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GATTINI


Gattini Gattini
(Vecchia e nuova versione della copertina - tnx Shake)




"Gattini" celebra i 20 anni dalla secrezione del primo album di Elio e le Storie Tese.
È una riedizione in chiave orchestrale dei classici del complessino, con la ghiotta aggiunta di un inedito, "Storia di un bellimbusto".

Curiosità:
  • Non sappiamo nulla circa la vera origine del titolo "Gattini", potrebbe essere semplicemente un omaggio alla parola più cercata dalla pheega su Internet. Tuttavia, il dr L. Gattini è anche l'autore dell'importantissimo Galateo Popolare, datato 1871. Imparatelo tutti!
  • Dalla scaletta è stato skifato in blocco l'album "Esco dal mio corpo e ho molta paura". Peccato.
  • Per la prima volta, non esistono intermezzi tra i brani.
  • È il primo disco in cui la scaletta è in ordine cronologico (rispetto alla prima pubblicazione dei brani su un album), almeno fino a Shpalman. La parte finale invece è in disordine, come se fosse un bonus (tnx Pietro).
  • Il cd è stato pubblicato nei negozi di dischi venerdì 30 ottobre 2009, quindi con 35 giorni d'anticipo rispetto all'anniversario esatto di Elio Samaga Hukapan Kariyana Turu (4 dicembre 1989).
  • Anche questa volta, gli Elii hanno fatto di tutto per NON far comprare il cd. Qualche giorno prima dell'uscita nei negozi, l'intero album è stato pubblicato gratuitamente qua: http://www.deejay.it/store/speciale/idSpeciale-40?ref=fb.
  • Per ribadire il concetto, gli Elii hanno escluso dalla versione cd le ultime due tracce: "Abitudinario" e "Der Wahn Der Frauen Erster Teil". Sono disponibili solo nella versione mp3, scaricabile gratuitamente da elioelestorietese.it, per gli abbonati.
  • La copertina originale (quella gialla) citava esplicitamente la grafica della Deutsche Grammophon (tnx Mapo_Sae). Poi la grafica è stata cambiata. Non è noto quali culi siano stati aperti e di quanto, però è stato bello.
  • I gattini in copertina sono [da sinistra a destra]: Lampone Mazzola, Clemente Polverino, Farrah Lovati e Scrotofeltri Brambilla. Grande assente, Miniature Lomazzo (tnx Propoli). Chissà quanto ci metteranno questi nomi a diventare nick di fave nel forum...
  • Esplorando a fondo la custodia del cd, troverete anche un Disco Versatile Digitale. Ben tre le tracce video: il makin' of dell'album, il video di "Storia di un bellimbusto" ed il makin' of del video "Storia di un bellimbusto". È bello ma attenzione: non è porno.
  • Nei credits riportati sul libretto, Mc Costa dichiara di utilizzare "Pro Tools Beta version" e "protocollo NIDI". Il protocollo NIDI è talmente avanti che non è ancora su Internet (a parte marok.org).
  • Nel libretto del cd compare anche l'elenco di tutte le date del tour invernale. Il messaggio è chiaro: gli Elii faranno 24 date in due mesi, suoneranno OVUNQUE, in tutti gli angoli più remoti d'Italia (Savona, Copparo, Civitanova Marche, Catania, Lecce, Udine!)... TRANNE CHE A TORINO! PiombinoKastrox.
Gattini Tour Invernale 2010
Comunicato stampa

La storia discografica degli Elio e le Storie Tese (d'ora in poi EelST) è perfetta per il gioco del "se fosse".
Se fosse un cane sarebbe un cane morto, perché si sa che i cani vivono al massimo una quindicina d'anni.
L'esempio del cane è infelice.
Se fosse una tartaruga sarebbe una tartaruga nel fiore degli anni. Ecco un esempio felice.
Se fosse una persona sarebbe un giovane o una giovane, ripetente un anno al classico e attualmente iscritto/a a psicologia; guiderebbe da quattro anni la macchina elettrica senza targa, e nel 2010 potrebbe votare per il Senato della Repubblica. Avrebbe già sperimentato le droghe sintetiche. Avrebbe già passato il periodo di insofferenza e ribellione verso i genitori, avrebbe già detto loro "Basta!, vi odio, non ho chiesto io di venire al mondo! Non sapete niente di me!". Ma chi sono i genitori di EelST? Sono state dette e trascritte una quantità di cazzate sull'argomento. Frank Zappa? Solo perché componeva musica variegata? Allora è più papà Claudio Monteverdi, morto anch'egli ma da più tempo, quindi più autorevole. Gli Skiantos? Può essere, ma in quel caso la mamma sarebbe stata una dissoluta che si accompagnava a quattro-cinque persone contemporaneamente e ciò evocherebbe il fantasma del sesso senza amore, concetto del tutto estraneo agli eterni ragazzi di "Italia sì Italia no". I Brutos? Almeno erano degli elegantoni come gli Elio e le Storie Tese d'oggigiorno. Sì, i Brutos vanno bene.

