Al ritorno da un mese di mare sole e pheega, la città è una condanna severa. Troppo. Soprattutto quando
l'autistico Grumo
mantiene le distanze di sicurezza e, di conseguenza, è ancora estate.
Avrei colto al volo ogni pretesto per andare fuori dai coglioni, fosse anche stato un torneo di freccette a Novara, una castagnata in val Filzetta od un festival di arte poliedrica in cui fossero esposte solo opere di
Ivan Piombino.
Fu allora che, per puro caso, lessi di un concerto di Elio a Farigliano, un paesino in provincia di Cuneo.
Andare o non andare?
Decisi di non interrompere il trend positivo del 2005: se non avessi trovato pheega, avrei tirato pacco.
Squillò il telefono.
"Ciao Marok! Sono
Alessia,
la Fava di Torino!"
Alessia di Torino.
L'ultima volta che l'avevo sentita era il 1999.
"Sabato c'è un concerto degli Elii a Farigliano! - esclamò, felice
- Tu vai? Io ci volevo andare, ma non trovo nessuno con la macchina..."
SI PARTE!
Di macchine ne avevo trovate addirittura due: quella di
Mazzu
e quella di
Ivan Piombino (sempre che, nel frattempo, non l'avesse sfasciata).
Al gancio in piazza Massaua ci ritrovammo in sei: Ivan Piombino, Mazzu, la
Dottoressa Formaggio,
il
Quinto Piano,
il sottoscritto e, naturalmente, Alessia.
Ivan Piombino, che già di natura partiva handicappato, stava raggiungendo abissi di sfiga inesplorati per il genere umano: era quasi un anno che passava le giornate a rispondere ai messaggi della piccola Cate, che lo insultava e non gliela dava, ed era contento.
Sarebbe andato avanti così per ore ma,

se la matematica non era un'opinione, occorreva che anche lui mettesse le sue cazzo di mani sul volante: in sei in una macchina, difficilmente ci saremmo entrati.
"Piombino, seguimi!" esortò Mazzu.
Piombino mise in moto, uscì dal parcheggio, bocciò con entrambe le macchine che confinavano con la sua, poi iniziò a seguire Mazzu.
Non da dietro,
di fianco.
Attenzione, non vorrei mai essere frainteso: non solo in città, anche
in autostrada.
Insomma, la macchina di Piombino rimase affiancata a quella di Mazzu per una buona tratta della Torino-Savona, per fortuna deserta.
Alessia, in macchina con Piombino, in un pomeriggio perse dieci anni di vita.
Abbiamo rovinato una creatura.
TERRA!
Arrivammo sul luogo del misfatto che saranno state le cinque. Il sole picchiava ancora forte, però c'era un sano venticello ristoratore e, soprattutto, non c'erano tracce di civiltà.
Sede del concerto un campo in mezzo al nulla, senza nemmeno il miraggio di un paese nelle vicinanze. Era uno dei luoghi più in culo in cui io avessi mai visto Elio e le Storie Tese... sembrava quasi un posto da Farinei.
Piombino, quindi, parcheggiò in uno spiazzo sterrato lungo la strada.
"No, io qua la macchina non la mollo... - commentò Mazzu
- Se fa un temporale, devo chiamare il carro attrezzi!"
"Be', ma non c'è Grumo! - obiettai
- Perché dovrebbe piovere?"
Mazzu rispose soka ed il nostro viaggio proseguì verso una scatarrata di capannoni industriali che si intravedeva all'orizzonte.
Sotto i capannoni il miracolo: un marciapiede asfaltato.
Mazzu giudicò la sede idonea al parcheggio, ci fece scendere e posteggiò.
Per sua sfortuna, Ivan Piombino lo seguì e fece lo stesso. Nella foto i risultati.
Ora, finalmente, anche Alessia poté scendere dalla macchina di Ivan Piombino.
Era in evidente stato di shock e pronunciò due sole parole:
"MAI PIÙ!"
Perfetto.
PENETRAZIONE
Con nostra sorpresa, un cartellone ci rivelò che il concerto era a pagamento.
10 euro.
Noi però avevamo i pass di Alan Magnetti, me ne avanzava uno anche per Alessia, che problema c'era?
Davanti all'entrata del campo vidi alcuni ragazzi, gli andai incontro con aria indaffarata.
