Dopo due giorni di bordello, il mio organismo s'era assuefatto alle condizioni più ostili: le esplosioni dell'ascensore mi sobillavano una grassa sega, sicché tirai finalmente un unico e porco sonno filato fino a mezzogiorno e mezza.
"A quel punto il
fitness
è perso... irrimediabilmente!" conclusi, mentre il mio giovane corpo sorridente si esibiva nella trionfante danza del SOKA.
Accesi per spregio la TV, cercando Canale 14, e trovai l'inizio di Studio Aperto.
"Allarme caldo a Torino e Milano - riferì la gnocca di turno
- Centinaia i ricoverati... e nei prossimi giorni farà ancora più caldo!"
"E io sono al mare!!! - urlai
- SOKAAAAAAAAAAAA!!!"
Era davvero una giornata meravigliosa, raggiunsi gli handicappati in spiaggia e, dopo il bagno di rito nell'unico tratto di mare privo di pheega, ci svaccammo in spiaggia nell'unica fetta di sabbia priva di pheega e poi da Pacàn, nell'unico angolo di Pacàn privo di pheega, per la consueta birra più crépe. Senza pheega.
Se la privazione della pheega protratta per un'intera esistenza può provocare qualche malumore, due soli giorni di campeggio eran bastati a trasformare il
Kompagno Gillette
in una poltiglia biologica, priva di ogni somiglianza con la razza umana.
Il più grave però era
Uollano:
continuava a parlarci di una tipa che avvistava di tanto in tanto e che glielo faceva rizzare con la sola imposizione dello sguardo. Tutto nella norma, eccetto un fatto:
Uollano considerava plausibile l'eventualità del successo.
Primo campanello d'allarme:
"Be'... credo sia libera, non l'ho mai vista col tipo!"
Secondo campanello d'allarme:
"Mi ha guardato e mi ha sorriso!"
Terzo campanello d'allarme:
"Marok, mi trovi una chitarra? Dai, così baccagliamo!"
Uollano non si rendeva conto fino in fondo della sua condizione di FAVA NERD in camera con GRUMO: sembrava persistere nella convinzione di potersi avvicinare con successo ad un esemplare di pheega in formato analogico (non jpeg, per intenderci).
E va be', lo abbandonai alle sue illusioni e m'incamminai all'appuntamento con i concorrenti.
I PREPARATIVI
Quella sera non ci sarebbe stata gara: avevo collocato
Marco Iannetta, sesto classificato al demo, contro i primi, il
Lorenzo Capello trio. Un singolo contro un gruppo, il sesto contro il primo, Iannetta era spacciato in partenza, quindi nessuna fatica a fare i conti! Sborroh!!!
Non sono stronzo, mi disegnano così.
In tutto questo, Iannetta era apparso sull'Aurelia, di fianco al magazzino, con un SUV pieno di cose a caso che voleva portare sotto il palco. Quindi, non solo gli Angelo & Friends gli negarono il permesso di arrivare sotto il palco con la macchina, ma persino di usare la carriola:
"Serve a noi!".
Non sono stronzi, li disegnano così.
Timido, taciturno e conscio di essere destinato alla sconfitta,
Marco Iannetta
non si perse d'animo e trascinò, a piedi, una quantità di ferramenta pesantissima che sarebbe bastata per costruire il ponte di Messina. Poi, nel metro quadro che aveva a disposizione, iniziò ad assemblarla in modo assurdo. Nessuno ebbe niente da ridire, perché nel suo folle progetto l'unico a faticare era lui.
Anche il trio di
Lorenzo Capello,
comunque, era divertente: aveva richiesto al service due batterie
"di qualità". Per gli Angelo & Friends, trovare due batterie e montarle non sarebbe di certo stato un problema, ma... come certificarle
"di qualità"?
Angelo non si perse d'animo e risolse il problema in modo brillante, cioè ci attaccò sopra un pezzo di scotch di carta, con scritto, testuale:
"batteria di qualità".
