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Capitolo 3 - SI VEDE ANCORA LA RAI

Mi svegliai molto presto... perché avevo già tre impegni: beccare Palombino da Anime Salve, beccare Remo e Marina al bastione saraceno e vedere l'eclissi di luna!
Sostenere che mi fossi alzato solo per andare al CESSO è pura illazione, indegna di un sito serio.

Comunque, fu davvero una bella CAGATA.
Il mondo, visto da una TAZZA, era bello, aveva quel nonsoché... era la mia prima cagata del Percfest 2011 e chiedeva di essere ammirata: era consistente, densa, soddisfacente, sembrava quasi sorridere. Presi il telefonino e lo dissi a tutti, perché la felicità è reale solo quando è condivisa.

L'unica a rispondermi fu la bella Choo: "Ehi! Sei in tempo per il fitness!"
Controllai l'ora... era vero.
Però peccato per il Qi Gong.
L'INCONTRO
L'avvistai al fitness.
Erano passati dieci anni dal nostro primo incontro, e ci incrociavamo sempre là. Eravamo invecchiati parecchio, tutti e due, ma il suo sguardo era rimasto quello di un tempo: all'apparenza sognante, poetico e infantile, in realtà era solo SFASATO di qualche grado, perché puntava sempre più in alto di ciò che stava guardando.
Ebbene sì, era ReseRese.

Anche lui era solo come uno SFIGAAATO, così andammo a svaccarci assieme nella spiaggia libera di fianco alla RUSPA sul molo. Era trascorso solo un anno da quando Rese ci si era SPAKKATO la TESTA fracassandosi sugli scogli come un handicappato, ma sembrava un'eternità.

Comunque, l'acqua era ancora pulita, nonostante i nostri cazzi, e nonostante Rese sboccasse passato come una fogna in piena: Fitness la sua lingua di fata riportò in vita le Fave Ignoranti, il Casinò, la Cicalona, Sanfru, Manu, il beverone, lui ubriaco che voleva bersi il liquido delle lenti a contatto perché aveva perso le diottrie e poi il Compa, che l'aveva salvato.
E, soprattutto, il MERDA: il barbone leggendario, magrissimo, lurido, orrendo e sempre serio, che girava per Laigueglia con il KANE e con la pheega con le tette al vento.
Rese la chiamava "punketta", ma naturalmente ne parlava senza interesse: anche lui era superiore a queste cose, esattamente come me.
Meglio parlare del MERDA.

"L'unica cosa pulita era il suono della chitarra... - ricordava Rese, con occhi sognanti - Ma SANDOKAN?"
"Eh?"
"Che fine ha fatto SANDOKAN?"

Quando capii che intendeva "Schopenhauer", rischiai di affogare.
Era tempo di ritornare in spiaggia.
GLI SCHERZI DELLA NATURA
Di fianco ai nostri asciugamani vuoti, trovammo quattro tipe... ed erano pheeghe da paura: avevamo la prova che la colpa non era del tessuto.

Erano una meraviglia... avranno avuto al massimo 20 anni, ridevano ed urlettavano mentre si spalmavano la crema... era davvero un peccato che noi fossimo superiori a queste cose.

"Sborroh!" dissi a Rese, parafrasando il trobàr cortese.
"Ieaou..." rispose il compare, che al momento non riusciva a trovare consonanti.
"Adesso che ci hanno visto - sussurrai - quanto ci mettono a scappare?"
"Poco... Pochissimo!"

La persistenza della pheega era una sfida conto la natura, e la natura reagì: una di loro venne PUNTA su un piede da una VEEEEEEESPA!
Iniziò ad urlare... era uno spettacolo senza paragoni.

"Ehi... - commentò Rese - adesso non può più scappare..."

Errore: le altre tre raccolsero gli asciugamani e la portarono via di peso, verso la farmacia!
Non sarebbero ritornate mai più.

Se fosse finita così, sarebbe stata una storiella divertente... come tante!
Ed invece, il meglio doveva ancora venire.

Al loro posto, si sedette una VEEEEKKIA con un BAMBINO, l'immagine più anti erotica che si possa immaginare.
Nell'indifferenza totale della nonna, il gaaaagno di merda ci venne vicino ed iniziò a PISCIARE sulla sabbia, controvento, a meno di mezzo metro dai nostri asciugamani.
Era solo piscio, eppure faceva una PUZZA terrificante.

"Ma la veeeeekkia non dice un cazzo?" commentò Rese.
"NØ... - risposi - È contenta: il gagno ha imparato ha riconoscere i CESSI!"

Dal sottosuolo, sentimmo qualcuno che rideva: era la natura.
SI VEDE ANCORA LA RAI
Alle ore 14:13 in punto, una nuvola oscurò il sole.
Era una nuvola piccolissima, ma era esattamente sopra di noi! Era il segno definitivo del cielo: lasciammo libero accesso alla spiaggia per la pheega e ce ne andammo affankulo.

