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Collegno - Mercoledì 17/7/2002 - Il MANIKOMIO
L'oracologlione parlava chiaro: mercoledì 17 luglio gli Elii sarebbero ritornati al Dalla Chiesa, il parco del Manicomio di Collegno! Ed io avevo solennemente optato per il fankulo: dopo la doppietta-pacco Bologna+Inzago, Kastrox e le storie tese erano riusciti a convincermi a navigare di porno a casa mia per tutto il resto del tour.
Senonché, venerdì 12 luglio fu il PANINO DAY! Colà vidi una delle cose migliori che un essere umano possa vedere nella vita... sì, a parte la pheega, ma... dicevo nel mondo reale.
Da allora, mi era tornata un'insana voglia di rivivere i concerti del simpatico complessino ed assaggiare qualunque artefatto avesse avuto come scaturigine i sette corpi che ben conosciamo.
Certo, se a Collegno avessero fotocopiato per l'ennesima volta la stessa cazzo di scaletta, mi sarei seriamente frantumato i coglioni, ma che andavo a pensare?
Come sempre, sapevo di essere pessimista... ma non abbastanza.
RAPPORTI UMANI
Squillò il telefonino, numero anonimo.
In tutto il mondo, erano tre le persone che chiamavano con l'anonimo: la CAIAZZO, SANFRU e KASTROX. Tutti e tre temevano che, se non avessero nascosto il numero, non avrebbero mai avuto risposta da NESSUNO! Chissà perché poi...

Dei tre, la più assidua era la Caiazzo: da quando Wind pagava i suoi abbonati per RICEVERE telefonate, l'intera rubrica della Caiazzo era passata a Wind.
In fondo eran soldi facili, bastava lasciare il telefono sul tavolo e la Caiazzo parlava da sola; al presunto cagante, bastava pronunciare "Mmm...", "Sìsì!" e "Vaffankulo!" ad intervalli regolari per essere poi ripagato in moneta sonante: Wind rimborsava un minuto ogni otto di telefonate ricevute.

Questo, in sintesi, il motivo per cui SANFRU, da un paio d'anni, telefonava GRATIS.
A ME.
E le sue telefonate erano persino PEGGIO!
L'unico vantaggio era che poteva durare al massimo un ottavo della Caiazzo.

A loro due, negli ultimi tempi s'era aggiunto KASTROX.
Come telefonista maniacale sapeva il fatto suo, aveva stile: anziché "pronto", "ciao" e "arrivederci", diceva sempre e solo "Bas-ciàs-cia!"

"Baš-ciåš-cia!!! Maaaaaroooooook!!! EMERGÈÈÈNZA!!!"
"Che succede?"
"Diu fa'! Non so che cåzzo fåre stašèra!!!"

Non mi dispiacevano le telefonate di KASTROX, perché mi aiutavano a mantenere la mente sempre allenata a sviluppare pacchi tanto credibili da convincere addirittura me stesso; così, il tono di voce diventava reale, sincero, toccante: "Vorrei troppo uscire con te stasera, ed invece..."

"Be', dai, diu fa'... - rispondeva Kastrox, in questi casi - facciåmo n'auta vòlta! Caratiamomisentoconfusa ahahahahah la mugliera orgasmaaaa ahahahahah Baš-ciåš-cia!!!"

Insomma, i tre handicappati non sapevano di essere gli unici cazzo di tre sfigati al mondo a chiamarmi sul telefonino nascondendo il numero: non rispondere alle chiamate anonime era dunque un sistema di protezione totale, geniale, inattaccabile.
Cosa poteva andare storto ormai?

Prima che fosse giorno, il telefonino vibrò tre volte... erano tre sms.

"Basciascia! Ci sei a Collegno? Io ci sono!!!"
Firmato: KASTROX.

"Oè Marok! Ci sei a Collegno? Io ci sono!!!"
Firmato: SANFRU.

"MAROOOOK! C6ACOLLEGNO? RISP!!! IO C SONO!!! ROCCO E CESAREO SOTTO LA DOCCIA CON LA ROSA ROSSA IN BOCCA!!! ^__^"
Firmato: LA CAIAZZO.
Perfetto.
RAPPORTI GRASSI
Da ormai tre settimane, aveva ceduto l'avversario irriducibile della tecnologia attiva, colui che odiava visceralmente gli sms, i telefonini e i loro possessori: "tutte teste di merda ignoranti vaffankulo sborroh!".
Esatto, il Favone Grassone.

Alla fine di giugno, mentre andavamo al PercFest, il Favone si era fottuto un telefonino che qualche sfigato aveva dimenticato sul sedile di un treno. Da allora, era impazzito e passava l'intera giornata con quel cazzo di cellulare in mano, mandando sms di insulti e bestemmie al mondo intero... ed erano poesia pura.
E così, dall'inizio di luglio, avevo un gioco nuovo: inviare al Favone Grassone un sms delle cinque del mattino, prima di andare a dormire.

"Buongiorno!"

Il Favone si alzava alle cinque del mattino per aprire l'edicola, leggeva l'sms "Buongiorno!", rispondeva con insulti e bestemmie e continuava così per tutto il resto della giornata.

