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il giovane MaRoK a Cordialmente - LA ROTAIA, SE LA CONOSCI NON TI UCCIDE
Era un luminoso pomeriggio di novembre quando tre giovani fave torinesi, Roberto, Sergio e Marok, si incamminarono verso Milano, decise a sperimentare sulla loro pelle nientedimeno che... l'incredibile visione di Cordialmente da vicino!

Mentre Roberto sfrecciava con fare sicuro sulla Torino - Milano, mi azzardai a chiedergli se avesse almeno una vaga idea di come arrivare alla sede di Radio Deejay. Mi rispose con aria vissuta: "Vai tranquo, so tutto io, ho parlato con Silvia e mi ha spiegato tutto, è una cazzata!".
Anche Sergio annuiva, dicendo: "Ma non hai mai sentito la trasmissione? Basta arrivare in corso Sempione e poi ai travestiti giri a destra..."
"Ah, ma quindi - mormorai a Roberto - tu SAI dove uscire?"
Ci pensò un po', poi mi rispose: "Uhm... in effetti non lo so, di solito arrivo da Como..."

Prendemmo la prima uscita, finché non ci accorgemmo che non portava a Milano ma a Rho, e così, rischiando circa undici incidenti di cui dieci mortali, invertimmo la marcia ed imboccammo la tangenziale. A un certo punto, guardando l'orizzonte, il nostro pilota ci disse che eravamo in zona, così abbandonammo la retta via e ci ritrovammo in una specie di area industriale completamente abbandonata. Non si vedeva un'anima viva nel raggio di parecchi chilometri.
Commento di Sergio: "Va be', chiediamo a qualcuno..."

Iniziammo a prendere strade a cazzo, finché non incrociammo un tipo assurdo che camminava con aria smarrita e lo sguardo perso nel vuoto. Sergio abbassò il finestrino e gli urlò: "Ehi, sai mica dov'è Corso Sempione???"
Lui si girò intorno, rimase qualche secondo pensieroso, poi disse: "Boh... seguite le rotaie!"
La soluzione ci sembrò geniale, ci stupimmo di noi stessi per non averci pensato prima e iniziammo a seguire il percorso tranviario, consapevoli che ci avrebbe portato verso la salvezza.

All'improvviso però accadde qualcosa che ci lasciò di stucco: la corsia delle rotaie andava dritta e quella delle macchine curvava leggermente a destra. PANICO! Che fare? Le nostre menti erano troppo elementari per risolvere un dilemma di quella portata, ma, per fortuna, la prontezza del nostro pilota fugò ogni dubbio: "DOBBIAMO SEGUIRE LE ROTAIE!!!".
Tirò dritto nella corsia del tram.

Grande fu il nostro sgomento quando ci accorgemmo che a Milano le corsie dei tram ogni tanto si affossano come quelle dei treni, così sentimmo un CRUNC e ci accorgemmo che la nostra bella macchinina era rimasta intrappolata in un fossato, incastrata tra le rotaie.
Intorno alla macchina lentamente si radunò una piccola folla di curiosi che non riuscivano a credere ai propri occhi. Ebbene sì, eravamo riusciti in un miracolo: con lo sfoggio gratuito del nostro handicap stavamo RIPOPOLANDO LE STRADE DI MILANO!!!

All'ACI nessuno rispondeva, ma gli autisti dei vari tram che avevamo bloccato e che formavano un gigantesco ingorgo ci dissero che avevano la situazione in pugno e di stare tranquilli che avrebbero pensato a tutto loro.
Rimanemmo 20 minuti ad aspettare che un elicottero ci portasse in salvo, finché da uno dei tram scese una decina di marocchini larghi come armadi che ci chiesero: "Serve una mano?"

Prima che potessimo rispondere, sollevarono di peso la macchina e la tirarono fuori, con Roberto dentro che cercava ancora di farla partire e che urlava: "Non va! Non va!"
Commento dei conducenti: "Finalmente! Erano tre ore che vi dicevamo di spostarla, ci voleva tanto?". Seguì un lungo applauso.

E così, una volta emesso il multone di 300 CARTE per intralcio al traffico tranviario e porto abusivo di handicap, potemmo finalmente procedere verso via Massena e arrivare al nostro sospirato appuntamento con Cordialmente.

Nemmeno lì avremmo smesso di fare danno: Roberto tirò fuori dallo zaino una bottiglia di vodka al miele che aveva preso in Polonia... il suo nome era KRUPNIK.
Il resto è storia.
Roberto D’Aquila, lo zio Linus e MaRoK

Mangoni meets the young MaRoK
E fu così che tre piccole fave regalarono alla grande città di Milano un'altra leggenda metropolitana da raccontare ai bambini nelle fredde sere d'inverno. Vita da fave...