Sono poche le cose eterne, a Laigueglia, Miriam comparativa e l'annullamento della pheega era la principale.

Un'altra era uno SKIZZO di SKIFIDOL che qualche gaaagno aveva lasciato sul muretto dell'hotel Splendid, sul lungomare.
Era la "scatola nera" dell'hotel Splendid, cioè era l'unica cosa rimasta viva dell'intero edificio: erano passati decenni di acqua, sale, vento e sole, eppure quello SKIZZO era ancora là, a deridere i mortali che popolavano l'albergo, che nel frattempo era stato CHIUSO e ci guardava, impotente come un FANTASMA SFIGAAAATO.

Dietro a piazza Cavour, infine, c'era ancora il muro con la scritta che tanto piaceva a KG: "MIRIAM, RICORDERÒ CMQ, ANKE SE NON VORRAI".

Il Kompagno Gillette sognava la risposta di Miriam: "Bò... Fà 1 Pò IL KAZZO KE T PARE!".

Non avevo mai perso la fiducia in Miriam: speravo che prima o poi Laigueglia si sarebbe risvegliata con una risposta lunghissima ed articolata, scritta con SBORRA di BUTUMGOGO e calligrafia minorenne femminile, con tanto di cuoricini sulle i.
Nella realtà, però, la scritta si biodegradava, anno dopo anno: parecchie lettere erano cancellate, stava invecchiando più velocemente di noi... altro che skifidol.
Rese la fissò per un attimo e commentò: "Si vede ancora la RAI!"
Era un ottimo titolo per una recensione.
LA TIGRE DELLA MALESIA
Rese mi disse che quella notte avrebbe dormito in macchina, proprio come dieci anni prima! Aléééé!
L'indomani, invece, sarebbe arrivata la tipa... quindi ALBEEERGO.

"Siamo al Corallo! - disse - Abbiamo preso due camere: siamo io, Marta, Mariangela ed il Compa!"
"Figata! Ci sono anch'io al Corallo!"
"Sì, lo so... l'abbiamo scelto perché l'abbiamo letto su marok.org!"

Sono cose che fanno pensare.

Comunque, da quando avevamo lasciato la spiaggia, Pheega vegetalel'unica pheega che ci era capitato di vedere da vicino era scolpita in una pianta.
Iniziai a capire perché il gabbiano si era suicidato.

E va be'... alle ore 16 ci rinchiudemmo da "Anime Salve", l'Internet Point di Laigueglia!
E fuori uscì il sole.

Se eravamo là, era tutta colpa di Giorgio Palombino, ma di lui non c'era traccia né fisica né telefonica, così feci backup delle sue cazzo di foto su un hard disk esterno e mi feci un giro sul buko e su fèisbuk.
La principale novità era che il Favone aveva cambiato telefono... ed era un peccato: il suo primo cellulare l'aveva fottuto in treno, mentre andava al suo ultimo PercFest!
Il Favone chiedeva a cani, porci, puttane e vaffankulo di mandargli un messaggio, perché non aveva più un cazzo in rubrica. L'appello mi aveva profondamente colpito... così iniziai a navigare di porno, finché non vibrò il cellulare: era SCHOPENHAAAAAUER!
Disse che sarebbe venuto al PercFest!!!

"Rese! - urlai - Viene SANDOKAN!!!"

Rese emise qualche suono disarticolato e lo interpretai come un segnale orario: erano le cinque... tempo di beccare Remo e Marina al bastione saraceno!
Era una giornata difficile.
GENTE DI MARE
I vecchi vecchi custodi del Mayflower non erano invecchiati di un giorno... Remo erano là, freschi, sorridenti e belli come il sole... come si può ammirare qua a sinistra nell'apposita diapositiva.

"Quando arriva il tuo SOCIO?" mi chiese Remo.
"Chi? - risposi - Quello BIANCO che al sole diventa ROSSO?"

E fu subito allegria: dove c'è GRUMO c'è party.

Passammo il pomeriggio a sboccare ricordi all'Albatros, sbirciando l'opera del maestro ElladeEllade Bandini attraverso la schiuma di un'anonima birra bionda... ed io capii che, nemmeno dopo un secolo, mi sarei mai abituato a bere con Remo e Marina al tavolino di un locale che non fosse il Mayflower.

Alle sette della sera, riaccompagnammo al bastione i nostri eroi... e sarebbe stato un addio triste, se non fosse apparso lui: IL MERDA!!!

