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Elio e le Storie Tese live in Bologna 4/4/2008
LE PREMESSE: DUE MESI DI ORDINARIA FOLLIA
Il 2008 era appena iniziato e già prometteva grandi cose: era l'anno dei Cessi, delle Lingue e della Patata, almeno secondo l'ONU e la FAO.

Be', i primi due mesi non mi avevano deluso: gli Elio e le Storie Tese avevano fatto un disco bellissimo e gli avevano dato un nome idiota: Studentessi.
L'uscita dell'album era prevista per il 20 di febbraio, ma il sito di Radio Dj non lo sapeva: parecchi giorni prima aveva già pubblicato le tracce, come segnalato sul forum ufficiale di Elio e le Storie Tese. Ometto i dettagli, che non vi interessano... utile commentare.

L'essenziale era che Radio Dj, la stessa che aveva passato anni a cagare la minchia a chi pubblicava le puntate di Cordialmente, ora metteva in download gratis ed alla cazzo l'intero album Studentessi di Elio e le Storie Tese una settimana prima della sua pubblicazione. Era lo SPREGIO degli SPREGI.
E fu così che tutti scaricarono l'album dal computer di casa propria, senza infrangere alcuna legge (non c'era alcuna password da violare, era tutto in chiaro... proprio come se un negozio regalasse i dischi ai passanti in mezzo alla strada!) e senza pagare un cazzo.
Tutti scaricarono l'album... tutti compresi i cani, i porci, le puttane e vaffankulo.
Tutti tranne un solo incapace, chiamato Flavius, che sta tuttora aspettando che qualcuno gli spieghi come si fa.
Tutto ciò era semplicemente meraviglioso... grazie Radio Dj!

Arrivò poi il 20 di febbraio ed il disco Studentessi fu regolarmente messo in vendita all'ottimo prezzo di 15 euro.
Lo comprai volentieri: il disco mi era piaciuto. E, soprattutto, c'era il mio nome sopra: gli Elii avevano scaricato dal mio sito una registrazione di una loro canzone, Single, che loro AVEVANO PERSO!
La vera soddisfazione, però, era che il file l'avevo registrato da Radio Dj.

Il libretto, insomma, mi stava molto simpatico. Però mancavano i testi: gli Elii si erano schifati di stamparli, bisognava scaricarli da Internet!
E va be', in compenso sul sito ufficiale c'era la grafica nuova: era interamente in FLASH, orrenda (c'era lo scrolling ORIZZONTALE, sembrava un MYSPACE) e, soprattutto, pesantissima. Non solo: c'era in download l'ira di Dio, mp3, filmati, il mondo... quando si aspettavano un picco di accessi! Eravamo all'assurdo!
Tutto ciò portava ad un'unica, logica, naturale, conseguenza: la MORTE.

Ebbene sì, il nuovo sito degli Elii andò giù il giorno stesso in cui l'album era stato pubblicato e rimase giù per quasi tutta la settimana successiva.
E va be', tutti si riversarono altrove.
Dove altrove? Ma è ovvio: su marok.org!
Perché su marok.org? Perché erano sicuri che io avrei pubblicato i testi di Studentessi su marok.org!
C'erano i testi di Studentessi su marok.org?
No, assolutamente no.

I testi non c'erano, non avevo avuto un cazzo di voglia di metterli su, ero troppo impegnato a scaricare porno.
La gente però era convinta che ci fossero!
E così, a partire dal 20 di febbraio, una sterminata mandria di handicappati passò ore, se non giorni, a sfogliare tutte le pagine del mio sito per cercare i testi di Studentessi, che non c'erano.
Il risultato fu che, grazie a testi che NON avevo pubblicato, in pochi giorni marok.org totalizzò gli accessi che normalmente faceva in tre mesi, record assoluto nei dieci anni di vita del sito.