"Ciao! Scusate il ritardo!" esclamai affannato, facendo vedere il pass.
Ci dissero di non preoccuparci perché le prove non erano ancora iniziate e ci accompagnarono dentro. Splendido.

Il primo volto noto che incontrammo fu il
presidente Cops,
stava tirando giù il merchandising dal furgone.
Ci mettemmo a dargli una mano finché tutti i ragazzi del posto non si fossero convinti che quelli con il pass di Alan Magnetti eravano veramente parte dello staff.
Per fortuna, furono sufficienti un paio di minuti, poi tutto ritornò nella norma, mandammo il lavoro affankulo, il Quinto Piano prese dal camion un po' di
poster
e, con il pretesto di appenderli, ce li andammo ad inculare in macchina.
Al nostro ritorno, ci accorgemmo con piacere dell'esistenza di alcuni chioschi, il cui contenuto si poteva riassumere in tre parole:
porcate, birra e pheeega. Il paradiso.
"La vuoi una birra? - dissi al Quinto Piano
- Offro io!"
"Ma certo!" mi rispose lei, sorridente.
Scelsi il chiosco con più pheega, chiamai la più bionda tra le tipe, le feci vedere il pass di Alan Magnetti e le dissi:
"Ciao! Mi fai due birre?".
Senza nulla obiettare, lei mi riempì due bicchieri.
"Grazie!" le dissi.
La voce che
il pass di Alan Magnetti dava diritto a bere gratis fece rapidamente il giro del campo: nel giro di pochi minuti, tutti avevamo fatto il pieno di birra e di porcate e stavamo svaccati sull'erba nell'attesa che la natura facesse il suo corso. Quel posto era veramente il Paradiso.
In tutto ciò,
Alessia
ci informò che doveva studiare perché aveva un esame lunedì e, incurante di tutto lo schifo che la circondava, aprì lo zaino, tirò fuori un quaderno femminile e si immerse.
Tutti sapevamo che era un pretesto per isolarsi da Ivan Piombino, ma, naturalmente, il tentativo si rivelò vano.
L'artista poliedrico vince.
JOBBY, COPS E L'INFINITO
Stavamo parlando del più e del meno, quando Piombino gridò:
"L'INFINITO!!!"
"Eh?"
"C'è
ALAN MAGNETTI!!!"
"Ma quanto cazzo hai bevuto?"
Ci voltammo e vedemmo un puntino nero col mantello, al di là dell'entrata.
Alan Magnetti.
Le ultime 5 persone che avremmo pensato di trovare a Farigliano.
Andai dai ragazzi e spiegai loro che anche Alan era parte dello staff, in qualità di Infinito, così lo fecero entrare.
"Come hai fatto ad arrivare fino a qua?" chiesi.
"All'Infinito non servono mezzi - rispose
- il mezzo è l'Infinito!"
Solo in seguito avrei scoperto che gli aveva dato un passaggio il signor Brancot, che nel frattempo era sparito. In compenso, un perfetto sconosciuto mi vide e disse:
"Tu sei Marok del sito di Marok?"
"Dipende!" risposi, temendo di dovergli dei soldi.
"Ciao, io sono
Jobby!"
Ci conoscevamo via Internet, ma era la prima volta che lo vedevo dal vivo.
"Ciao Jobby! Come hai fatto ad entrare?"
"Sono amico dei ragazzi all'entrata! - rispose
- E tu?"
"Io ho il pass di Alan Magnetti!"
"E che cazzo è?"
Sarebbe stata una lunga serata.
Alan Magnetti non passava certo inosservato, ma piaceva tantissimo ai ragazzi della security, che iniziarono ad attaccare bottone solo con lui. Tutti rigorosamente maschi.
Conoscevano già l'Infinito e, quindi, consideravano valido il nostro pass?
Consideravano valido il nostro pass, perché era bello, e quindi consideravano valido l'Infinito?
Non l'avremmo scoperto mai, nemmeno vivendo.
IL SENSO CIVICO
Col passare del tempo, dietro ai cancelli si era formata una bella coda.
"Voi avete già fatto il biglietto?" chiese Jobby.
"Bah, ormai che siamo entrati ce ne possiamo anche sbattere il cazzo...".
"Be', sì, cacciarci non ci cacciano, però è una serata per beneficenza... io per correttezza lo vado a fare!"