Suonava la chitarra PER TERRA in piazza Garibaldi, chiedendo la CARITÀ.
Il cane c'era ancora, Punketta NØ... ma probabilmente anche lui era superiore a queste cose. Comunque, era serissimo, come sempre. Il suo cespuglio rado, unto e nero che circoscriveva la pelata si agitava ancora nel vento, senza legge né fissa dimora, ché le dita vecchie e unte erano impegnate poco più sotto, a pizzicare le corde, mentre il cappello rovesciato sonnecchiava in strada e raccoglieva centesimi e gettoni del telefono.
Adoravo il MERDA: era il simbolo di quello sporco TENACE e OSTINATO che nemmeno i veeeeekki più incazzati sarebbero mai riusciti a lavare via.

Dopo la fine del mondo, nel 2012, rimarranno soltanto tre cose: il MERDA, lo SKIFIDOL e la RAI. E sarà lo scontro finale.
QUESTIONE DI LUNA
Su un fatto, Rese aveva ragione: l'unica cosa pulita del Merda era il suono della chitarra.

Per un po' restammo ad ascoltarlo, Riflessione senza cagargli neanche un centesimo, poi fui distratto dalle telefonate femminili.

La prima era della Ferilli, che faceva paaaakko.
La seconda era della giovane Choo, che mi ricordava l'appuntamento con l'eclissi di luna: era prevista in quel momento, ore 19:30.

Alzai gli occhi al cielo, che si ostinava ad essere privo di luna... e poi, fatto ancora più grave, era AZZURRO! La pheega però non volle sentir ragioni: era la realtà ad essere sbagliata.

Comunque, la telefonata ebbe vita breve... anche se non ricordo se finì sulle parole "foto comparative" o "560mm di zoom".
Allora ritornai da Rese e gli spiegai che le ultime foto ad un'eclissi di luna le avevo fatte nella notte tra il 3 ed il 4 marzo 2007; erano passati quattro anni e non potevo assolutamente fare di peggio: sarebbe stata un'umiliazione!

Rese ci pensò un po' su, poi commentò: "Una volta con l'eclissi potevi invitare qualche ragazza per una cenetta intima... adesso invece telescopi e basta!"
Era vecchia, ma faceva sempre ridere.

Per tenere sotto controllo contemporaneamente la luna ed il concerto, posammo i culi sul muretto dietro al palco. A Rese non fotteva un cazzo dell'eclissi, ma a stare da solo si sentiva SFIGAAAATO.
Alle ore 20:00 iniziò il Drum CircleDrum Circle, e fu la solita tragedia; alle ore 21:00 ci fu la semifinale del concorso PercFest, di cui non riuscimmo a vedere una minchia; alle ore 21:30 iniziò il concerto... e della luna non c'era traccia.
Perfetto.

Il primo gruppo era il quartetto "Le coq et la pendule", formato da Dedè Ceccarelli (batteria), David Linx (voce), Pierre-Alain Goualch (piano) e Christophe Wallemme (contrabbasso). Era un omaggio a Claude Nougaro, chansonnier francese mancato pochi anni prima.
Erano bravi, però parlavano francese e di conseguenza annullavano la pheega, perché le ragazzine pensano Le coq et la pendule che il francese sia dialetto, quindi fa veeeeeekkio.
Per non parlare di quello che si chiamava Linx.

Alle ore 22:30 fu la volta dell'Indigo Trio, formato da Nicole Mitchelle al flauto, Harrison Bankhead al contrabbasso ed Hamid Drake alla batteria. Erano fenomenali e annullavano di meno la pheega, perché parlavano inglese e nessuno di loro si chiamava come un software.

Farsi tutto il concerto dal culo del palco per aspettare una luna che non c'era faceva un po' SFIGAAAATI, però la posizione aveva i suoi vantaggi: si vedevano gli scleri dietro le quinte.
Quella sera, la causa del delirio Indigo trio sembrava essere Hamid Drake (che probabilmente era inciampato in qualche cavo facendo esplodere qualcosa) e l'effetto erano gli skizzi di Vale, che passò TUTTO IL CONCERTO a correre e saltare da una parte all'altra del palco, ostentando disperazione, angoscia e terrore e bruciando anni di gioventù femminile nel tentativo di rimediare al disastro... sembrava quasi volare, era meravigliosa!
Io però non mi lasciai distrarre: alle ore 23 in punto, la luna sorse dal mare... e... finalmente... vidi lei... l'eclissi!

La luce era troppo debole, la SX10 troppo handicappata ed io troppo veeeekkio per riuscire a scattare senza appoggio, così fankulai il concerto, mi spostai al bar Molo, ordinai una birra e posai culo e macchina foto sul tavolino che offriva l'esposizione migliore verso sudest.

Rese meditò, poi mi seguì: la mia posizione, a distanza di sicurezza dal jazz e dalla luce, offriva un panorama mozzafiato sulla pheega.