Oltre che alle divinità di tutte le religioni e a Ivan Piombino, ormai inesistente, la potenza degli insulti del Favone solitamente era dedicata a KASTROX, a SANFRU e alla CAIAZZO. Il Favone li odiava visceralmente, più di qualunque altra cosa al mondo. Così, avevo un solo, grande, sogno: che li incontrasse tutti e tre assieme, nella stessa serata.

"Ciao stronzo! - mi scrisse il Favone - Ci sei a Collegno? Io vengo! Sborroh!"

Sarebbe stato il più bel giorno della mia vita.
Forse.
LA VIGILIA
Tra un insulto e l'altro, il Favone mi aveva chiesto di duplicargli delle foto del PercFest e io, naturalmente, me n'ero dimenticato.

"Buongiorno! - scrissi al Favone alle cinque del mattino, prima di andare a dormire - Pronto per sborrare a Collegno?".
"Frocio! Ricordati le foto! - rispose il Favone, pochi minuti dopo - Arrivo alle quattro! Vedi di esserci, stronzo!"

Le foto. Come no? Non ce l'avrei fatta mai.
THE HANDICAP DAY
Quel giorno mi alzai di buon mattino, era appena passato mezzogiorno. E la prima buona azione fu rileggere il messaggio del Favone.

"Toh... le foto... - pensai - Ma sì, non c'è fretta..."

Mi lavai i denti, feci colazione, mi feci due risate su Italia1 (alla mezza c'era una trasmissione comica fortissima, si chiamava "Studio Aperto", quel giorno parlava di una roba nuova chiamata Bossi-Fini che era la fine del mondo...), scaricai la posta, mi feci due raspe su MTV a volume spento, poi cercai i negativi del PercFest e, con la massima calma, mi avviai dal fotografo.

Ce n'era uno, vicino a casa mia, che duplicava le foto da negativo in meno di un'ora. Era l'unico così veloce e costava anche un cazzo... ma i colori facevano cagare: tendevano all'olivastro, con riflessi OCRA.

"Fa' pure con calma... - gli dissi - Non c'è alcuna fretta! Basta che le fai bene, come sempre!"

Alle cinque di pomeriggio, arrivò l'sms.

"Dove cazzo sei? - mi scrisse il Favone - Stronzo!"

Dovevo ancora passare dal fotografo a ritirare le sue foto. Probabilmente erano già pronte da un'ora, ma non avevo avuto voglia di andare: ero troppo impegnato a fare un cazzo. Peccato.

"Arrivo tra poco - risposi - Perché? Gli Elii ci sono già?"
"NO! Ma c'è L'ALITO DI SANFRU CHE PUZZA DI MERDA!!!"
Sublime.

Sanfru aveva sedici anni, era normale che puzzasse: a quell'età nessun maschio si lava, perché sa che tanto non tromba.
Invecchiando, invece, è uguale.
E quindi, con la massima calma, uscii di casa, passai in tabaccheria e presi delle caramelle ultrapotenti. Poi passai dal fotografo, ritirai le foto e vidi con piacere che facevano più cagare del solito, facce GIALLE su sfondi MARRONI, sembravano PISCIATE nella MERDA. Feci i complimenti al negoziante, poi ripassai da casa per posare i negativi, scaricai la posta, tanto non c'era fretta, ed infine lasciai che l'amico 33 (non barrato) mi conducesse sul luogo del misfatto.
SOUNDCHECK
Arrivai sul posto verso le sei. Era la quarta volta che vedevo un concerto di Elio a Collegno e mai, prima d'allora, me n'era fottuto così un cazzo del soundcheck.
Il resto del mondo era d'accordo con me: il cancello era APERTO, e di guardia non c'era NESSUNO! Per sentirmi in pace con me stesso, guardai il NULLA e dissi: "Io posso entrare, perché sono FAVA!"
Sono soddisfazioni.

L'interno del parco era in condizioni pietose: la notte precedente aveva fatto un temporale da Apocalisse, non saprei dire con sicurezza che cazzo fosse piovuto dal cielo, ma il risultato era che c'era merda dappertutto.
Sotto il palco, però, il panorama migliorava di netto: il FAVONE era esattamente in mezzo tra KASTROX, Sanfru e la CaiazzoSANFRU e la CAIAZZO, che gli correvano intorno tenendosi per mano e facendo girotondo.
Chissà perché aveva così tanta fretta che arrivassi? Mah...

La CAIAZZO faceva PAURA: era ancora più fuori di melone dell'ultima volta che l'avevo vista.
Urlava: "CESAREO NUDO! ROCCO NUDO! FASO NUDO!" in mezzo al nulla e poi saltava addosso a Sanfru, perché tanto era handicappato.

Il Favone però aveva esagerato sull'alito di SANFRU: non era male, sapeva solo di carogna di scrofa. L'odore di un'intera mandria di porci che sboccavano sorci che schizzavano merda rotolandosi nelle chiazze di sborra di zingaro dei cessi della Stazione Dora per poi venire segregati nell'aula d'Informatica per tutta l'ultima ora di Sistemi Operativi, al confronto, sarebbe stato un arbre magique. La natura attorno a Sanfru moriva, all'istante, le mosche cadevano stecchite, l'erba seccava... l'unica che riusciva a stargli vicino era la CAIAZZO.