Riassumendo: la carriera discografica degli EelST è un giovanotto elegante di vent'anni figlio dei Brutos che non può ancora votare per il Senato.
Insomma non giriamo troppo intorno all'argomento: sono trascorsi vent'anni dalla pubblicazione di "Elio Samaga Hukapan Kariyana Turu", il primo album uscito su etichetta Psycho distribuita CBS nell'anno 1989. Se ci guardiamo indietro non sembrano più di diciannove anni, diciannove e mezzo al massimo; ad alcuni di noi sembra ieri e invece è ieri moltiplicato 7300.
Quale festeggiamento migliore - per il compleanno di un giovanotto ventenne - di una compilazione discografica dal titolo privo di attinenza? Ecco Gattini, il nuovo lavoro del complesso milanese dalla copertina concepita strizzando l'occhio in particolare agli omosessuali effemminati e alle ragazze non ancora drogate, ma i generale a tutti quelli che quando vedono un cucciolo esclamano: "Ooooh, amore!". Un trionfo di tenerezza, colori pastello, musetti delicati e poesia, da sempre i tratti distintivi della compagine meneghina.
Quale occasione migliore per celebrare, in compagnia di un ensemble sinfonico diretto da Danilo Grassi, i brani-cardine del repertorio EelST riarrangiati per orchestra da Alessandro Nidi?

Quale pretesto più appropriato per ricordare figure umane e professionali del calibro di John Holmes? Quale circostanza più azzeccata per rivivere i fasti del Cassonetto differenziato per il frutto del peccato? E Nubi di ieri sul nostro domani odierno? Cioè il brano meno pagato dalla SIAE ai suoi compositori (noi) perché tutti sui borderò scrivono "Abitudinario"? Vogliamo dimenticarcene? Non potremmo neppure volendo. Se si organizzassero feste danzanti per psicopatici, Gattini sarebbe la colonna sonora ideale: il foxtrot delicato de La vecchia azienda agricola, la ciaccona bovina de Il vitello dai piedi di balsa, il lento da mattonella di Pork e Cindy; tutti brani che non sfiguererebbero nella playlist di un disk-jockey disoccupato ma sicuro del fatto suo. Altre canzoni venute molto bene secondo un sondaggio condotto tra persone deluse dalla vita e non: Uomini col borsello, che ripropone un accessorio della moda maschile sottovalutato anche quando era in voga (votato dal 31% degli intervistati); Essere donna oggi, un delicato affresco dell'altra metà del cielo, inviso a parte dell'uditorio femminile nonostante il termine "figa" all'interno del testo venga utilizzato solo in caso di effettiva necessità espressiva (votato dal 29%). E ancora La terra dei cachi (43%), il secondo brano meno pagato dalla SIAE ai suoi compositori (sempre noi) perché tutti sul borderò scrivono "Italia sì Italia no"; e Psichedelia, l'equivalente musicale de "Le porte della percezione" di Aldous Huxley, il brano che è stato definito la segale cornuta del pop italiano e che si avvale della partecipazione di uno sfavillante Lucio Dalla a interpretare il difficile ruolo di Dio (12%). A proposito di Lucio Dalla: non è certo il solo fra gli Artisti di spessore chilometrico ad averci onorato della sua presenza in casa Gattini. Vogliamo parlare di un Enrico Ruggeri? E di un Riccardo Fogli? Forse che un Max Pezzali o un Sir Oliver Skardy sono i figli della serva? No che non lo sono. Certo prima di partecipare alle registrazioni si sono assicurati che i loro brani preferiti (a parte quelli nei quali apparivano canoramente) fossero degnamente rappresentati. Ecco il motivo della presenza, nel florilegio di Gattini, di canzoni d'epoca quali Il rock and roll, una composizione sul tema dei capisaldi della musica giovane per i giovani (frastuono, amore libero, urina); Shpalman, che fa rivivere il mito del supereroe raddrizza-torti già cantato nella saga di Supergiovane; La follia della donna, che sostiene l'industria calzaturiera con un inno generazionale che ha fatto sognare milioni di compratrici compulsive di scarpe. A concludere le danze (insieme alla rossiniana Largo al factotum tratta dal sempreverde Barbiere di Siviglia) giunge l'inedita Storia di un bellimbusto, ritratto affettuoso (ma comprensivo di qualche scappellotto) del giovane e meno giovane protagonista delle notti sudaticce e cocaine della movida cittadina.

