - le risposi - Tu sei pheega ed io ho il pass di Alan Magnetti!"
Fischiettando, passammo davanti a tutta la coda ed entrammo indisturbati.
Grazie, Infinito!!!

Non appena Francy ed io ci fummo svaccati sotto la transenna del palco, le porte si aprirono ed una massa informe, capitanata da Schopenhauer, si catapultò alle nostre spalle. In breve fummo circondati da un'orda di barbari, muoversi da lì era assolutamente impossibile. E non avevamo niente da mangiare.

"Schopenhauer - dissi - ci prendi dei panini e delle birre?"
"CORRO!!! ALÈÈÈÈÈÈÈÈÈÈ!!!" rispose l'handicap, sgomitando tra la folla e correndo verso il chiosco, che era già stato preso d'assalto. Sarebbe tornato a mani piene o non sarebbe più tornato. In entrambi i casi il dottor Marok risolve.

Quando il Pelle fece ritorno era seguito da un allegro corteo, parecchi i volti noti tra cui, udite udite, le Fave Romane: contro ogni previsione erano sopravvissute alla cena maiala. Poco male, in serata li attendeva il Mazzantini.
Fu allora che, alle nostre spalle, vidi Schopenhauer che ci veniva incontro, aprendo la folla come Mosé il mar Rosso, e ci portava in dono birre e panini, urlando: "Alèèèèèèè! Arrivo!!!!!!"
L'ho sempre detto, nell'handicap c'è del soprannaturale. Basta saperlo usare.

Il panino faceva schifo, però l'ultima cosa che avrei pensato era che la foto mia e di Francy "Il mondo mangia il nostro panino!il mondo mangia il nostro panino" sarebbe finita su una rivista come esempio negativo di malcostume giovanile di chi mangia in un luogo pubblico ["ciao Favone, mi mandi una copia della rivista così la metto nella recensione in questo punto qua?" "ma certo!" "grazie" (Dicembre 2005)].

Schopenhauer intanto stava superando se stesso, era già riuscito a farsi mandare affankulo da tutti quelli che aveva attorno. Ed erano veramente tanti.
"IVAN PIOMBINO! - urlava - PIOMBINO! PIOMBINO!"
"Perché ce l'hai con Piombino?" gli chiese un tipo.
"Conosci Piombino???"
"Be'... sì... IO BORN IN PIOMBINO!SONO NATO A PIOMBINO..."

Per chi non ne fosse al corrente, esiste davvero una città chiamata Piombino ed è una ridente località sul mar Tirreno, vicina all'Elba.
Ora, dare una notizia del genere a Schopenhauer era come dare il la ad un musicista, come dare la pheega ad un essere umano, come dare un server Unix ad un Nerd... Schopenhauer tirò fuori dallo zaino l'ultimo disco di Ivan Piombino.
"Ti faccio sentire una cosa che ti stupirà!" disse.

Devo dare atto che il coefficiente di resistenza del malcapitato fu invidiabile, non tanto per il disco in sé quanto per le cazzate con le quali Schopenhauer lo bombardava.
"Ok - disse, dopo una lunga agonia - te lo compro!"

Nella folla scese il silenzio.
L'esercito di barbari si ammutolì.
Non volava più un rutto nè una scorreggia.
Lo stesso Schopenhauer si paralizzò: era un evento che nemmeno lui aveva previsto.
"Ma... non ne ho una copia da vendere..."
"Me lo puoi spedire?"
Schopenhauer diede al tipo l'indirizzo del sito di Piombino, dicendogli che lì avrebbe trovato la risposta ad ogni sua domanda ed avrebbe capito il senso della vita. Non abbiamo più notizie di lui. Sono cose che fanno pensare.

Pubblico rock Poco dopo il telefonino squillò: era il PELLE.
Mi affacciai dalla transenna, ci vedevamo in faccia ma il bordello era tale che, per quanto urlassimo, per sentirci dovevamo usare il telefonino: una scena a dir poco surreale.
Mi disse che gli era capitato un imprevisto, che il giorno dopo doveva lasciare casa presto per andare a lavorare, che quindi dopo il concerto non sarebbe potuto essere dei nostri, ergo Mazzantini soka. Intanto da lui erano tornati i suoi e non c'era più posto per Francy. Un quadro incoraggiante.