Tutto rose e fiori? Dipende: le statistiche di marok.org sono rilevate da un sito esterno che costa un cazzo oppure un casino a seconda del tetto di accessi che deve rilevare. Infatti mi arrivò un'email automatica che, più o meno, diceva: "Caro signore, lei fa tanti accessi e dovrebbe pagare un casino. Ed invece paga un cazzo! Lo sa?"

Risposi che io avrei comunque continuato a pagare un cazzo, e, se non stava bene, li avrei mandati affankulo. Mi telefonò in giornata una voce femminile per dirmi che, sì, stava bene, mi facevano pagare un cazzo anche se totalizzavo accessi da sito porno gratis, PERÒ gli dovevo spiegare come cazzo facessi a superare gli accessi del loro stesso sito mettendo pagine web da terzo mondo, senza pheega, né suonerie, né sfondi per il desktop, né uno stracazzo di forum: ero un caso unico sull'intera Internet.
Ci pensai qualche secondo, poi risposi: "Io ho fatto una tesi sull'usabilità delle pagine web!"
La tipa finse di aver capito e ritenne la risposta esauriente.

Elii a parte, il 2008 stava rischiando di passare alla storia per ben altro.
Il 14 aprile ci sarebbero dovute essere le elezioni politiche ed un tale, chiamato Giuseppe Pizza, aveva pensato bene di rifondare la DC.
Era stato schifato, il suo simbolo non era stato inserito nelle schede, ma lui aveva presentato ricorso e... aveva VINTO!!!
Quindi, milioni di schede elettorali erano da buttare nel cesso.
E bisognava stamparne altre!!!
Impossibile per il 14 aprile: salvo colpi di scena, l'Italia non avrebbe fatto le elezioni.
Per colpa del signor Pizza.
Non si andava al voto perchè il signor PIZZA aveva detto no!!!
"No election day in ITALY because of MISTER PIZZA!".
Una cosa del genere SUPERAVA la PARODIA, la realtà FOTTEVA la fantasia dei vignettisti di mezzo mondo, la inculava di brutto e la zampillava di candido amore!
Immagine dell'Italia all'estero: meno infinito.
Amo questo pianeta.
LA NOTIZIA
Noncuranti di Mister Pizza, gli Elii decisero di bandire l'ozio e di iniziare un nuovo tour teatrale, simile a quello del 2004 ma con tre differenze fondamentali: Davide Ghidoni alla tromba, Daniele Comoglio al sax e Paola Folli ai cori.
Praticamente, sul palco ci sarebbe stata mezza Biba Band.
SBORROH.

La prima data sarebbe stata il 4 aprile all'Estragon di Bologna... mi tentava parecchio, ma i biglietti erano già esauriti a due settimane dal gran giorno.
Andare fin là per provare ad entrare col pass di Alan Magnetti sarebbe stato un azzardo!
Rimaneva un'unica soluzione: la pheega.
L'ORGANIZZAZIONE PHEEGA - MEDAGLIE
"FrancyFrancy! - dissi - Ti va di andare a Bologna?"
"Uh, sì, bello!"
"Però c'è un problema - continuai - non ci sono più biglietti..."
"Ah... posso provare a scrivere agli Elii e vedere se me ne danno un paio..."
"Brava! Anche tre..."

Francy riuscì a fottere ben CINQUE accrediti: tre da Cesareo e due da Christian Meyer!
La pheega risolve. Sempre.

E va be', a lei il primo accredito ed a me il secondo. Il terzo andò al presidente Cops, che se l'era meritato trovandoci da dormire gratis da due handicappati che avevano casa a Bologna: Virgovox e Panino degli Uomini col Borsello, rispettivamente accredito 4 e 5.
Le Fave erano sistemate, potevamo partire.
L'ORGANIZZAZIONE PHEEGA - ROVESCI
Bologna è un po' in culo, però ha di bello che ci fermano i treni dell'adriatica, che sono diretti e costano un cazzo. Ce n'è uno ogni due ore, potevo tranquillamente partire nel tardo pomeriggio, tanto il soundcheck chisselincula e...