Uccidere Sanfru sarebbe stato piacevole, ma inutile: l'odore sarebbe rimasto. La sepoltura, poi, sarebbe stata una pessima soluzione: avrebbe inquinato le risorse idriche di tutto il Handicap mix Nord Italia!
Tirai fuori le caramelle.

"Oè Sanfru! Ne vuoi una?"
Se avesse detto di no, gliel'avrei fatta ingoiare a calci.
"Sì, grazie!"
"Ma pigliane pure due, vai tranquo, è gratis!"

Alla quarta, Collegno ritornò a respirare.

Alla fine, per quanto assurdo, lì in mezzo il più normale era KASTROX.
Sì, cantava, saltellava, urlava stronzate, però, al confronto di Sanfru e della Caiazzo, sembrava antropomorfo.

"Ciao Kastrox!"
"Baš-ciåš-ciaaaaa!!!"
"Allora, ti sei fatto Fava?"
"Sì, ho pagåto il bollettiiino!!!"

Kastrox era la prima persona che conoscevo ad essersi fatto Fava dopo l'inculata acrobatica del 2002, cioè dopo che i principali vantaggi dell'abbonamento erano andati a troie ed era stato introdotto il rinnovo annuale.

"Fico! - commentai - Che numero di tessera sei?"

I numeri più alti che mi ricordavo risalevano al 2000: nell'ordine, il 1277 di Sanfru, il 1208 di Betlemme, il 1135 di Grumo e, soprattutto, il 1110 del giovane Iko: solo lui poteva avere un numero così handicappato. Da lì in avanti, però, il nulla, chissà a che quota erano arrivati...

"Non lo sò... - rispose Kastrox - Non mi è ancòra arrivato un tubo di gnènte..."
"Tranquo, è normale... -
spiegai - delle volte ci mette mesi, specie d'estate!"
"Éh, diu fa'... speruma bin!"
"La foto l'hai mandata?"
"Ancòra no, ma devo fare sòlo più quello. Quand'è che bisogna mandarla, giå?"
"Be', prima possibile! Finché non la mandi, non ti possono stampare la tessera..."
"Mmm... bòn, dai, pasciénsa... per òra vado avanti così, poi védo..."
"Che c'è? Ti vergogni?"
"Ma nò... è che, diu fa', 'ste cazzo di macchinétte mi fan sei fòto..."
"Sì..."
"Al fave clåb me ne chiedon üna..."
"Sì..."
"E, diu fa', io che cazzo me ne fåccio delle altre cinque???"
"..."

Riassumendo, KASTROX aveva PAGATO per NON ESSERE FAVA!
E non gli sarebbe mai arrivato un cazzo, nè maglietta nè tessera nè cd!
Spettacolare.

E va be', alle sei e mezza iniziò il Il bassista ignudosoundcheck e le prime note attirarono nuove fave, magliette gialle su corpi umani, ma anche non.

Tra loro ricordiamo Silvia Nervo, la FavAlessia "Gaz", il giovane Iko e Max Kava: essendo il più vicino, arrivò per ultimo.

In tutto ciò, il Favone era così impegnato a distribuire insulti e bestemmie contro Kastrox, Sanfru e La Caiazzo che non si era nemmeno accorto di quanto le foto che gli avevo portato facessero cagare.

"Ah, grazie Marok! KASTROX MERDA!"

Sono cose belle.
INCONTRI RAVVICINATI
Terminato il soundcheck, apparve Silvia Bolbo (quindi un bel momento, Elio & the handicaps a prescindere) e ci chiamò per andare dietro al palco.

Il fatto che avessero ripreso ad organizzare gli incontri con le Fave era la prova che, ogni tanto, rompere i coglioni serve a qualcosa.
Però, chissà perché, avevano preso il giro di fare backstage prima dei concerti, anziché dopo.

E va be', non era così male: c'era più luce, venivano meglio le foto. E, soprattutto, la gente era poca: gli sfigati che nella vita, anziché grattarsi i coglioni, facevano un qualunque lavoro normale, non potevano certo essere lì a quell'ora! Tutto ciò mi rendeva felice.
Elio meets La Caiazzo Certo, neanche gli svantaggi mancavano: per andare all'incontro, bisognava mollare la prima fila. Per stavolta non c'era problema, perché i cancelli erano chiusi, ma in altri casi l'avremmo presa dritta nel culo. Trac!

Incontrare gli Elii fu comunque intenso: erano di ottimo umore, persino dopo averci visto.
Parlammo del più e del meno, feci un po' di foto ai corpi aggrediti, assediati ed umiliati dalla CAIAZZO, osservai da lontano il Favone che cantava canzoni dei Beatles con Rocco Tanica che gli faceva il controcanto, finché a loro non si aggiunse KASTROX, rendendo il tutto più divertente.