"Ah... è per beneficenza?"
"Eh sì..."
"Ma anche il ricavato dei chioschetti va in beneficenza?"
"No, la birra no... solo il concerto!"
Va bene che eravamo Fave, ma fottere la beneficenza ci sembrava un po' troppo... del resto avevamo già la birra gratis! Così raccolsi i soldi ed andai con Jobby all'ingresso a prendere i biglietti per tutti. Poi tornai dentro e ricominciai a fottere birra, altrimenti mi sarei sentito in colpa.
IL TREZEGONE
I cancelli aprirono verso le nove ed un'orda umana si riversò alle nostre spalle.
Avevo già incontrato Alan Magnetti, Jobby, quale altra sorpresa mi poteva riservare il destino?
Semplice: il
TREZEGONE!
Era un handicappato amico di Mazzu, l'avevo visto una volta sola nella vita, prima di partire per il mare... ed era stato indimenticabile.
Eravamo all'Eagle House, la birreria di casa nostra, il Trezegone era entrato, aveva detto
"Ciao!" e subito dopo era cascato per terra, da solo, spaccandosi una spalla.
Così.
Credo che all'Eagle abbiano ancora la sua foto in formato poster vicino all'ingresso.
"Come va la spalla?" chiesi.
"Eh insomma... - rispose
- Ho passato un mese col gesso!"
"Dai, in compenso stasera bevi gratis!"
"Ah sì? E perché?"
Consegnai al Trezegone l'ultimo pass di Alan Magnetti che avevo e lo mandai al chiosco a prendere da bere e da mangiare per tutti.
Non sarebbe mai più tornato in prima fila. Peccato.
MUSICA!
Fin dall'inizio gli Elii sfoggiarono un'ottima forma, passando con agilità dal rock di
"
SHPALMAN"
ed
"ABATE CRUENTO" alle dolci note di una struggente
"TVUMDB".
Tra un brano e l'altro, i racconti d'infanzia di Luigi Calimero, tastierista di Elio e le Storie Tese: da bambino, quando cantava, veniva preso per il culo da Alan Magnetti.
Ognuno ha l'infanzia che si merita.
E poi lei, la splendida
"HOMMAGE À VIOLETTE NOZIERES", cover di una delle migliori perle degli Area.
Finalmente si erano decisi a metterla nel brulé: già sapevo che l'avrei ficcata nel lettore mp3 e non l'avrei più tolta finché non l'avessi sfasciato.
Al termine di una malinconica
"CARO 2000",
Fitas Gi,
chitarrista ungherese di Elio e le Storie Tese, si prestò ad elargire lezioni gratuite di idioma magiaro.
Fu così che scoprimmo che
"Ciao" si diceva
"Ciao",
"Chitarra" si diceva
"Chitarrr",
"Plettro" "Plettrrr" e...
"E PIOMBINO?" urlammo.
"No, Piombino non esiste! - rispose Elio, dopo un attimo di gelo
- Quelli come Piombino, in Ungheria, vengono ammazzati!"
"In Ungheria 'Simpatico' vuol dire 'Piombino'. - concluse Fitas Gi
- Perché è una
lingua molto differente!"
Ivan Piombino, come sempre, era contento: l'aveva preso per un complimento e non smise di vantarsi per il resto della serata.
Poi
"LITFIBA TORNATE INSIEME",
"CANI E PADRONI DI CANI",
"NELLA VECCHIA AZIENDA AGRICOLA" e, soprattutto,
"GIOCATORE MONDIALE", che mancava dal '90.
"Ah, il 1990! - commentò Elio -
Quei tempi in cui scopavamo tantissimo!".
Dilettanti... la maggioranza del pubblico di Elio e le Storie Tese stava scopando nel 2005 esattamente quanto aveva scopato nel 1990, compresi quelli che nel 1990 erano ancora alle medie.
La registrazione del brulé terminò con
"ACIDO LATTICO" e
"
BUDY GIAMPI", tutto il resto venne ripescato dalle scalette dei concerti precedenti, ma... senza Alfieri.
PiombinoKastrox.
Quel posto comunque si riconfermò un vero paradiso del rock: l'audio era ottimo, c'erano delle luci splendide e nessuno che rompeva i coglioni. La condizione ideale per far lavorare un po' la macchina foto... ma anche una videocamera! Se l'avessimo avuta.