Dopo tanta musica ecco giungere l'epilogo, la deprivazione sensoriale, il senso di vuoto tipico della fine dei dischi di pregio. Ma è sufficiente premere il tasto repeat per assistere al miracolo della continuità, dell'allegria sempreverde, della musicalità trionfale miao miao di Gattini. Il disco che restituisce gli Elio e le Storie Tese all'affetto dei fans che li avevano momentaneamente accantonati per dedicarsi ai Lost e ai Dari ma che oggi, ottobre 2009, si rendono conto che gli EelST valgono almeno tanto quanto.


Arrangiamenti orchestrali: Alessandro Nidi
Direzione d'orchestra: Danilo Grassi

Violino: Michelangelo Mazza, Elena Bassi, Luca Braga, Marco Bronzi, Pierantonio Cazzulani, Veronica Pisani, Francesco Senese
Viola: Francesco Lattuada, Matteo Amadasi, Filippo Milani
Violoncello: Gregorio Buti, Marco Decimo, Marco Dell'acqua, Leonardo Sesenna
Contrabbasso: Giuseppe Ettorre, Demetrio Costantino
Flauto: Marco Zoni
Oboe: Gianni Viero
Clarinetto: Corrado Giuffredi
Fagotto: Davide Fumagalli
Corno: Ugo Favaro
Tromba: Marco Bellini, Andrea Giuffredi, Francesco Tamiati
Trombone: Eugenio Abbiatici, Fabio Costa
Timpani e percussioni: Danilo Grassi
 Gattini 

Breve introduzione dominata dall'espressività felina, potrebbe essere una raffinata parodia di Citazione Da George L. Jackson degli Area, in cui alle orecchie più perverse il suono degli archi poteva ricordare il miagolio dei gattini (tnx Luggy).
I "miao" sono campionati dallo spot di Meow Mix (tnx Meemmow).
La stessa citazione compariva nell'album Del meglio del nostro meglio volume 1, al termine di John Holmes (tnx Lelevez).


 JOHN HOLMES 

La nuova versione si discosta di poco dal Sacro Testo originale.
Da segnalare solo la variazione di una frase, peraltro non traslitterabile in alfabeto terrestre. Cazzi vostri.


 CASSONETTO DIFFERENZIATO 
   PER IL FRUTTO DEL PECCATO 


L'inizio cita Rock and Roll dei Led Zeppelin (tnx Uollano).
Poco prima di "Ma mettetevi nei panni di chi il cassonetto pulisce...", l'orchestra cita la "Rhapsody in Blue" di Gershwin, ripresa più avanti dal piano (tnx Giovanni).
Inoltre, durante il solo di chitarra, l'orchestra cita Petrushka di Igor Stravinsky (tnx TheCrunge).
Nella parte del baritono addetto al feto: Enrico Ruggeri.
Al sax: Daniele Comoglio.


 NELLA VECCHIA AZIENDA AGRICOLA 

Caso unico nell'album, la band tace... e si ode la sola orchestra.
Meglio o peggio? Ascoltate e giudicate!


 PORK E CINDY 

Ai cori: Paola Folli.
Al sax: Daniele Comoglio.