Fu allora che gli Elii ci salutarono per andare a mangiare e ritornammo, felici, ai nostri posti in prima fila.
Ed alcuni tipi grossi, altrettanto felici, ci invitarono molto educatamente ad andarcene a fare in culo.
Eravamo là da TRE ORE ed ora stavamo IN FONDO ad una coda.
Perfetto.
PENETRAZIONE!
Alle nove i cancelli si aprirono, ed una grande massa di sfigati si riversò dentro. Ci mettemmo a correre sulla merda del prato e, nonostante fossimo un diversamente magro, Kastrox e Sanfru pubblico rock un diversamente alto, un diversamente giovane e tre handicappati, riuscimmo ad arrivare al centro della prima fila!!!
Gli altri erano PEGGIO di noi.

Alla mia sinistra: SANFRU, KASTROX e la CAIAZZO.
Alla mia destra: il GIOVANE IKO ed il FAVONE GRASSONE.
Davanti a noi: solo la transenna.
Sulla transenna: il cazzo di striscione di KASTROX!
Sì, se lo portava ancora dietro.

"Marok! - disse il Favone - Ho trovato un sistema per divertirmi stasera!"
E sputò sullo striscione di KASTROX.

"Azz... scusa ma ero distratto... - risposi - Cos'è che fai?"
Ed il Favone sputò di nuovo.

"No, scusa, perdonami ma non ho visto bene..."

Dopo cinque minuti, lo striscione di KASTROX grondava di SPUTO. La scritta, che era sopravvissuta persino alla pioggia di GRUMO, iniziò ad accusare i primi colpi. E Kastrox, che era poco lontano da me, sembrava non accorgersi di nulla.
Bei momenti.

E va be', alle prime note del "Mondo de' frocioni" accesi il minidisc.
Fino all'ultimo ero rimasto indeciso se portarmelo dietro o meno: ad Inzago mi ero solo incazzato, per via di un tritolapalle dello staff che mi aveva cagato il cazzo.
Al Panino Day, invece, era andata liscia, ed era venuto fuori il bootleg migliore che avessi mai fatto da quando avevo il minidisc. Tantovaleva provare anche stavolta: alla peggio, sarei andato avanti a bestemmiare per un'altra settimana.
CONCERTO!
Tutt'ad un tratto... intro di "Me L'ha Detto Michele", poi "Cassonetto" e "Nudo e Senza Cacchio".
In due mesi non avevano cambiato un CAZZO di NIENTE!!!
Perfetto.
Ogni traccia della scaletta sarebbe stata un passo in avanti verso il suicidio.

"Ciao Collegno!!! - urlò Elio - Questo palco è fatto col legno!!!"

Su quattro volte che era venuto a Collegno, era la quarta volta che Elio faceva la stessa battuta. Era talmente paradossale che finiva per far ridere sul serio...

"Anche nel campionato di baseball, da quest'anno, si batte col legno..."
Il pubblico rock non capì.
"...e si batte anche Torino!"

Il pubblico rock capì la finezza ed apprezzò, nonostante Elio e Faso fossero gli unici due a cui fottesse qualcosa del baseball in tutto il parco di Collegno.

Poi "Il VitelloIl Vitello" e quindi "Baš-ciàš-cia!!!".
E poi "Carro", sempre mitica.
In entrambi i casi Kastrox esplose, Sanfru lo seguì a ruota, la Caiazzo sovrastò entrambi e io mi accorsi di quanto la mia posizione fosse spettacolare: il mio orecchio sinistro captava tutte le minchiate che urlavano SANFRU, KASTROX e la CAIAZZO, mentre, in diretta, il mio orecchio destro riceveva tutti gli insulti e le bestemmie che gli mandava il FAVONE. Era un effetto stereo meraviglioso.

Ogni due o tre bestemmie, il Favone sputava sullo striscione di Kastrox.
Ormai si era praticamente sciolto.
Come i Litfiba.

Poi fu "Servi Della Gleba" con sborra e bunet che entravano nel culo, e "La Vendetta Del Fantasma Formaggino" con un capolavoro di Mangoni: "Fine della seconda parte!"

Sì: fine della seconda parte. Mangoni era riuscito a CANNARE le UNICHE cazzo di parole che avrebbe dovuto dire in OTTO MINUTI di brano.
Il pubblico rock iniziò a prenderlo per il culo, lui iniziò a sputare contro il pubblico rock ed uno sputo su tre andava a finire sullo striscione di KASTROX.

"I te vurria sburrà!" concluse la voce dell'italiano.
Sarebbe stato il record delle occorrenze della parola sborra nello stesso concerto.

Lo striscione di Kastrox ed i neuroni della Caiazzo non erano i soli oggetti inanimati a stare in grossa crisi: ad un tratto, un ignoto coglione provò a lanciare sul palco un cartellone enorme con su scritto "BENVENUTO NELL'AIDS". Il cartellone passò davanti al naso di quelli della sicurezza, che non mossero un dito, rimbalzò contro il bordo del palco e cadde di sotto. NELLA MERDA!!!
Sono attimi che valgono una vita intera...
L'intera Collegno scoppiò a ridere, di gusto, e tutti furono finalmente felici: gli Elii, quelli della sicurezza, gli handicappati delle prime file e, via via, per passaparola, tutto il pubblico rock, fino a Foffo che stava al mixer. Il Favone provò a centrare anche il cartellone con gli sputi, poi vide che era faticoso e ritornò a concentrarsi sullo striscione di KASTROX.

