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-----Messaggio originale-----
Da: Marok
A: Handicap@wc.net
Data: Mercoledì 19 giugno 2013 1:20
Oggetto: Una dedica un po' speciale



Cari diversamente figati,
questo numero della niusletter è dedicato ad una persona speciale, che ha arrecato un danno gravissimo a tutte le vostre vite: ci ha fatti incontrare.

Questa creatura era appassionata di letteratura latina e di musica classica, era assetata di cultura e di sapere in tutte le sue forme, eppure coltivava un desiderio strano: voleva un FIGLIO!

Grazie al cielo, secondo tutti i medici era sterile... e non era la sola: dicevano la stessa cosa dell'uomo che l'aveva conquistata scrivendo lettere meravigliose... e che, senza neanche UN SOLO giorno di convivenza, aveva sposato.
Un tempo, a quanto pare, si usava così.

Comunque, dopo un decennio di astruse terapie mediche, MammaMarok si era messa l'anima in pace... tantopiù che la carriera da docente le suggeriva che, nella vita, si poteva anche fare a meno di convivere con futuri adolescenti casinisti, cazzoni e maaaaaaski (insegnava italiano e LATINO al liceo SCIENTIFICO... non so se mi spiego!).
E poi, soprattutto, aveva scoperto di non andare poi così tanto d'accordo con il signor "TuoPadre" (non l'ho mai sentita chiamarlo in un altro modo... e, se lei diceva che si chiama così, io le credo! Tra un po' gli telefono per chiedergli se è il suo secondo nome).
E allora, proprio allora, tataààààààà! Sono uscito io!
Yeeeeeeeeeeeeee!!!

Appena nato, MammaMarok ha contato le mie dita: aveva il terrore (vera e propria fobia!) che io nascessi con un dito in meno.
Non mi chiedete perché.
Tranquilli, sono nato con tutte le dita e, per adesso, non ne ho perse per strada (anche se ultimamente ho qualche problema al polso destro... ma ve ne parlo un'altra volta).

MammaMarok aveva una seconda fobia: che io fossi handicappato.
Chissà come le era venuto in mente... voi avete qualche idea?
Beh... il problema era che io a tre anni di età scrivevo, con entrambe le mani, ma parlavo pochissimo, urlavo tantissimo e, soprattutto, non avevo una vita sociale come gli altri "normali" dell'asilo.
La mia attività preferita era passare la giornata davanti alla calcolatrice... così, per divertimento.
Perciò, un bel giorno mi ha portato da una bella signora vestita di bianco, che mi ha visto e ha detto: "Bel bambino, ti porto in una bella stanza piena di giochi!".
Io ho indicato la targhetta dietro di lei e ho URLATO: "Ma lì c'è scritto NEUROPSICHIATRIA INFANTILE!"
Il resto lo lascio alla vostra immaginazione.

MammaMarok aveva una terza fobia, la più grave: temeva che io potessi assomigliare in QUALUNQUE modo al signor "TuoPadre", di cui vi ho parlato prima.

Quindi, siccome il signor "TuoPadre" è più miope di MiOpiO, mi faceva continuamente esami della vista (e per la cronaca ho avuto 11/10 finché non ho posseduto un vero computer).

Siccome il signor "TuoPadre" ha sempre ODIATO l'inglese, MammaMarok mi ha fin da subito mandato a lezioni private di inglese... non credo di averlo mai imparato, a parte la roba nerd e le parolacce.

Siccome il signor "TuoPadre" ODIA la musica (e SOPRATTUTTO quella classica!), MammaMarok mi ha OBBLIGATO a studiare musica!
Del resto avevo dieci dita, era ovvio che dovessi suonare il piano; e la mia voce era potente e intonata... fino all'estate dell'87.
Così, un po' di insegnanti disinteressati (nel senso che su questa cosa si son fatti la pensione) avevano convinto mia mamma che era GIUSTO che io suonassi la musica classica TUTTO IL GIORNO... soprattutto quando in casa c'era il signor "TuoPadre" che cercava di leggere il giornale... questione di equilibrio universale.