 IL VITELLO DAI PIEDI DI BALSA 

Anche questa volta, il Vitello coi piedi di cobalto è interpretato dall'ottimo Enrico Ruggeri.
Nel testo, la frase "nient'altro che tu" è sostituita con "assolutamente sì tu".
Perché tutto ciò? Beh... "Assolutamente sì" è un classico tormentone di Cordialmente al quale il giovane rock è solito rispondere "Vaffankulo".
Quindi, all'ascoltatore tocca l'arduo compito dell'interazione.

Il passaggio di slide da 1'52" a 1'55" ricorda quelli di "The great gig in the sky" dei Pink Floyd (in particolare quello da 0'42" a 0'44") ed anche la progressione armonica è simile (tnx Luca).
Il clarinetto alla fine del brano riprende ed amplia la citazione della Rhapsody in Blue di George Gershwin, che era già presente in versione "pillola" nell'originale (tnx Mapo_Sae).
Ai cori ritroviamo Paola Folli.


 IL VITELLO DAI PIEDI DI BALSA - reprise 

Tutto sembra corrispondere alla vecchia versione... senonché, al termine del brano, Christian Meyer dice: "Pelo".
Non sappiamo quale scottante significato si nasconda dietro questo messaggio in codice... però ci piace. Anche se dovesse esistere solo in jpeg.


 UOMINI COL BORSELLO

Anche nell'edizione 2009 ritroviamo Riccardo Fogli, uomo col borsello, e Sir Oliver Skardy, sovrintendente del parco Capello. Tutto uguale all'originale? Forse! Divertitevi a scovare le piccole differenze "generazionali" tra la nuova e la vecchia versione del testo.
Ai cori: Paola Folli.
Alla trascrizione dal veneziano per marok punto org: Lelevez e Fifone69.

L'espressione "no xe pee de ghigno", riferita al materiale di cui è rivestito il borsello, vuol dire: "non è in pelle di cazzo". In veneziano, si usa dire così quando si vuole denigrare un pellame: "ma el xe fato de pee de ghigno?" (è fatto di pelle di cazzo?).
Oppure, c'è la battuta: "xe na borsa de pee de ghigno che se tia sfreghi deventa na vaisa" (è una borsa fabbricata in pelle di cazzo: se la strusci diventa una valigia).


Ragazza che limoni sola,
denoti spigliatezza.
Tant'é che c'è
chi invidioso ti sussurra così:
"Bea mona!"
(che in veneziano vuol dire
che se no ti me la całi, che non ti capissi un casso
ti me da indrìo tuti i zogatoļi, no te compro più niente,
no te regaļo più 'na sborada
).
Vai, Riccardo!

Il ragazzo spigliato col borsello
che tal può definirsi,
lui lo sa che il borsello contiene
quel bisogno d'amore
che hai tu, ragazzina spigliata
che limoni da sola.

C'è un amore in ogni borsello.
Se il tuo è proprio in quello che sfoggia lui
raggiungi il Parco Capello col Tuttocittà:
lì trovi un drappello di uomini col borsello,
ma lui reggerà un cartello con scritto:
"SONGHE IE".

Ragazza che limoni sola,
fermati un momento e ascolta.
Ti ricordi quel ragazzo, ieri al Parco Capello,
che ti guardava negli occhi senza parlare?
Quel ragazzo È IL MI' FIGLIOLO!

Ragazza che limoni sola,
- O COME TE LO DEVO DIRE??? -
limona con fierezza.
Sento che tu - MAREMMA MAIALA! -
puoi fare breccia
nel cuore di un innamorato
con gli occhi di Ben Turpin:
lui per te ha progettato un borsello
di vero budello.
Frena quel tuo mulinello. Yes.
Ragazzina, io ti vedo già donna:
sarà l'effetto del budello.

C'è un amore in ogni borsello.
Se il tuo è proprio in quello che sfoggia lui,
ritorna al Parco Capello, lo troverai là.
Ma in quel capannello di uomini col borsello
lui solo lo avrà in budello e gli altri
in finto bue. In finto bue,
in finto finto finto finto finto bue.

Oi ti fia meniteła da soła
Vojo proprio veder se ti xe sgagioła
So al Parco Capeło e so duro a tracoła
El me ripien te fa goła.
Verxime co ła ciave che ti gà nel cuor
Fumite un spineło, fame far l'amor
So al Parco Capeło e so sempre de łegno
Gò el borseło in bueo, no xe pee de ghigno!!
Ciuke va dałe bone parché xe un furegon
Mi so qua co Elio scavessà e me fumo un trombon.
Beo! Beo! Beo! Beo! Beo! Beo! Beo!