"Il Bemba ha un po' di posti - mi disse - quindi Francy può dormire dal Bemba e tu da me!"
"Stocazzo! - risposi - io e Francy si dorme insieme, dal Bemba o dovecazzovuoi!"
"Ah... ok! Se ti garba così un c'è problema... a posto allora!"
Si preannunciava una bella serata.

"Ho sentito bene? - chiese Schopenhauer - Hai un posto per dormire? No perchè io non so dove cazzo dormire e..."
Perfetto.
E MUSICA FU!
A parte l'essere in prima fila vicino alla pheega, l'unica cosa positiva di quel concerto era la scaletta nuova: stavo per assistere alla PRIMA del BRULÉ VOLUME 3!!!
E gli Elii fecero il 2.

Discomusic Scaletta uguale a Senigallia, unica novità GIOCATORE MONDIALE. Bella ma, senza la Gialappa's, era come ci fosse un vuoto. Bisognava fare le sue veci!
"ARGENTINIIII!!! - urlai con tutto il fiato che avevo in corpo - NON PRENDETEVELA COSÌ, PRENDETEVELA NEL CULOOOOO!!!".

Schopenhauer mi guardò con aria allibita, non cogliendo nè il contesto nè la citazione, poi guardò Francy e, senza il minimo perché, le urlò: "TROIA!!!"
Non ricordo di avere mai visto un ceffone partire così rapidamente ed anche il rumore fu epico, riuscì a sovrastare tutto il bordello del concerto, eco compresa. Peccato non averlo filmato, sono sempre cose che fanno audience.

Non appena il trauma facciale gli diede tregua, Schopenhauer riprese ad urlare come un handicappato. Gli addii Per fortuna il nostro angelo custode Cops ad intervalli regolari veniva a portarci agglomerati di lattine di birra, mai indispensabili come in questo caso: quelle che non riuscivamo a bere le regalavamo a quelli intorno a noi in cambio della tacita sopportazione di Schopenhauer.

Ed anche questa sera c'era HOMMAGE À VIOLETTE NOZIÈRES e io sborroh.
Quella canzone mi piace da impazzire.
"È un brano dedicato ai malati di mente!" annunciò Elio.
"IVAN PIOMBINO!!!" urlò Schopenhauer.
Elio fece un cenno di approvazione, ma non lo nominò per spregio. Giusto così.

E poi TAPPARELLA e soka, senza una sola goccia di pioggia! Grumo fankulo!!!
BACKSTAGE
Il bello dei concerti in culo ai lupi è che, generalmente, il dopo concerto è tranquillo.
E con noi c'era Schopenhauer. Perfetto.

Francy meets Foffo L'ultima volta che l'handicappato aveva incontrato Elio gli era saltato addosso e gli aveva leccato una mano, terrorizzandolo. Sperando di assistere ad un replay, osservai attentamente l'handicap mentre si dirigeva verso il cantante con il lettore cd portatile in mano.
"ELIOOOO!!!" gli urlò nelle orecchie a neanche mezzo metro.
Elio si voltò e lo guardò con un misto di timore, odio e rassegnazione.
"Hai già sentito il cd di IVAN PIOMBINO???"
Elio sospirò e, con un fil di voce, rispose: "Sì!"

Un po' deluso, Schopenhauer tolse il cd dal walkman e lo rimise nella custodia originale del cd di Piombino, che attualmente ospitava Cicciput.
"AAAAARGH!!! - urlò Faso - Hai messo CICCIPUT dentro alla custodia di PIOMBINO!!! Hai mischiato un piatto pregiato con la MMMMMMEEEERDA!!!"
Ivan Piombino era stato insultato, missione compiuta, potevamo tornare a casa.
CASA BEMBA
Salutati gli Elii, il Pelle fu categorico: doveva andare a dormire, quindi Mazzantini soka. PiombinoKastrox.

Per fortuna il Bemba superstarBemba aveva posto per tutti e ci poteva ospitare, a patto di non fare bordello.
E con noi c'era Schopenhauer.
Perfetto.

Casa Bemba era un vero splendore, una villa antica in mezzo alla campagna con affreschi e quadri appesi a tutte le pareti, mobili di pregio ed L'ho sempre detto che la pheega è arteantichi specchi che suggerivano alla fantasia scene degne del più classico podere Scopaione.
Non osavo pensare a quanta parte di tutto ciò sarebbe sopravvissuta ad un'intera notte con Schopenhauer... ed io c'ero! Fantastico.