Risultato? Beh.... credo che tutti voi abbiate ben presente lo skiiiiifo che è poi diventata la mia voce ed i pochi che mi hanno sentito suonare al piano si sono resi conto di QUANTO faccio CAGARE... ma da quell'esperienza mi sono rimaste tre abilità:
  1. La musica non la so cantare e non la so suonare, ma la saprei scrivere al volo su pentagramma... se non fosse che la mia memoria a breve termine è una merda.
  2. Ho scoperto che, dopo uno sbadiglio, si arriva un tono sopra.
  3. Ho un senso critico musicale superiore alla media, un po' come la maggioranza di voi (vi ricordo che la maggior parte degli italiani è a livello Gabry Ponte)... ed anche per questo siamo sempre stati skifati dalla pheega.
E poi, dulcis in fundo, siccome il signor "TuoPadre" ODIA il mare, MammaMarok mi ha SEMPRE portato in vacanza al MARE, e soprattutto in un paese della Liguria chiamato LAIGUEGLIA... non so se ne avete mai sentito parlare, ci fanno della buona musica.

Io ADORAVO Laigueglia.
Nei mitici anni 70, affittavamo una piccola casa con uno splendido balcone che dava su un cinema all'aperto in riva al mare... e potevo vedermi tutti gli spettacoli gratis.
Come MammaMarok, anch'io adoravo alla follia la cultura, soprattutto se prendeva la forma di BUD SPENCER e TERENCE HILL.
Una sera, pur di non perdermi il finale di un loro film, mi ero CAGATO ADDOSSO... era stato divertente!
Perché ve lo racconto?
Semplice: quella è stata L'UNICA VOLTA che ho visto MammaMarok davvero incazzata... e non tanto per avermi dovuto pulire il CULO e buttare via i pantaloni (e forse anche la sedia), quanto perché, al signor "TuoPadre", Bud Spencer e Terence Hill PIACEVANO UN CASINO!

MammaMarok, intanto, aveva smesso di insegnare ed aveva iniziato a scrivere antologie per i licei, con uno pseudonimo particolare: Alberta Martini.
Io le dicevo: "Ma cazzo, mamma, Martini è il nome di un OSPEDAAAAAAAALE!"
E lei mi rispondeva: "Non dire parolacce, o diventi come Tuo Padre!"

A quei tempi (si parla delle elementari, quindi epoca recente... erano già gli anni '80) leggevo tantissimo, e MammaMarok mi incoraggiava a scrivere: "Dai, sei bravo, prova a scrivere qualcosa di tuo..."

Poi le è arrivata QUELLA telefonata.

Era la MAESTRA: lei e TUTTI i genitori dei miei compagni di classe avevano organizzato un consiglio di classe CONTRO DI ME, perché avevo scritto un intero volume di racconti e poesie pieni di PAROLACCE e disegni "osceni"... e li avevo distribuiti a tutti!
Ed i miei compagni li avevano imparati a memoria e LI RIPETEVANO!!!

Di fronte alla maestra, MammaMarok, seria, mi aveva detto che erano cose che non si facevano... ma in realtà in privato sorrideva.
Forse è stata quella l'ULTIMA VOLTA che lei ed il signor "TuoPadre" sono stati intimamente d'accordo su qualcosa.
Subito dopo, hanno divorziato.

Da allora, non ho mai più visto MammaMarok incazzata... ce ne capitavano di tutti i colori e lei affrontava TUTTO con una serenità invidiabile!
Al tempo stesso, era una CALAMITA per le ASSURDITÀ.

Per quanto ne parlasse male, MammaMarok aveva nostalgia dell'insegnamento... e così si era messa a dare ripetizioni private di latino.
Tutto è filato liscio, finché non le sono arrivate due sorelle stordite che erano riuscite a farsi rimandare persino di ITALIANO.
Ripeto: RIMANDATE di ITALIANO!

I loro genitori, milionari, si sono rivolti a MammaMarok così: "Regaliamo a Lei ed a Suo figlio una vacanza di UN MESE al mare nella nostra villa in CALABRIA, se nel frattempo vorrà dare ripetizioni alle nostre figliole!"