Seguivano "Born To Be Abramo", "Burattino Senza Fichi" e poi la "Pena di mortePena di morte", uno degli inediti del tour.
Erano due mesi che me l'ascoltavo, da quando l'avevo registrata ad Inzago (nonostante gli apriculi!) e la musica era splendida. Il testo era ampiamente migliorabile, ma del resto era solo una beta.

Verso la fine del brano, gli Elii provarono a far battere le mani al pubblico rock sul ritmo di nove ottavi.
Pregustate la catastrofe? E invece, contro ogni previsione, Collegno fu prog: andavano tutti a tempo.
QUASI tutti.
Sì, c'erano tre eccezioni: SANFRU, KASTROX e la CAIAZZO.

E poi un altro degli inediti, "Pilipino Rock".
"Noi siamo il gruppo di Forza Italia! -
disse Elio - E questo brano è contro i Filippini!"
La Caiazzo riuscì ad incazzarsi.
Sul serio.
Diceva che quello era un brano razzista.
"Dopo questa - mugugnava - gli Elii mi hanno deluso! Non si dovevano permettere!"
Ogni volta che uno pensa che l'handicap abbia dei limiti, qualcuno arriva oltre.
Spettacolare.

Poi "OtturazioneSupergiovane" e, per la gioia di Kastrox, "Cara Ti Amo"!!! Anche stasera, dominava il palco il dicassettenne Carambola, che "Non sa cos'è il sesso e non sa cos'è un goldone!"

Carambola non sapeva cos'era un goldone.
Poteva Kastrox rimanere indifferente a tutto ciò?
Ovviamente no!
Sentì che quello era il suo momento, quello era il tempo di agire: mise una mano in tasca, tirò fuori un GOLDONE e LO LANCIÒ SUL PALCO, centrando il buon tastiere.

"ECCO COS'È UN GOLDÒNE, DIU FA'!!!" urlò KASTROX, fuori di sé dalla gioia.
Silvio Gerlusconi La rapidità del gesto lasciò tutti di stucco.

"Ma io un pochino lo so cos'è... - gli rispose il diciassettenne Carambola - È una di quelle cose per... scopare... cioè... io sembra che non so però... so!"

Era un genio: nei modi, nella voce e nello sguardo assente era identico a SANFRU!.
Un grande... venne seppellito dagli applausi, e se li era meritati tutti.

Seguiva "Evviva/La Visione", unico brano sul quale qualcuno, su quel palco, improvvisava ancora: MC Mangoni.

"E ricordate! - gridò l'Architetto - La SBORRA è stata creata non solo per uscire dal CAZZO, ma anche per entrare nella FIGA e nel CULO!!!"

Splendido, ma venne il tempo del terzo inedito, "Litfiba Tornate Insieme".
Era ancora migliorata dall'ultima volta, ascoltarla era davvero un piacere... o, meglio, lo sarebbe stato.
No, il problema stavolta non era Kastrox: dopo un'ora di concerto, potevo dire che l'avevo nettamente rivalutato. Sì, abbracciava tutti, urlava, ballava, lanciava goldoni e, finché non gli rispondevi: "Baš-ciåš-cia!", non era contento... però in fondo ci poteva stare... guardarlo così felice metteva allegria.
Bleah Il problema non era nemmeno Sanfru: cercava in tutti i modi di fare quello che faceva Kastrox e, per quanto non fosse richiesta alcuna abilità di nessun tipo, non ce la faceva; però non ci si poteva incazzare con Sanfru, era così handicappato che suscitava tenerezza.
Il vero problema, semmai, era la CAIAZZO.
La Caiazzo non si limitava a fare casino, come gli altri handicappati.
No, la Caiazzo adesso aveva iniziato a TELEFONARE!
URLANDO!
Durante il concerto!!!
E neanche durante i pezzi pacco... telefonava durante Litfiba, uno dei tre inediti!!!
E mi URLAVA TUTTE le sue cazzo di STRONZATE della sua MERDA di telefonata nelle orecchie... per tutto il brano!!!
Stavo seriamente per strapparle di mano il telefonino, farglielo sputare dal Favone e poi buttarglielo nella merda, ma non fu necessario: al termine del brano, quando c'era silenzio ed avrebbe potuto tranquillamente chiamare senza rompere il cazzo, la Caiazzo mise via il cellulare. La insultò persino KASTROX.

Supergiovane rampicante La pausa durò pochi minuti, poi gli Elii tornarono, iniziarono "FIGAro", la Caiazzo urlò: "KAAAASTROX!" e... SVENNE!

Non ci potevo credere.
Era troppo assurdo per essere vero.
La Caiazzo era SVENUTA!
In mezzo al concerto!!!