"Marok! - disse Francy - Passi da Milano per andare a Bologna?"
"Stocazzo! - risposi - Se passo da Milano ci metto il doppio e pago il triplo! Fankulo!"
"Ma no! - disse Francy - Da Milano andiamo in macchina assieme!"
"Tu vuoi fare Milano-Bologna in macchina? All'ora di punta? Fottiti elevato Fankulo!"
"Però devi venire a casa mia..."
"A casa tua??? Ma stai in culo al mondo!!! Fottiti elevato Fankulo elevato Soka!!!"
"Eddai, parti la mattina presto..."
"La MATTINA??? Fottiti elevato Fankulo elevato Soka elevato PIOMBINO elevato KASTROX!!!"
"Peccato... perché, ti spiego... voglio cercare lavoro come hostess e mi piacerebbe fare delle foto... un po' così... diciamo... poco vestita... mi chiedevo se... me le potevi fare tu... nessuno le fa bene come te... dai..."
SI PARTE!
Il Torino-Milano era in perfetto orario, lasciai Porta Susa alle undici spaccate: una levataccia, ma Francy voleva far le foto prima di pranzo.
Avevo un sonno boia... avevo dormito sì e no tre ore quella notte.
PiombinoKastrox.

Per fortuna il treno era quasi vuoto... avrei potuto tranquillamente dormire per tutto il viaggio.
Non c'era né SANFRU né la CAIAZZO né SCHOPENHAUER né PIOMBINO né KASTROX... cosa poteva andare storto ormai?
L'INCONTRO
Mi appisolai sul sedile, davanti a me un tipo magro e pelato dall'aria tranquilla.
"Biglietti, prego!"
Aprii gli occhi, era arrivato il controllore.
Tirai fuori il biglietto dalla tasca ed in quel preciso istante mi ricordai che... non l'avevo bollato!
Era la PRIMA VOLTA da quando viaggiavo che mi dimenticavo di obliterare il biglietto... ero veramente fuso.

Mentre il controllore sbirciava i biglietti degli altri, presi una penna e scrissi, a mano, l'ora in cui ero salito sul treno. Poi dissi al controllore: "La macchinetta in stazione era guasta, ho messo dentro il biglietto ma non me l'ha timbrato! Così ho scritto io l'ora a penna... spero vada bene..."
"Beh... - mormorò il controllore - Ma non ce n'era un'altra di macchinetta?"
"Eh, ma le spiego - risposi - Ero proprio di corsa, e nel binario tre ce n'è una sola... e purtroppo non andava... la scalinata era piena di gente, era appena scesa una comitiva di turisti tedeschi... grandi, grossi, avevano gli zaini che occupavano l'intero binario... un casino, guardi, non le dico... davvero, non ce l'avrei fatta a correre di nuovo dentro a cercare un'altra macchinetta... mi spiace..."
"Va be', va be' - rispose - per stavolta chiudo un occhio!"

Il tizio che mi stava di fronte mi guardava con gli occhi sbarrati.
Guardava me, ma soprattutto il mio pass... perchè, ovviamente, ero vestito da Marok: macchina foto al collo e pass di Alan Magnetti.

"Vai a qualche concerto?" mi chiese, fissando il pass.
"Elio..." mormorai.
"Elio e le Storie Tese? Sono bravi, ho lavorato con loro!"
"Mh?"

Il tipo si presentò come Marcello e mi disse di essere un produttore di video musicali. Uno di questi era Shpalman.
Aveva un tono entusiasta, una parlantina veloce e dei modi sovraeccitati... un po' come Piombino, però diceva cose interessanti.