Grazie a quel paese da sogno che si chiama Rossano, MammaMarok è riuscita a farmi definitivamente innamorare del mare.
E anche del meridione d'Italia.
Di entrambe le cose, il signor "TuoPadre" non si è mai dato pace... peccato.

Da allora, MammaMarok sembrava quasi contenta di quel figlio che le dava una mano a scrivere i suoi libri col computer e prendeva sempre 7 in latino e greco... senza ricordarsi che capitava solo perché lei l'aveva iscritto ad una scuola superiore privata, di quelle per HANDICAPPATI, che PAGHI e ti portano alla maturità.
Insomma, magari non ero il figlio prodigio che sognava... però, insomma, quasi normale, via!

Poi, un giorno, è arrivata la ROVINA.
Attenzione... l'argomento è serissimo!

Vediamo se indovinate: era la fine degli anni '80 ed il fenomeno si presentava in varie forme, perlopiù rettangolari, con un lato scritto a mano.
Costo irrisorio, facilità d'accesso, potenziale distruttivo elevatissimo, propagazione attraverso onde, che poi venivano registrate su supporto magnetico.
Esatto: ELIO E LE STORIE TESE.

Per MammaMarok, il PRINCIPALE ostacolo tra il coronamento del suo sogno, cioè un pargolo serio, elegante e timorato di Dio, e la squallida realtà, che tutti voi oggi potete contemplare, ha sempre avuto un UNICO responsabile: ELIO.

"Non dico normale... - diceva sempre - ...magari sarebbe comunque cresciuto un po' handicappato... però poteva fare un qualunque lavoro rispettabile... macellaio, panettiere, spazzino... ma lui non ha VOGLIA di lavorare e questa è la disgrazia PEGGIORE! Ed è TUTTA colpa di ELIO!!!"

MammaMarok aveva un modo "creativo" di comunicare: per il mio compleanno dei 21 anni, o forse 22, mi ha fatto trovare sul tavolo del computer una PALETTA ed un bigliettino: "Anziché fare niente, va' a pulire le CACCHE DEI CANI!"

Un'altra volta, al mio risveglio ho trovato un articolo di giornale con scritto: "Genitore SPARA al figlio perché NON HA VOGLIA DI LAVORARE!"

E poi, quando vedeva i miei amici, a prescindere che fossero o meno compagni di università, li sottoponeva sempre al terzo grado: "Ma anche voi non studiate? Ma i vostri genitori che cosa dicono? Ma non pensate alla famiglia? Al futuro? Allo STRAZIO delle vostre MADRI?"

Nonostante l'interrogatorio, o forse proprio per quello, MammaMarok era diventata un mito per tutti i miei amici: c'era gente che veniva a casa mia solo per rispondere alle sue domande... e, soprattutto, per sentire qualcuno che mi chiamava "ALE".

Quando tutti erano andati via, MammaMarok diceva: "Ascolta, dammi il numero di telefono delle loro madri... insieme facciamo un comitato, le madri DERELITTE per colpa di ELIO... e ne veniamo a capo! L'unione fa la forza! Voi potete ancora guarire..."

In tutto questo, MammaMarok continuava a scrivere antologie firmandosi come "Alberta Martini".
Qualcuna l'abbiamo scritta a quattro mani, perché lei sperava che così mi venisse voglia di lavorare... finché non ho inserito tra i testi una canzone di ELIO, a spregio.
Una reputazione rovinata.

Intanto, da quando mi ero iscritto all'università (1993), MammaMarok ripeteva TUTTO IL GIORNO una litania: "Quand'è che ti laurei? Quand'è che lavori? Quand'è che vai a vivere da solo? Quand'è che ti sposi? E quand'è che mi fai i nipotini?"

Per la cronaca, mi sono laureato in informatica nel 2003: DIECI anni per fare un corso da QUATTRO.
E per MOLTISSIMI GIORNI DOPO LA LAUREA, MammaMarok, per abitudine, ha continuato COMUNQUE a ripetere: "Quand'è che ti laurei?".
Vi assicuro, era MERAVIGLIOSO.
Sono momenti per i quali vale la pena vivere.