In quelle condizioni di compressione, un corpo non avrebbe avuto lo spazio materiale per cascare a terra.
Infatti, la Caiazzo fu acchiappata al volo dagli sfigati dietro, che la tennero su finché un tipo grosso della security non se la caricò sulle spalle e se la portò dietro il palco. Nessuno sa cosa ne abbia fatto, ma speriamo che i bimbi prendano dal papà.

Senza che ce ne fossimo accorti, sul palco era intanto salito nientepopodimenoché sua santità Mike KeneallyMike Keneally, chitarrista di Frank Zappa! E gli Elii attaccarono "Tell Me You Love Me"!!!
Grandissimi!
Contro ogni previsione, quel concerto stava diventando una figata! Se avessero continuato così, sarebbe stato uno dei migliori delle ultime annate.

Purtroppo non fecero altro del repertorio zappiano: terminata quella, era già ora di "Tapparella". Peccato.

Mike Keneally avrebbe suonato col suo trio l'indomani al Peocio di Trofarello. Se avessi trovato uno sfigato che mi avesse portato con la macchina, ci sarei andato volentieri, sempre se ci fossi arrivato all'indomani: terminato il concerto, Christian Meyer tirò le bacchette verso il pubblico e fu l'apocalisse.
Sette Corpi


BONUS: ASCOLTA UN CORTO DI 5:31 MINUTI DELL'INTERO CONCERTO!

AFTER
La folla abbandonò rapidamente le prime file, la densità di handicappati scemò e, finalmente, Kastrox si accorse che il suo striscione grondava di sputo.
Allora si rabbuiò. E si avvicinò al Favone con fare minaccioso.
Da quando lo conoscevo, era la prima volta che non lo vedevo sorridere.

"Favòne! - sentenziò, serio - Io posso capire che non mi soppòrti, e ti assicuro che la còsa è recìproca, ma non ti sémbra di esageråre?"
"NO!" rispose il Favone. Poi sputò di nuovo un grasso verdone sullo striscione, rise di gusto in faccia a Kastrox, gli disse: "MUORI!" e se ne andò bestemmiando, perché: "Domani mi alzo alle cinque SBORROH!"

Kastrox, con in mano il suo cazzo di striscione sputato, ci era rimasto talmente di merda che iniziava a starmi simpatico.

Della Caiazzo, invece, non c'era più traccia. Ci avrebbe chiamato lei qualche giorno dopo, dicendo che tutto ciò era normale e che lei ogni tanto sviene. Inutile stupirsi: era la Caiazzo.

Il parco, intanto, si stava popolando di facce amiche: qua e là, spuntavano come funghi i corpi di mille Fave che erano mancate all'appello nel prestigioso soundchéck.
Tra tutte ricordiamo l'ottimo Sergio Bertoldini, ma in fondo anche le altre magliette gialle che non conoscevo perché vittime incolpevoli del digital divide.
Tutti vennero da ME a chiedermi per il backstage.
Ed io che straminchia di cazzo ne potevo sapere più di loro??? Boh.
Avrò la faccia di uno che sa.

Comunque, aspettare gli Elii all'uscita sarebbe stata una stronzata: eravamo nel centro di un parco, c'erano INFINITE uscite. Tantovaleva imboccare quella principale, cioè andare affankulo.

Fu così che mi ritrovai SOLO, nel MANICOMIO, con SANFRU e KASTROX.

"Sanfru! - domandai - Dove vai a dormire stanotte?"
"Boh!"
- rispose - Adesso vedo...".

Questa l'avevo già sentita.
Ok, avrei passato la notte in bianco con SANFRU e KASTROX. Perfetto.

E va be', Kastrox in fondo aveva due pregi: l'automobile e l'energia infinita. Aveva appena finito di urlare, saltare e ballare per due ore filate eppure era ancora un grillo: viveva in cheat mode.

"Diu fa', andiamo a bere qualcosa, dai! BAS-CIÁS-CIAAAAA!!!"

Ma sì, dopotutto non sembrava una cattiva idea.
Il giorno dopo era giovedì, non avevo un cazzo da fare... come tutti gli altri giorni! Una birretta in compagnia fa sempre piacere!
ON THE ROAD
Dopo un veloce puttan-tour, che ci sta sempre bene, andammo a fare in culo in un simpatico locale di via Reiss Romoli, famoso perché non chiude mai: fa da bere e da mangiare per tutte le notti dell'anno, fino all'alba. Non c'è mai da sedersi, perché è un buco di cazzo, ma chissenefotte: era estate.

Rimanemmo lì per un bel pezzo, sparando stronzate e ricordando i bei tempi andati.
Era incredibile quanto SANFRU, dall'alto dei suoi 16 anni, sembrasse più anziano di Kastrox: sapeva POCHISSIME cose e pure MALE, ma erano SCIENZA, rispetto al NULLA di KASTROX.
Sanfru iniziò a raccontare all'handicappato un po' degli Elii, del Fave Club, della chat e della leggenda CAIAZZO. Era tutta roba che, in realtà, risaliva a pochi anni prima, anche perché Sanfru, com'è ovvio, non aveva un passato: era fava solo dal 2000 ed il primo album che aveva ascoltato era Craccracriccrecr... ma per Kastrox tutto ciò era come STORIA MEDIEVALE!