Fottendosene del mio evidente stato di semiveglia, mi raccontò vita, morte e miracoli dei suoi videoclip, tra cui la famosa trilogia "Giulia - Shpalman - Chiedi chiedi", della quale era particolarmente orgoglioso.
Beh, effettivamente, le Vibrazioni dovevano l'intero loro successo a quel video: prima non se l'era mai inculati nessuno e subito dopo erano già rockstar.
"Non avevano soldi - mi raccontava - Erano andati a chiedere un mutuo per fare il video e nessuno gliel'aveva dato!"

La tecnica del pianosequenza era stata scelta apposta per eliminare il montaggio e spendere meno: tutto era pensato per risparmiare. Anche per Shpalman avevano usato lo stesso meccanismo e sarebbero potuti andare così avanti all'infinito... se non avessero ricevuto un avvertimento divino: mentre giravano "Chiedi chiedi", il cameraman aveva avuto un infarto, al sostituto era esplosa la telecamera, ed era scoppiata una rivolta in strada tra la gente del quartiere perché dicevano che le telecamere toglievano il lavoro agli italiani, portavano le malattie e rompevano i coglioni.

Marcello mi inondava di particolari e dettagli che non facevo nemmeno in tempo a cogliere per quanto andava veloce... mi raccontò del parto più economico della sua storia, un video di Mao girato nella vasca da bagno di casa sua, e di un altro dei Negrita, Magnolia, che invece era stato uno dei più visti in assoluto...
"Scusa se ti interrompo - dissi - ma Magnolia è quel video in cui lo sciame di modelle invade il pullman dei Negrita?"
Non conoscevo nessun maaaaskio che non si fosse segato su quel video.
"Guarda che non erano modelle! - mi rispose - Erano normalissime fan dei Negrita... le abbiamo prese dal loro fans club..."

Dal mio sguardo, il mio interlocutore si fece un'idea ben precisa sulla condizione del Fave Club.

"Ma stasera dove suona Elio? - mi chiese - Milano città?"
"No, suona a Bologna..."
"E allora come mai vai a Milano?"
"Eh, devo andare da una mia amica a cui devo fare delle foto..."
A quel punto mi aspettavo tre possibili domande: "Figa?" "La trombi?" "Ha un'amica?"

Invece Marcello seppe stupirmi: "Ah, fai il fotografo?"
"Nonò - risposi - faccio foto per hobby e..."

Passammo l'intero viaggio fino a Milano a parlare di fotografia, informatica, lavori in cui non si fa un cazzo e minchiate... praticamente Marcello stava visitando marok.org senza saperlo.
ROTTA PER CASA DI FRANCY
In stazione mi aspettava il presidente Cops.
"Giao Marok!"
Avremmo vissuto assieme il lungo viaggio fino a casa di Francy.
Ma fu proprio allora, nell'atto del saluto al mio presidente preferito, che il telefonino fece bip!
Era un sms di Pippo Panenero, vecchia conoscenza del Percfest: "Marok, sei citato su SM! Ma non ti dico dove. Se lo scopri, vinci un brano eseguito da me!"

Attenzione: SM non è porno. Sta per Strumenti Musicali ed è una rivista tecnica per musicisti ed addetti ai lavori. È stampata a tiratura limitata, per gli abbonati, non la vendono i giornalai... con un'unica eccezione: l'edicola della stazione di Milano.
Ne ordina ogni mese due o tre copie, che finiscono nel giro di tre o quattro giorni... quindi, per trovare SM bisognava essere nella stazione di Milano entro... diciamo... il 4 del mese.
Mi guardai intorno: era il 4 del mese ed ero alla stazione di Milano!!!
Fico.

"È l'ultima copia rimasta! - mi disse l'edicolante - Sei fortunato!"
"Il dottor Marok risolve!" risposi.
Mi guardò in modo strano... ogni tanto ho l'impressione che la gente non mi capisca.