Il meglio, però, MammaMarok lo dava le POCHE, RARISSIME volte che riuscivo a portare pheega a casa.
Di episodi ne potrei citare INFINITI... ma il migliore è: "Aspettate, vi porto i bicchieri! Non bevete dalla stessa bottiglia, PERCHÉ NON È IGIENICO!"

Paradossalmente, più la figura di merda era agghiacciante, meno la pheega mi skifava... ogni volta, dovevo davvero essere ME STESSO per essere mandato affankulo!

E poi c'erano i commenti a posteriori sulle ragazze che le facevo conoscere.
Quello che mi è rimasto nel cuore è: "Almeno fossero GIOVANI, potrebbero avere speranza di cambiare... ma così..."

Dalla fine degli anni '80, dicevo, non ho mai più visto MammaMarok incazzata.
Neanche un giorno... neanche mezz'ora!
Qualunque cosa capitasse, lei aveva sempre un sorriso e una battuta pronta.
Aveva messo su una rete di amicizie che, al confronto, la Cumpa è una compagnia di handicappati che escono su Internet e s'incontrano solo ai concerti di Elio.
Non so se mi spiego.

Poi, nel 2007, il signor cancro ha bussato alla nostra porta.
Era la prima volta e siamo riusciti a fare finta di non essere in casa: chemio, operazione, ri-chemio ed il problema sembrava risolto.

MammaMarok continuava a vivere felice: si era abbonata a Torino Spiritualità, senza sapere che in programma c'era... ELIO!!!
Trascrivo il suo commento, testuali parole: "NON SOLO MI HA ROVINATO UN FIGLIO, MA MI ROVINA PURE TORINO SPIRITUALITÀ!"
Insomma, era tornata quella di sempre.

Poi il signor cancro ha bussato di nuovo alla nostra porta... abbiamo provato a mandarlo all'ottavo piano, ma non ha funzionato.
E giovedì scorso ho telefonato al 118.
I signori del 118 l'hanno vista e mi hanno detto: "Ma lei dovrebbe chiamare un dottore..."
Liberi di non crederci, ma questa è stata la risposta.

Comunque, l'abbiamo portata al Pronto Soccorso, e là hanno detto: "Le sue condizioni sono incompatibili con la vita!"

Dopo di loro, grazie al cielo è arrivata gente SERIA, COMPETENTE e UMANA, che ha fatto DI TUTTO per allontanare il concetto stesso di DOLORE dai suoi ultimi giorni.

Mentre gli infermieri l'assistevano, io vegliavo di fianco a lei, scorrendo tutti i numeri di telefono della sua rubrica e chiamando a raccolta tutte le amiche che riuscivo a trovare... nomi mai sentiti prima, perché lei sapeva tutto di me ma io di lei non so un benemerito cazzo.
Alla fine, però, siamo riusciti a trasformare in "una serata con gli amici" anche il suo ultimo sabato.

MammaMarok se n'è andata poche ore più tardi, domenica 16 verso le sei... più o meno l'ora in cui si è sempre alzata al mattino.
Spero se ne sia andata senza soffrire: grazie al cielo, il personale SPLENDIDO del Pronto Soccorso si è fin da subito orientato sulla terapia anti-dolore... insomma, non ho beccato i nazisti dell'accanimento terapeutico.

Ed il caso ha voluto che morisse in un ospedale chiamato MARTINI, come lo pseudonimo che usava quando scriveva libri.

Adesso, restano le amiche di MammaMarok che mi vogliono conoscere, perché lei di me raccontava TUTTO... meglio di Internet!
E io di lei continuerò a non sapere un benemerito cazzo.

Resta la voglia di vivere fino all'ultimo giorno, come ha fatto lei, nonostante stronzi, malattie ed autori di "sporche e luride canzoni", che salutiamo! ;)
Restano i miei amici fantastici di sempre, alcuni dei quali si son sparati da zero a 1123 km per venire ad abbracciarmi in chiesa.

E restano le ultime righe scritte da MammaMarok: "Godetevi il più possibile il tempo che vi è concesso: non perdetene neppure un attimo. E pensate alla meraviglia di poter mangiare, bere, dormire, senza sentire dolore."

MammaMarok, grazie.
Ti porterò con me sempre.

MaRoK
www.marok.org




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