 ESSERE DONNA OGGI

Versione fedele all'originale (a parte un "aprìstichi"), impreziosita da un succulento cameo di Enrico Ruggeri che interpreta se stesso quale conduttore di Mistero: "Qual è il mistero che si nasconde dietro le mestruazioni? È venuto il momento di spiegarlo!"
Poi però non lo spiega.
Tenore di un certo tenore: Danilo Formaggia.
Soprano di un certo soprano: Sonia Visentin.


 LA TERRA DEI CACHI

Arrangiamenti orchestrali e riduzione per orchestra: Peppe Vessicchio.
Direzione d'orchestra: Raffaele Minale.
Copiatura: Patrizio Carà.
Oboe: Domenico Sarcina.
Flauto e ottavino: Bernard Labiausse.
Clarinetto: Gianni Minale, Sisto Lino D'Onofrio.
Fagotto: Mauro Russo.
Corno: Filippo Azzaretto.
Tromba: Stefano Minale, Giuseppe Fiscale.
Trombone: Roberto Bianchi, Alessandro Tedesco.
Orchestra d'archi: Gennaro Desiderio Ensemble.
Registrazione negli studi del Centro Musica Minale di Stefano Minale.
Ai cori: Paola Folli.


 PSICHEDELIA

In omaggio alla tradizione Indù, Lucio Dalla è contemporaneamente Dio e piccione che fa crew.
Sono passati dieci anni dalla prima edizione, ma anche la nuova riserva alcune sorprese: ad un tratto, il ritornello si ripete in reverse e però poi migliora, perché Elio dice che "Fede succhia il cazzo a Silvio, ma il cazzo resta molle! E Emilio lo prende in culo!" (tnx Rob).

Come nelle puntate precedenti, eccovi il frammento girato al contrario!
Portatemi le arance in galera.


Senza filtro:


Con filtro:




 IL ROCK AND ROLL

Splendida riedizione (a mio avviso una delle migliori dell'album), impreziosita da un potente arrangiamento orchestrale e dalle ottime voci di Danilo Formaggia e Sonia Visentin.
Su "Apicella.... no" si sentono gli archi accennare un'aria dall'overture del Barbiere di Siviglia, più nota al grande pubblico nella versione "Amici Miei": "O buhaiola, tu mi tradisci..." (tnx Favone/Deadnature)
Dopo il primo ritornello, da 1:27 a 1:33, l'orchestra cita chiaramente la prima frase del quinto concerto brandeburghese di Bach, adattandolo alla tonalità. (tnx Giovanni/Jazztom).
Sul finale, Christian cita la rullata di chiusura di "Rock'n Roll" dei Led Zeppelin nel mitico live "The Song Remains the Same" (tnx OttavioFava37ozzul).
Rispetto alla versione di Craccrà, il testo del brano è leggermente cambiato, come potete notare esaminando la seguente diapositiva.


"Rock and roll,
musica dei drogati".


Il rap non mi va,
l'hip hop proprio non mi va.
Tutututù dudù.
La techno mi disturba,
ma il rock and roll, il rock and roll
sì che mi piace.
Non ha mai giudicato nessuno,
il rock and roll, il rock and roll.
Facile da suonare:
rock, rock, rock, rock and roll.
Rock and roll.

I Deep Purple, che figata.
Apicella no.
Il rock and roll,
il rock and roll, sì che mi piace.
Non ha mai inculato nessuno,
il rock and roll.
Il rock and roll, facile da suonare:
rock, rock, rock, rock and roll.

Rock and roll, rock and roll,
rock and roll, rock and roll,
Non mi va, non ci sto, rock and roll.
Io vorrei solo rock and roll!

Ma il rock and roll, il rock and roll
sì che mi piace.
Il rock and roll. Il rock and roll,
facile da suonare.

Maledetto rock and roll,
tu spacchi gli alberghi, orini sul mondo.
Rock and roll.
Mamma mia, mamma mia, rock and roll.
Rock!
Rock and roll.