Il presidente Cops ed io ingannammo il tempo ispezionando, pagina per pagina, la preziosa rivista... tutto per cercare la parola "Marok". Probabilmente mi avevano pubblicato qualche foto... eppure non ne vedevo da nessuna parte... e non c'erano nemmeno articoli sul PercFest... però in copertina c'era Alex Britti.
PiombinoKastrox.
CASA FRANCY:LA DILATAZIONE DEL TEMPO
Arrivati a casa Francy, posai SM sul tavolo e tirai fuori la macchina fotografica.
Prima il dovere e poi il piacere... specie quando coincidono.
"Cos'è?" disse Francy, osservando SM.
"No, non è porno!" mormorai, mentre lei sfogliava distrattamente la rivista.
"Uh, Studentessi! - disse - Marok, ma c'è il tuo nome!"

Cops ed io ci guardammo in faccia, allibiti, poi seguimmo lo sguardo di Francy che si posava su un'immagine della copertina del cd grande quanto un francobollo. Sotto c'era una minirecensione di poche righe, che diceva, tra l'altro: "...Paola Cortellesi, Demo Morselli e un bellissimo ricordo di Feiez (grazie Marok!) fanno di questo disco uno dei più belli prodotti dal gruppo."
La pheega era riuscita dove l'handicap aveva fallito!
Mandai l'sms di vittoria a Pippo ed accesi la macchina foto: la festa era appena incominciata!

"Signorina, si spogli! - dissi - Inizia il servizio fotografico!!!"
"Ah, no, Marok - rispose Francy - Ho cambiato idea! Non ho più voia di farle le foto!"
"Cosa??? E perché?"
"Non mi va... non ho più voia, punto!"

Riassumendo: ero venuto fino a Milano (e neanche Milano centro, ma casa Francy, che sta in culo al mondo!) per un cazzo.
Be', però mi ero letto SM!
PiombinoKastrox.

"E ora che cazzo facciamo tutto il giorno?" chiesi.
"Ma come? - rispose Francy - Adesso mangiamo e poi partiamo subito per Bologna! Subito! Io voglio vedere il soundcheck!!!"
"Che palle..." mormorai, poi accesi il computer e mi guardai un po' di porno.

Francy, come promesso, fece da mangiare al volo.
Era un'ottima pasta: donna da sposare!
Poi entrò in bagno.
Internet era bella quel giorno. Mentre aspettavamo Francy, Cops ed io facemmo persino in tempo ad analizzare le scritte in cirillico che stavano vicino alle foto delle troie di www.xuk.ru.
Poi Francy uscì, pheega come quando era entrata.
"Come sto?" mi chiese.
"Sborroh!" risposi.
Erano le tre, potevamo partire.
MILANO-BOLOGNA: L'ODISSEA
Andare in macchina da Milano a Bologna è la cosa più idiota che un essere umano possa fare, ma farlo nell'ora di punta travalica il genio.
Il traffico aumentava, metro dopo metro, chilometro dopo chilometro. C'erano camion ovunque, e Francy li sorpassava tutti, insultandoli. Mi piaceva vederla così incazzata... la violenza femminile fa sempre audience.

Il presidente Cops invece era basito.
"Berghé ge l'hai gosì gon i gamion?" chiese a Francy.
"Odio stare dietro ai rimorchi! - spiegò lei - Non voio, ho paura che mi cada addosso qualcosa!"
"Ah, fico! Come Final Destination 2!" commentai.
"Sì, esatto bravo! - ripose - Hai presente quando sono dietro al camion di tronchi? E poi si staccano i tronchi e li ammazzano tutti? Sarà paranoglia, ma da allora ho paura di stare dietro ai rimorchi!"

Mentre Francy parlava, mi accorsi che ad un tratto l'unica automobile era la nostra. Tutti gli altri erano camion con rimorchi, su entrambe le corsie.
Premio della critica al BARELLA, primo segno del destino.
Poi arrivò lui, il solo, l'unico, l'inimitabile: Final Destination 2IL CAMION DI TRONCHI!!!
Francy cacciò un urlo.