L'eclissi durò meno di un'ora.
Alle 23:45 era già terminata, così ritornammo in piazza per sentire le ultime note del concerto... ed era già FINITO!
PiombinoKastrox.
Eclissi Eclissi Eclissi Eclissi Eclissi Eclissi
AFTER DA SIRÒ
Ci trasferimmo da Sirò, che anche stasera prometteva bene: c'era il mitico Cisco & FriendsCisco, secondo classificato alla scorsa edizione del concorso PercFest (che è un modo elegante per dire che alla finale l'avevano SEGAAAAAAAAATO).

Cisco mi vide e disse: "Marok! Non ce l'hai fatta!"
"Eh?"
"Ti aspettavamo in
VALTELLINA!"


Pensai alle cose più tristi del mondo, nel vano tentativo di non ridere: mi ero "leggermente" dimenticato che l'anno precedente ero stato invitato a qualcosa da qualche parte, a quanto pare in Valtellina, che a me ricorda solo l'alluvione.
Ed io, ubriaco il giusto, avevo risposto: "Yeah! Ok! Figata!".
Poi non ci eravamo più sentiti... e soka.

Il buon Cisco, comunque, era di ottimo umore: mi spiegò che avrebbe riprovato anche quell'anno il concorso PercFest, perché l'avevano "ripescato". Essendo ormai completamente fuori dal giro, non capivo che cazzo volesse dire, ma lo assecondai.

"Dai! Figata! - risposi - Quindi stasera ci fai una jam?"
"No, Marok... ho sonno, vado a letto!"
"A quest'ora? Vergogna!"
"Eh... sono appena arrivato, sono stanco morto!"
"Veeeeeeekkio!"

Salutai i giovani valtellinesi e andai verso Rese, che si era seduto al divanetto aspettando la jam.
Il signor Sirò mi anticipò, Jam da Sirò lo vide e gli disse per prima cosa: "Qua SI PAGA ANTICIPATO!"

Rese era la PRIMA PERSONA al mondo al quale veniva chiesto di pagare anticipato da Sirò... non era mai successo nemmeno a ME! Un po' ero invidioso.

Rese, comunque, ordinò un NEGROSKI.

"Ne vuoi?" mi chiese.
"Ma è come il NEGRONI? Perché a me fa CAGARE..."
"No, è meglio..."
Assaggiai. Faceva SKIFO.
"Yeah... grande Rese!" risposi. E mi ordinai una birra artigianale.

La jam, intanto, non era affatto male, Palombino era in forma, ed all'una i signori Sirò dissero BAAASTA: avevano ricevuto la visita di qualche apriculi ed erano sotto shock!
Erano nuovi, dovevano ancora imparare Laigueglia.
META-AFTER ALL'ALBATROS
Decidemmo di rifugiarci all'Albatros, perché Elio diceva che in greco voleva dire teatro, e non ci sentivamo di contraddirlo.
La jam era ancora alta e l'epicentro del casino erano Jam all´Albatros Cisco ed i suoi amici... quelli che a mezzanotte volevano andare a dormire.

"Marok! - mi disse Cisco - Qualcosa è andato storto!"
"Cosa?"
"YEEEEEEEE!"

Erano ubriachi persi, stavano organizzando improbabili raduni di centinaia di persone nel loro appartamento e la gente li assecondava. Era un peccato che l'indomani nessuno si sarebbe ricordato un cazzo... anche perché la jam era spettacolare: si stavano alternando tutti quelli che la sera avevano suonato sul palco... con l'aggiunta di Roberto Gatto alla batteria.

Jam all´Albatros

La jam terminò alle ore 2:30, in onore di Giorgio Palombino, che era arrivato in quell'istante.

Fu allora che mi venne in mente una cosa.

"Palombino! - dissi - Ma le vuoi ste cazzo di foto?"

Era tutto il giorno che mi portavo a spasso l'hard disk.

"Ah già... - rispose - Sì... però adesso è tardi... non ho dietro il portatile... ma tu hai anche le foto di stasera?"
"Be', no... sull'hard disk no..."
"Allora facciamo così: domani vado al fitness col computer, tu porti le foto e ci vediamo là!"
"Ok - risposi - tranquo!"

A parte che una spiaggia non è il posto più adatto per andare in giro con un hard disk, ma col CAZZO che mi sarei alzato apposta per il fitness. La notte era GIOVANE, volevo fare l'ALBA!

Verso le tre e mezza, ero già rimasto SOLO come uno SFIGAAAATO.
Era fuggito persino Rese, perché aveva un impegno: doveva passare in macchina la sua ultima notte senza la tipa!

E va be'... mi feci un ultimo giro in spiaggia e poi tornai all'hotel Corallo.

Guardai la camera di Saaaakkoman.
Le volevo bene, ormai.
Non avrebbe mai raggiunto la poesia della macchina di Rese, ma io mi sapevo accontentare... e, soprattutto, un posto valeva l'altro, quando si trattava di pronunciare l'ultimo, doveroso e sacrosanto vaffankulo.