Rock and roll. Rock and roll
Rock and roll. Rock and roll
Rock and roll. Rock and roll
Rock and roll. Rock and roll
Rock and roll. Rock and roll
Rock and roll. Rock and roll
Rock and roll. Rock and roll
Rock and roll. Rock and roll
Rock and roll. Rock and roll
Rock and roll. Rock and roll
Rock and roll. Rock and roll
Rock and roll. Rock and roll
Rock and roll. Rock and roll
Rock and roll. Rock and roll



 LA FOLLIA DELLA DONNA (parte I)

Anche in questo brano ritroviamo il tenore Danilo Formaggia ed il soprano Sonia Visentin.
Come nell'originale, la voce recitante è quella di Nicola Savino.

Il sottofondo di archi durante il parlato è tratto dalla "Rhapsody in Blue" (tnx Giovanni).

Il nuovo monologo di apertura è ambientato nel 2013 (dieci anni dopo la prima versione del brano) e vede il protagonista, Nicola Savino, vittima esasperata di stalking citofonico da parte del nostro amico Roger.

Ecco il nuovo testo:

"Si chi è? Ancora? E mo' hai rotto il cazzo, Roger! So' dieci anni che stai attaccato ar citofono! Eh! A Sciain Niu Cresi Daimond, come cazzo ti chiami, mo' basta eh? Vabbene? Allora basta! Eccoci! Ancora qui. Ancora noi. Ancora per dirci ciao. Ancora uguali a noi stessi. Ancora io e te. Tutto ancora. In volo. Noi."

Infine, le ultime note sono il finale di "Armonie del pianeta Saturno" di Roberto Lupi, meglio conosciuta come la sigla di fine delle trasmissioni Rai, fino all'86 (tnx Michelangelo Bucci).


 SHPALMAN

Ironia della sorte, questo arrangiamento è più simile all'originale del precedente, se con "originale" intendiamo il prologo dell'opera "Achille et Polixène" di Jean Baptiste Lully e Pascal Collasse.

Rispetto alla versione Cicciput, la voce di Rocco appare più naturale e meno alterata in elettronica. È chiaramente una scelta artistica... in altre parole: sei anni di aggiornamento del software aiutano! :)


 LARGO AL FACTOTUM

Questo brano ha più di vent'anni, ma in fondo è ancora giovane: la prima esecuzione dell'originale di Rossini è del 1816.
"Largo al factotum" è un "classico" del repertorio di Elio solista ed è stata eseguita innumerevoli volte anche dall'intera band. Tuttavia, se si fa eccezione per i brulé ed i relativi "best of", è la prima volta che gli Elii pubblicano questo brano in un album. Sinceramente, NON mi sembra la loro versione migliore: preferivo quando Elio nominava Ivan Piombino.

Arrangiamenti orchestrali e riduzione per orchestra: Peppe Vessicchio.
Direzione d'orchestra: Raffaele Minale.
Copiatura: Patrizio Carà.
Oboe: Domenico Sarcina.
Flauto e ottavino: Bernard Labiausse.
Clarinetto: Gianni Minale, Sisto Lino D'Onofrio.
Fagotto: Mauro Russo.
Corno: Filippo Azzaretto.
Tromba: Stefano Minale, Giuseppe Fiscale.
Trombone: Roberto Bianchi, Alessandro Tedesco.
Orchestra d'archi: Gennaro Desiderio Ensemble.
Registrazione negli studi del Centro Musica Minale di Stefano Minale.


Lallalalèra, lalalalà.
Lallalalèra, lalalalà.

Largo al factotum della città, largo!
Laralà laralà laralà là.
Presto a bottega che l'alba è già, presto!
Laralà laralà laralà là.

Ah, che bel vivere, che bel piacere
che bel piacere.
Per un barbiere di qualità!
Di qualità!

Ah, bravo Figaro!
Bravo, bravissimo! Bravo!
Laralà laralà laralà là.

Fortunatissimo per verità!
Bravo!
Laralà laralà laralà là.

Fortunatissimo per verità!
Fortunatissimo per verità!
Lalalalà.
Làlala làlala làlala làlala làlala là.

Pronto a far tutto,
la notte e il giorno,
sempre d'intorno in giro sta.
Miglior cuccagna per un barbiere,
vita più nobile, no, non si dà.
Làlala làlala làlala làlala làlala làlala làlala là.

Rasori e pettini,
lancette e forbici,
al mio comando
tutto qui sta.