Notando il pubblico ludibrio che gli stava irrumando le spalle, l'altro batterista del trio,
Enrico Di Bella,
provò invano a giustificare quella richiesta con frasi del tipo:
"No, perché, da altre parti, succede che...".
Di fronte alle risate dell'intera piazza, però, si rassegnò e iniziò a suonare.
Contro ogni previsione, il soundcheck stava filando liscio come l'olio, tutti stavano sgobbando per conto proprio senza rompermi i coglioni.
Feci addirittura in tempo a vedermi qualche minuto di un seminario che era appena dietro la piazza. Là incontrai il kompagno Gillette, Uollano ma, soprattutto, il Pastrano!
Per far contento l'obliquo, presi un paio di DVD e li esibii alla folla con aria gioiosa, tanto per dire:
"Guarda, sto facendo qualcosa!"
Intanto, il seminario si stava rivelando una figata: il batterista era
Luca Capitani
e stava spiegando i poliritmi in un modo così chiaro da catturare l'attenzione di tutti i passanti; tutti tranne uno, il Pastrano, che mi fissava con aria scettica, obliqua e compassionevole... chissà perché.
"Scusa... cosa essere questi?"
Mi girai... era una coppia di turisti tedeschi.
"Questa è la buona musica del Percfest! - risposi
- Il meglio del meglio!"
"Oh... - commentarono -
E c'è anche..." e proseguirono con un paio di nomi incomprensibili.
"Certo, certo!" risposi io.
"Due!" esclamarono loro, in coro.
Pazzesco.
Ero appena riuscito a vendere i primi due Dvd della storia del Percfest.
Replicare l'esperimento girando per gli altri seminari sarebbe stata una grande idea, tanto più che girando avrei persino potuto intravedere della pheega... invece niente, il dovere chiamava e ritornai in piazza, vicino al banchetto di Grumo. Pheega fankulo.
FotoAldo di tanto in tanto veniva a trovarci e ci diede la prima idea intelligente della giornata: appendere nei vari seminari un po' di fogli con scritto
"DVD PERCFEST EURO 20" e lasciare qualche copia dei DVD ai vari locali, in modo che li mandassero in rotazione sugli schermi e, nella migliore delle ipotesi, ne vendessero qualche copia.
Non appena il soundcheck fu terminato, eseguii l'idea alla lettera, disseminando copie a tutti i locali di Laigueglia ed attaccando pubblicità un po' ovunque.
Rosario vide, si compiacque e disse:
"Ok, adesso togli tutti i manifesti che hai appeso perché se ci beccano i vigili ci fanno il culo!"
Perfetto, l'unica volta che mi era guizzato un eccesso di zelo, avevo fatto una cazzata. Prendere nota: se per caso ti viene voglia di lavorare, siediti e bevi una birra. Ti passerà.
NUOVI PRESAGI
Intanto, la fitta dell'altra sera si faceva ancora sentire. Eppure mancava ancora un mese alla vecchiaia, perché darmi l'anticipo?
Vidi arrivare da lontano Max dei backline.
"Max - esclamai - Tu che sei infermiere, che organo c'è qua?" e indicai il punto dolente.
"Boh, mi sembra il fegato..."
Queste cinque parole, esternate sovrappensiero, riscossero l'effetto di una bomba.
Soffrire di male al fegato implicava smettere di bere, smettere di mangiare monnezza per maiali, niente grassi, niente alcool, niente porcherie, niente alcool... ma soprattutto niente alcool! Praticamente la vita non avrebbe più senso!!!
Feci di tutto per non pensarci, ma l'incubo era terrificante.
PUBBLICHE RELAZIONI
Nel corso di quella splendida giornata, eravamo riusciti a vendere un po' di magliette, ne avevamo regalate a tecnici e musicisti almeno il doppio

e, soprattutto, il DVD era stato schifato da tutti.