Il Bemba aveva parecchio sonno, così salì di sopra e si mise a dormire: occhio non vede, cuore non duole.

"Però mi raccomando, non fate bordello!"
"Sìsì!" risposi, indicando Schopenhauer.
Sarebbe stata una bella serata.

Per fortuna, l'inquinamento acustico non fu un problema: tempo dieci minuti e scoppiò un temporale pauroso, tuoni, Francy Vs Schopenhauer fulmini, pioggia a secchiate, una vera apocalisse, insomma, il classico contesto che, in presenza di Grumo, si sarebbe manifestato durante un concerto all'aperto.

E che cosa si può fare con una giovane donna in una grande casa tutta vuota quando fuori piove?

Francy disse che aveva sonno e si mise a letto.
"Ottima idea!" commentai, e mi misi anch'io a letto. Nel suo.

"Ottima idea!" commentò Schopenhauer, e si aggregò, per la felicità di entrambi.
"Ed ora che facciamo?"
Francy sorrise: "Dai, facciamo una videointervista?"

Era una sfida degna della lucida follia di Schopenhauer... i risultati nel filmato che segue.
BONUS: IL VIDEO!
SCHOPENHAUER INTERVISTA FRANCY




Scarica DIVX (115 Mega)
FANKULO
Quando Francy si risvegliò e si guardò intorno, le sue prime parole furono: "Ho dormito tra il DOTTOR MAROK e SCHOPENHAUER! E sono ancora VIVA!!! ALÉÉÉÉÉÉÉ!!!"
Ci vuole poco per rendere una giovane donna felice ed il sole fece il resto: era una splendida giornata.
Fuori.
Dentro casa invece l'acqua del temporale si era infiltrata lungo il muro e sul pavimento era comparsa una pozzanghera di dimensioni ciclopiche ad un lato del letto.
Schopenhauer suggerì che potevamo rotolarci dentro con la pheega e passare così una splendida mattinata ma Francy, chissà perché, non era d'accordo. Però mi porse la sua mano in segno di reciproca stima e si fermò ad osservare la mia.
"Marok!" mi disse
"Sì?"
"Guarda il tuo indice!"
"Sì?"
"CE L'HO PIÙ LUNGO IO!!!"

Ce l'ho più lungo io.
Una giovane donna mi aveva detto: "Ce l'ho più lungo io!"
La giornata ormai era fottuta, non avevo più nemmeno voglia di demolire la casa.
Ce l'ho più lungo io.
Ma vaffankulo.
Ce l'ho più lungo io.
PiombinoKastrox.

Anche Schopenhauer era un po' fiacco, erano più di sei ore che non toccava un goccio d'alcool e quindi non si reggeva in piedi, barcollò per un po' e poi si estinse su una sedia, fissando il vuoto, immobile.
Osservarlo in quelle condizioni faceva davvero paura. La Schopenhauer still - Tempo di esposizione 15 secondifoto che vedete è stata scattata al buio, senza flash, lasciando la macchina fotografica sul tavolo, con 15 SECONDI di tempo di esposizione. Come vedete, è perfettamente ferma. Non è possibile fare una cosa del genere con nessun altro essere umano.

Schopenhauer si risvegliò solo all'arrivo del Bemba, appena in tempo per fargli ascoltare il cd di Ivan Piombino.
Il volto del Bemba cambiò colore una decina di volte, temevamo seriamente che ci sarebbe rimasto stecchito, indecisi se chiamare un medico od un avvocato optammo per una saggia fuga verso la stazione.

Era tempo di ripartire ed era l'ultima volta che dall'altra parte del viaggio ad attendermi c'era il mare.
L'estate era finita, con lei le zingarate ed il pellegrinaggio dell'handicap.
Non sapevamo quando ci saremmo rivisti, forse tardi, forse presto, forse mai più, in tutti i casi di lì a pochi giorni il quotidiano ci avrebbe di nuovo catturato.
Ma il nostro handicap sarebbe sopravvissuto per sempre e noi saremmo rimasti ancora là, irriducibili handicappati innamorati dell'estate, già distanti ma ancora pronti a mandarci, come sempre, immancabilmente e perennemente affankulo.