Alla fine, il dopoconcerto non stava andando affatto male: vedere Sanfru spiegare il mondo a Kastrox era un evento.
La notte però era ancora giovane, così ripartimmo con la macchina di Kastrox per girare a cazzo per le vie di Torino, con un solo obiettivo: puttan-tour.

C'erano poche auto in giro: d'estate la gente si concentrava ai punti verdi nei parchi, dove vibrava il rock, ci si faceva mandare affankulo dalla pheega e si ballava fino all'alba.
Insomma, il casino c'era, ma altrove.
Davanti a noi solo strade deserte, troie e colori di insegne luminose. Con la mia macchinetta venivano bene le foto alle troie, anche al buio da un'auto in corsa mentre gli altri urlavano "SOOOOOOKA!", ma quella sera non ne potevo fare: avevo finito il rullino.
Poi è sempre un po' rischioso, metti che c'è la macchina del pappone vicino e ci corre dietro...
Però Kastrox guidava davvero bene: al volante era prudente, non faceva mai minchiate. Ogni tanto si incazzava e tirava giù qualche santo in piemontese, ma era solo folklore, la guida era sicura.
Ma sì, via, Kastrox sembrava tanto handicappato ma in realtà era uno a posto: da quando lo conoscevo ero andato diverse volte in macchina con lui e non era ancora riuscito a farmi prendere uno spavento e...

"DIU FAAAAAAAAAAAAAA!!!" urlò KASTROX, frenando di scatto.

Il rumore delle gomme fu assordante.
Di fronte a noi, due volanti della polizia ci avevano tagliato la strada, lasciando appena a Kastrox il tempo di inchiodare.
Un'altra arrivò da dietro, a sirene spiegate e cinque o sei poliziotti scesero, armi in pugno.
"FUORI!!!" ci dissero.

I poliziotti ci circondarono.

Alcuni ci fecero mettere le mani sul tetto della macchina, mentre un altro telefonava in centrale: "Li abbiamo presi!"

Porca troia, iniziai a temere il peggio.

Scenario 1: l'errore.
C'era appena stata una rapina, un omicidio, qualcosa di grosso. I malviventi avevano usato una macchina uguale alla nostra, i poliziotti li avevano inseguiti, li avevano persi e poi avevano trovato noi. Sarebbe andata per le lunghe e non era nemmeno detto che sarebbe finita bene. La parte divertente era che Sanfru aveva sedici anni ed i poliziotti avrebbero dovuto svegliare i suoi, a Genova, nel cuore della notte, per dire loro che avevano un cazzo di figlio delinquente che sarebbe marcito per il resto dei suoi giorni in una galera di Torino. Per il resto, eravamo fottuti.

Scenario 2: l'incidente.
Kastrox, prima di venire al concerto, aveva stirato un pedone e poi se n'era fottuto. Quello nel frattempo era crepato e qualche testimone aveva preso la targa della macchina. In questo caso, per Kastrox ci sarebbe stato l'ergastolo, con tanto di linciaggio mediatico, intervista al suo unico vero amico, il Favone, e sputi. Tanti sputi. A noialtri però non ci potevano fare un cazzo: ci avrei messo la firma.

Scenario 3: la doppia identità.
Kastrox era, semplicemente, un corriere della droga. Questo, tra l'altro, avrebbe anche spiegato molte cose. In questo caso ci potevamo andare di mezzo anche noi, però finire dentro per droga fa curriculum... insomma, anche la 3 era sopportabile.

Quando i poliziotti iniziarono la perquisizione, capii che lo scenario 2 era da scartare.
Difficile mantenere i nervi saldi in una situazione del genere.
A quel punto, era evidente che avremmo passato la notte in una cella.
Chissà quanto ci avrebbero inculato.
E chissà quanto GROSSI e DURI sarebbero stati i CAZZI.

"FERMO!!!" dissero i poliziotti a Kastrox.
Attorno a lui erano in quattro, uno di loro teneva in mano la pistola.
"Ma còsa succède? - diceva Kastrox - Cosa ho fåtto?"
"Aaaaah! Non lo sai, ah? Fa' poc 'u furb' o è peggio!"

I poliziotti fecero tirare fuori a Kastrox tutto quello che aveva in tasca.
Quando videro qualcosa di metallo gli diedero una botta sulla schiena: "FERMO, FETÙS'!!! CHE È QUELL'?"
"Sono chiåvi!" disse Kastrox, piegato in due per la botta.
"SUL COFANO! SUBBITO!!!"

I minuti intanto passavano.
Eravamo all'angolo tra via Sansovino e corso Grosseto, zona Vallette, uno dei buchi del culo di Torino.
Tutta la fetta della città che stava a Nord della Dora era uno schifo, ma le Vallette erano il peggio, un grande quartiere di edilizia popolare progettato per essere un ghetto per disperati e rimasto tale.