Eravamo tranquilli: l'unico responsabile dei DVD era il Pastrano e così, se c'era uno da inculare, era lui.
Passammo un po' di tempo ad ipotizzare come avrebbero fatto ad impalare uno che è obliquo: avrebbero costruito un palo flessibile? Avrebbero sfidato le leggi della fisica? Uollano ce l'avrebbe fatta a trombare prima dell'estrazione del palo dal culo del Pastrano? Sarebbero servite ottiche particolari per filmare tutto e salirlo su marok.org?

Non facemmo in tempo per trovare risposta che arrivò un tizio incazzato nero e, dopo dieci bestemmie in ligure stretto, domandò:
"Ma si può sapere chi è di voi l'addetto alle riprese?"
"Era obliquo per caso?"
"Sì!"
"Allora è il Pastrano!" rispondemmo con fare sicuro.
"Ecco, ditegli che, se lo rivedo, GLI FACCIO UN CULO COSÌ! Ieri notte gli ho dato le chiavi di casa mia per piazzare la sua cazzo di telecamera e, belin, lui se n'è andato, lasciando la porta spalancata!!!"
Passammo l'intera serata ad ipotizzare quali e quanti arnesi sarebbero entrati nel buco del culo del Pastrano da quel momento fino alla fine del Percfest, quale sarebbe stata la loro consistenza, la dimensione, la temperatura e il grado di resistenza agli urti anelastici obliqui.
Ulteriore filone di discussione, l'incremento del diametro del buco del culo sarebbe stato logaritmico, lineare od esponenziale?
C'è chi passa le serate con la pheega, noi passiamo le serate parlando del buco del culo del Pastrano. Noi sì che ci sappiamo divertire.
CONCORSO
Mi avviai verso la zona giuria con fare sereno, pronto ad assistere al massacro di Marco Iannetta da parte dei primi classificati. Avevo messo i primi contro il sesto. Tutto per non faticare a fare i conti. Ero fiero di me... ahaha sborroh!
Dopo il consueto ritardo, il primo ad iniziare fu il
Lorenzo Capello trio e si prodigò in un'ottima performance.
Oltre ai due batteristi (
Lorenzo Capello ed
Enrico Di Bella), c'era la voce recitante di
Massimiliano Caretta,
che mimava una lucertola; teatro misto a batteria, molto suggestivo.
Comunque, sarà che sono diversamente alfabeta, sarà che sono diversamente figato, ma a me piacque molto anche lo sfidante,
Marco Iannetta.
Aveva costruito con le sue mani un accrocchio di batteria/percussioni allucinante che andava in modo strepitoso e vederlo suonare era uno spettacolo.
Poi, così timido e chiuso, mi stava simpatico ed in fondo era un peccato vederlo uscire di scena così... del resto, le regole sono regole.
Quando i giurati mi riconsegnarono le schede, non solo dovetti faticare a fare i conti, ma li dovetti pure rifare un paio di volte, perché non credevo ai miei occhi: per 73 contro 71.3 centesimi,
Marco Iannetta aveva VINTO!!!
Dunque, la decisione di far suonare sei concorrenti anziché quattro (che era stata mia!) aveva mandato tutto a puttane!!! Figata!!!
Consapevole che prima o poi il Lorenzo Capello trio mi avrebbe mandato contro una gang a menarmi, ritornai al banchetto delle magliette.
Uollano intanto era sparito perché cercava la pheega, il kompagno Gillette si era quasi addormentato, l'autistico Grumo come sempre mi chiese come mai ci avessi messo tanto tempo visto che non avevo un cazzo da fare e, sì, insomma, VaffankuloPiombinoKastrox.
CONCERTO
Nel frattempo, sotto i colori del palco,
Stefano Bollani
e
Roberto Gatto
si prodigavano in uno splendido duo piano/batteria.
Gran senso dello spettacolo, gran musica, bravi tutti.
Il concerto in piazza si concludeva con
"Prototype" di Wallace Roney.