E pensare che, al mondo, esiste della gente che pensa ancora alla pheega.
BACKSTAGE
Ormai, con o senza pass di Alan Magnetti, ci eravamo fatti amici tutti i ragazzi del posto ed entrare al backstage non fu un problema:

quando Chiara si avvicinò alle transenne per chiamarci, eravamo tutti già dentro ed ognuno di noi aveva in mano una lattina di birra fottuta come omaggio per gli Elii.
Nonostante l'ingresso delle Fave, gli Elii erano di buon umore ed in ghiotta vena di cazzeggio, come spesso accade quando il concerto è in culo ai lupi.
Rocco aveva da poco comprato la macchina foto nuova. Era simile alla mia, che si stava sfasciando,

così pensò bene di darmela in mano perché gli spiegassi le impostazioni manuali.
Gli feci un rapido corso scattando solo foto ad Ivan Piombino.
Stranamente non ne sembrava contento.
Dopo un'allegra mezz'ora di cazzate ritornammo ai chioschi della birra.
Ormai fottere birra iniziava a diventare un po' troppo rischioso, avevamo superato ogni limite di decenza, così mandammo a fotterci da bere perfetti sconosciuti, osservandoli a debita distanza.
Il piano stava funzionando a meraviglia... stavamo ancora bevendo gratis, ed erano passate quasi dieci ore... un record!
Però non era abbastanza, ora ci voleva lo spregio finale: tutti quelli che avevano bevuto gratis si dovevano fare una foto sotto alla spina e la foto avrebbe dovuto scattarla una delle ragazze del chiosco.
E così fu.
AFTER
Avevamo appena vissuto la consacrazione del pass di Alan Magnetti.
Tutto stava filando liscio, nel migliore dei modi... non sembrava vero.
Finché un violento scroscio non destò la nostra attenzione, sembrava un enorme cesso appena scaricato.
Ci voltammo di scatto.
Al di fuori del chiosco non stava semplicemente piovendo, c'era il DILUVIO UNIVERSALE.
Il cielo si era ricordato di noi ed aveva deciso di ricompensarci per le buone azioni dell'intera giornata, pisciandoci in testa tutta l'acqua del mondo.
Osservammo un minuto di silenzio in onore di Grumo, che per fortuna era rimasto a casa, altrimenti il temporale sarebbe arrivato un'ora prima: il palco era completamente scoperto!
Quindi, ci stringemmo sotto il tendone del chiosco, per evitare gli schizzi di rimbalzo. Probabilmente, saremmo ancora riusciti a bere gratis, ma davvero non ce la facevamo più.
Verso le due la pioggia diminuì d'intensità, così fottemmo un telo dal bancone, ce lo ficcammo in testa e cercammo di raggiungere di corsa le macchine, non senza ricoprirci di uno strato invulnerabile di poltiglia marrone, però simpatica.
Se Mazzu non avesse avuto l'idea di parcheggiare sull'unico lembo di strada asfaltata, a quest'ora saremmo ancora a Farigliano a cercare di tirar fuori la macchina. Bevendo gratis.
IL RITORNO
Salutammo a malincuore il paradiso del rock: quasi quasi stavo pensando di trasferirmi là.
Nessuno si seppe spiegare perché la Fava Alessia si rifiutasse di salire in macchina con Piombino, nè perché, da allora, non l'avremmo rivista mai più, ma non era tempo di porsi troppe domande: per concludere in bellezza la serata, ci demmo gancio ad un autogrill, teatro ideale per foto al cesso e sperimentali.
I POSTUMI
A fine serata, la gloriosa A80, compagna di quindicimila avventure, morì.
PiombinoKastrox.
Aveva superato indenne quindicimila foto sotto sole, pioggia, vento, salsedine, ma non sopravvisse a
questa foto.
La scattò e si spense, per sempre.
C'è sempre un'ultima cosa per tutto.
Tranne che per la gioia di mandarci tutti doverosamente, rigorosamente ed improrogabilmente affankulo.
PS: Tranquilli, non avrei mai rottamato l'A80! L'ho fatta riparare e non ho speso nulla: la Canon mi ha riconosciuto valida la garanzia!
Tutto è bene ciò che finisce bene! :)