Lancette e forbici,
rasori e pettini,
al mio comando
tutto qui sta.

V'è la risorsa,
poi, del mestiere
colla donnetta... col cavaliere...
Colla donnetta, laralàlalallera.
Col cavaliere, laralà lalàlallero là là là là.

Ah, che bel vivere, che bel piacere,
che bel piacere.
Per un barbiere di qualità!
Di qualità!

Tutti mi chiedono, tutti mi vogliono,
donne, ragazzi, vecchi, fanciulle.
Qua la parrucca... Presto la barba...
Qua la sanguigna... Presto il biglietto...
Tutti mi chiedono, tutti mi vogliono.
Tutti mi chiedono, tutti mi vogliono.
Elio e le Storie Tese punto it cacca.
Qua la parrucca, presto la barba,
Presto il biglietto, ehi!

Figaro! Figaro! Figaro! Figaro! Figaro! Figaro!
Figaro! Figaro! Figaro! Figaro! Figaro! Figaro!
Figaro! Figaro! Figaro! Figaro! Figaro! Figaro!
Figaro! Figaro! Figaro! Figaro! Figaro! Figaro!
[effetti elettronici trash]

Ahimè!
Ahimè, che furia!
Ahimè, che folla!
Uno alla volta, per carità!
Per carità, per carità!
Uno alla volta, uno alla volta,
uno alla volta, per carità.

Figaro! Son qua!
Ehi, Figaro! Son qua.
Figaro qua, Figaro là,
Figaro qua, Figaro là,
Figaro su, Figaro giù,
Figaro su, Figaro giù!

Pronto prontissimo son come il fulmine:
sono il factotum della città.
Della città, della città, della città, della città.

Ah, bravo Figaro! Bravo, bravissimo!
Ah, bravo Figaro! Bravo, bravissimo!
Fortunatissimo, fortunatissimo,
fortunatissimo per verità.
Làlala làlala làlala làlala
Làlala làlala làlala làlala
A te fortuna, a te fortuna,
a te fortuna non mancherà.

Sono il factotum della città.
Sono il factotum della città della città della città della ci...

...ttà.



 STORIA DI UN BELLIMBUSTO

Primo ed ultimo brano inedito dell'album.
Alle voci recitanti: Vittorio Cosma.
Per il testo e le altre spigolature, vi rimando alla scheda del singolo.



 SHPALMAN (romanza da salotto)

In questa seconda versione, uno struggente duetto tra il piano di Tanica e la voce di Max Pezzali.
Nel finale troviamo un campionamento del monologo di Rutger Hauer/Roy Batty tratto da "Blade Runner" di Ridley Scott (tnx Meemmow).


Fra le maschere che un uomo può indossare
ricordiamo l'argilla.
Fra le maschere che un uomo può indossare
come non citare il bronzo?
C'è la maschera di ferro,
c'è la maschera di Pippo,
ma la maschera di merda
te la fa solo Shpalman.

Un tamarro dietro l'angolo
voleva incularmi la vespa.
Un tamarro dietro un altro angolo
voleva incularmi la catenina.
Ma io ho chiamato Shpalman,
lui mi ha risposto "dimmi"
e io gli ho detto: "Vieni qui
che c'è bisogno di te
per difendere me!"

Attenti cattivissimi
perché è arrivato Shpalman
che spalma la merda in faccia,
aiuto arriva Shpalman
che tutti spalmerà!

Non c'è dubbio che Shpalman
sia un amico con le mani in pasta,
e non credere che a Shpalman gli puoi dire:
"Tipo adesso basta!"

Perché si chiama Shpalman
e il nome dice tutto,
e ad ogni farabutto tinge il viso color maron,
poi l'asciuga con phon.
Ti rende shpalmatissimo!

Perché si chiama Shpalman,
che spalma la merda in faccia.
Aiuto arriva Shpalman
che tutti spalmerà

Eroi dei nostri tempi
non temo il faccia a faccia
di merda una focaccia
sul volto spalmami!

Autografi la faccia
di tutti i miei nemici
e il volto gli incornici
con pezzi di pupù.

Arrivederci Shpalman,
ci mancherai di brutto.
Ed ogni farabutto
shpalmato resterà.
Resterà.
Resterà.