Il tastierista Adam Holzman, il trombettista Wallace Roney, il batterista Eric Allen, il contrabbasso di Ugonna Okegwo, il sassofono di Antonie Roney e Dj Val Gentry allo scretch.
"Strano, ma interessante! - pensai -
Questo è un genere che può piacere ai giovani!".
Quindi, mi voltai verso il Kompagno Gillette, che dormiva della grossa.
Era la conferma.
JAM SESSION
Fu la mia prima jam session da Mayflower senza toccare un goccio d'alcool. Del resto, il piccolo dolorino cresceva e la paura di avere qualunque cosa al fegato mi terrorizzava, regalandomi, al tempo stesso, la sindrome del vaffankulo.
"Marok! - mi domandò il signor Mayflower
- Venduti dvd oggi?"
"Vaffankulo!"
Non ero l'unico ad avere problemi quella sera: al contrario dei DVD, la vendita delle magliette navigava a gonfie vele, Grumo custodiva
600 euro
in tasca, era assalito dal terrore che qualcuno glieli fottesse, voleva assolutamente mollarli a Rosario... e Rosario era sparito.
Lo trovammo poco dopo da Pacàn, impegnato col vero amore: il contrabbasso.
Amore ricambiato: al contrabbasso, il Capo è veramente un grande... del resto buon sangue non mente.
Saremmo rimasti volentieri da Pacàn ad ascoltarlo, ma faceva un caldo boia, così ci svaccammo fuori da Mayflower a giovare a Trivial Pursuit.
"Dove è stato aperto il buco del culo più grosso del mondo?"
"A Laigueglia!!! Ed è del PASTRANO!!!"
"Risposta esatta!"
Tempo di fare una partita e ritornare da Pacàn, che Rosario aveva trovato il tempo di dileguarsi e Grumo non era riuscito a mollargli i soldi... soka.
In compenso beccammo il grande Ellade Bandini ad un tavolino ed iniziammo a cazzeggiare con lui. Tanto, pheega fankulo.
"Ragazzi! - esordì Ellade
- Giusto voi cercavo! C'è da spostare la batteria che sta da Mayflower... sapete dov'è Angelo?"
"No... come mai la devi spostare?"
"Eh... domani alle undici c'è il fitness e mi serve quella batteria, ma il Mayflower chiude alle cinque e riapre alle due, per cui bisogna portarla adesso in magazzino!"
Ok, priorità assoluta: scappare dal lavoro.
"Uhm... io ti aiuterei - risposi
- ma non ho le chiavi del magazzino..."
Ellade rimase parecchi minuti pensieroso.
"Se non la portiamo in magazzino, che succede?" chiesi.
"Bah... al limite posso suonare con un'altra batteria..."
Ok, problema risolto.
"Ascolta, Ellade, farò il possibile..."
Terminata questa frase, mi alzai per fare finta di andare a cercare Angelo & Friends,

sapendo benissimo che, se per miracolo erano sobri, erano già andati a dormire da un pezzo.
E, in ogni caso, se avessi chiesto ad Angelo & Friends di spostare una batteria alle due di notte mi avrebbero mandato affankulo.
Mi raggiunsero di corsa Uollano e Grumo, anche loro in fuga dal lavoro.
"Marok! - si raccomandò Uollano
- Guarda che se n'è accorto! Quando hai risposto 'farò il possibile', ti è scappato un sorriso!"
Lo sapevo, lo sapevo. Avevo ancora molta strada da percorrere, non avevo ancora imparato a raccontare stronzate alla perfezione... avrei dovuto studiare, applicarmi, avrei dovuto prendere ripetizioni da lui, dal maestro, da Berlusconi! Ma sentivo che non ce l'avrei fatta mai.
Diventare come Berlusconi... questo l'ultimo proposito della serata... ora potevo andare a dormire sereno, ripensando alla lieta giornata trascorsa ed alla principale differenza con Berlusconi, cioè al fatto che, in definitiva, pheega fankulo.
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