Nel piano regolatore originale, l'unica attrattiva del quartiere sarebbe dovuta essere il carcere, che si chiamava come il quartiere: Le Vallette.
Per Italia 90 ci avevano poi costruito il nuovo stadio, il Delle Alpi, ed il Palastampa, che prendeva il posto del Palasport del Parco Ruffini. Era stato tutto inutile: la zona era rimasta una merda, veniva SCHIFATA dagli ULTRAS.
L'unica cosa buona erano le puttane: ce n'erano sempre, anche di giorno.
In prevalenza erano nigeriane, sorridevano e ballavano lungo i marciapiedi... erano un po' come Kastrox, mettevano allegria perché erano sfigate. Qua e là però iniziavano a spuntare le rumene e le albanesi, che erano molto più fighe. Costavano più care, anche il doppio, ma ne valeva la pena.

Due anni prima, persino io avevo avuto una tipa che abitava poco lontano da lì.
Come tutti gli abitanti delle Vallette, era figlia di terroni e odiava gli immigrati, che è una cosa che mi fa sempre molto ridere. Gli amici suoi erano uno spaccato della fauna di quella zona, tarri nell'anima, cresciuti in strada e parzialmente analfabeti. Non si erano integrati per nulla col resto della città, avevano un loro accento ed un loro cazzo di dialetto, che in realtà era la traslitterazione in terronese di parole piemontesi di cui ignoravano il significato. La più riuscita era l'intercalare "Minchia Zio Fà!", con la pittoresca variante "Zio Fester".
In fondo mi stavano simpatici, perché avevano saputo creare un loro stile che poi gli sfigati del resto di Torino finivano per imitare. Anni prima, la Littizzetto aveva scritto un libro sugli abitanti delle Vallette: "Minchia Sabbry!". Era un piccolo capolavoro.

I poliziotti, intanto, avevano chiesto a Kastrox tutti i documenti possibili ed immaginabili e li stavano sfogliando.
Sono lenti a leggere, i poliziotti, ma quando si impegnano ce la fanno.

"Di chi è questa macch'na? Ah?"
"È mia..."
rispondeva Kastrox.
"Ah, è inteshtata a tte'? Scommettiamo che no, ah?"
"Sì, nò, moménti... è véro... non è inteståta a me..."
"Aaaah! Non è indeshtata a tte'! Ce lo vedi che la polizia tiene sempre raggiòne?"
"É inteståta a MIO PÁDRE..."
"Assì? E allora come mai a noi ci risulta che è ARRUBBATA?"


Furto d'auto: tirai un sospiro di sollievo.
Essere passeggeri su una macchina rubata non è reato: Kastrox sarebbe andato in galera, noi l'avevamo scampata.
Restava da capire come saremmo tornati a casa dalle Vallette, ma era il problema minore.

I poliziotti, dopo una lunga dose di applicazione, terminarono il confronto tra il cognome di Kastrox e quello del proprietario della macchina: otto lettere, ci voleva tempo...

"Effettivamente 'u cognome è ugguale... - disse uno dei poliziotti - ma perché a noi 'sta macch'na ci risulta ARRUBBATA?"
"No ma, moménti, diu fa', ora vi spiégo! -
rispose Kastrox - La måcchina mi era stata rubåta, è véro! E io ho denunciåto il fùrto! Poi, niénte, un giorno camminåndo l'ho ritrovåta... E ME LA SÓNO RIPRÈSA!!!"
"CHE??? -
sbottò il poliziotto - Ma 'u denunciasti 'u ritrovamente???"
"Eh? Sì, sì!"
rispose Kastrox.

Per me a quel punto era tutto chiaro.

"Eppecchè a noi non ci risulta?"
"Booooh..."


Alla fine, i poliziotti credettero all'handicappato e ci lasciarono andare.
Per fortuna.

"Scusasse, signori, voi siete galantuomine, ma in questi cess' 'e case ci shtann' solo drogati, fetùs' e delinquente!" disse uno di loro, indicando le case popolari in cui abitava la tipa che aveva avuto il buon gusto di schifarmi.
E poi le volanti schizzarono via, rapide com'erano arrivate.

Ma sì, in fondo non mi avevano inculato, non mi avevano spaccato la macchina foto e nemmeno il minidisc. Poteva andare peggio.
E si erano fatte le cinque.

Facemmo un giro in centro, che era più sicuro, inviai l'sms "Buongiorno!" al Favone Grassone, che mi rispose con il solito carico di bestemmie, e poi scaricammo in stazione quell'handicappato di Sanfru, che non sapevamo a che cazzo di ora fosse il suo primo treno ma non ce ne poteva fottere una grassa minchia.

Da tempo non vivevo una serata così ad alti livelli ed era tutto merito della Caiazzo, di Sanfru e, soprattutto, di Kastrox.

Ormai però era solo un ricordo: l'handicappato aveva parcheggiato sotto da me ed eravamo entrambi ai bidoni, a farci l'ultima pisciata.

"Måroooooook - mi disse - Che fai domåni? Io non ho un cåzzo da fåre..."

Fu quello il momento giusto per l'ultimo, irrevocabile, irrinunciabile vaffankulo.