Max: "Figo, divertente!"
Rocco Tanica: "Che bello, grazie! Mi sono emozionato, guarda!"
M: "Poi è divertente perché è a tema Shpalman... cioè, secondo me, dà proprio l'impressione di uno che soffre un po' del fatto che ci mancherai di brutto! Questa è la chiave. Cioè, non puoi capire il pezzo interpretato così se non vedi ci mancherai di brutto. Capisci che se n'è andato, non si sa dov'è andato!"
RT: "Ciao, addio, ci mancherai!"
M: "Addio, ci mancherai! Sono un po' quei finali di Grey's Anatomy, quelle cose..."
Elio: "Ahahah! Grey's Anatomy!"
M: "Sì, quelle cose... cioè un po'... quella roba che alla fine capisci perché era tutto triste dall'inizio!"
RT: "Ma... dove andrai?"
M: "Non lo so..."
RT: "Non lo so... ma credo che però... starò via per un po'"
M: "Per un po'... grazie Shpalman, hai fatto tantissimo per noi! Cioè, è proprio anche il riconoscimento di una comunità che..."
RT: "Il Dolly che sale..."
- RT accenna un motivo al piano -
M: "Esatto, bellissimo! Lui che va via un po'... un po' come Hulk, quello del telefilm, che lui andava via con la sacca..."
RT: "...fino a quando riuscirà a dominare la bestia selvaggia che alberga in lui!"
M: "...che alberga in lui! Lui deve continuare a spostarsi, come... il destino terribile di Bruce Benner, appunto! il..."
RT: "Il destino... sai, il più... il peggiore destino di Bruce BANNER era il fatto che su Internet uscivano tutti i..."
M: "Ahahahahah! E che poi lui... questo qua... tutti i BANNER! E dice... poi con la crisi della new economy niente!"



E tutti quei momenti andranno perduti nel tempo, come lacrime nella pioggia.
È tempo di Tannhauser.

(campionamento del finale del Tannhauser di Wagner)



 NUBI DI IERI SUL NOSTRO DOMANI ODIERNO

Prima grande esclusa dalla versione cd.
Il testo è fedele all'originale, il cantato è sullo stile della versione di Il meglio del nostro meglio.
Ai fiati, Daniele Comoglio.



 DER WAHN DER FRAUEN ERSTER TEIL

Seconda esclusa dalla versione cd, si tratta della traduzione di "La follia della donna (vol I)" in tedesco... e, lasciatemi dire, è un gran bel sentire.
La voce è quella dell'ottimo Guido Block dei Four Tiles (tnx Lavinia/Shpalmina).


Schuhe
Scheißschuhe
Frauenschuhe
Sie kosten
den Männern
Millionen
Denk mal an, entschieden haben das alles
Die Schwulen

Es gibt ein Bündnis
unter Schwulen
Das jetzt entschieden hat
Letztes Jahr gefiel das Rote und
Dies' Jahr das Bleu (Blau)
Samtige Kordhosen
Auf dem Markt bezahlte man sie
23 (dreiundzwanzig) Mark
Heute findest du sie in der Boutique
Gekauft von all den reichen Frauen
Eine Entscheidung der Schwulen
Und die muss ich akzeptieren

Dieser Wahn in den Frauen
Das Bedürfnis nach Schuhen
Welches gar keinen Grund sieht zu ruhen
Was sind schon Millionen
Im Vergleich mit solch herrlichen Schuhen?

Niemals dachtest du an eine Tätowierung
Deine Freundin prunkt mit 'ner Tätowierung
Lauf ganz schnell und mach dir 'ne Tätowierung
Und ganz plötzlich brauchst du einfach Sie
die Tätowierung
die Tätowierung, die Tätowierung,

Doch dann gefällt sie dir nicht mehr
Was machst du? Entfernen? Geht nicht.
Du machst 'nen anderen was größer

Dieser Wahnsinn der Frauen
geistiges Unbehagen
sich die Tinte ins Fleisch 'rein zu jagen
Und da schlenderst du
gerade
Durch die Straßen
der Mode
mit Sabots


Se vi vengono in mente particolari da aggiungere, cose simpatiche e cervellotiche da scrivere su questo disco, o anche se avete trovato degli errori... segnalatelo nel Buko!
Ed anche la pheega se ne accorgerà.