"ECCOLO! L'AVETE VISTO??? LO DICEVO IO!!! È UN SEGNO!!!"

Il delirio fu di breve durata.
Superati i tronchi, Francy ritornò tranquilla.
Per poco.

"ODDIO ODDIO RAGAZZI! - urlò ad un tratto Francy - È successa una cosa TERRIBILE!!!"
"Sarebbe?"
"Non mi ricordo se ho piàto le pastìe... ho paura di averle lasciate a casa..."
"E quindi?"
"E quindi tocca tornare indietro a piàrle a Milano!!!"
Eravamo in autostrada da almeno mezz'ora.

Francy si accostò in corsia di emergenza, salto giù dalla macchina, aprì il baule e tirò fuori tutto quello che c'era dentro, piegata a novanta. Tutti i camionisti che lei aveva sorpassato le sfrecciavano vicino, le guardavano il culo e le suonavano il clacson, tronchi compresi.
Cops ed io avevamo perso l'uso dei monosillabi... ed il bello era che l'unica ad avere fretta era lei.
"ALÈÈÈÈÈ!!! - disse ad un certo punto - LE HO TROVATEEEEEE!!!"

Francy corse in macchina e ripartì, serena come se nulla fosse successo.
"SOUNDCHECK! SOUNDCHECK!!!"
Per quale cazzo di motivo Francy fosse così ansiosa di vedere il soundcheck non è dato saperlo... a me non ne poteva fottere una grassa minchia. Strana persona...
E va be', passammo una mezz'ora a risuperare tutti i camion che ci avevano risuperato, poi nuovamente la giovane donna si rabbuiò: "Cops... tu avevi uno zaino dietro?"
"Sì - rispose Cops - Berghé?"
"Oddio... era nero, per caso?"
"Sì... ghe è, grave?"
"No, è che... per cercare le pastìe ho tirato fuori tutto quello che c'era nel baule... ed ho impressa davanti ai occhi l'immagine di quello zaino che se ne stava per terra, sotto alla macchina... e poi ho chiuso il baule... e mi sa che quello zaino è rimasto là... non l'ho mica piàto, sai?"
"Ghe??????"
"No ma nel caso torniamo indietro a ripiàrlo, tranquillo!!!"

Francy si fermò di nuovo in corsia di emergenza, scese di nuovo dalla macchina, riaprì di nuovo il baule e si ripiegò di nuovo a novanta in mezzo all'autostrada. Tutti i camionisti di prima la risuperarono per la seconda volta, intonando, con i clacson, l'inno alla Gioia di Beethoven.
L'unica ad avere fretta era ancora e sempre Francy. Nessun problema.
"ALÈÈÈÈÈÈÈ!!! - urlò - COPS, IL TUO ZAINO È IN MACCHINA!!!"

"Frangy - disse Cops - Se ber gaso sei un bo' sdanga dimmelo ghe posso guidà io..."
"Stanca? - rispose Francy - Ma no, figurati! Io non mi stanco mai a guidare!!!"
Francy ripartì, serena come se nulla fosse successo, pronta a risuperare per la terza volta tutti i camion di prima.
"SOUNDCHECK!!! SOUNDCHECK!!!"
Tutto ciò probabilmente aveva il suo bel perché, ma decidemmo che era meglio non indagare.

Il traffico era una merda, ma intorno a Bologna fu l'Apocalisse. Si andava avanti a passo di handicappato.
"Oh, però non facciamo la tangenziale - disse Francy - A quest'ora ci sarà un casino..."
Avevo nello zaino una cartina di Bologna, la tirai fuori e vidi che via Stalingrado, dove stava il locale, era praticamente attaccata all'uscita numero 7 della tangenziale.
"Be' - obiettai - guarda che la tangenziale ci passa proprio di fianco all'Estragon..."
"Eh, ma ormai sono le cinque e mezza... a quest'ora è un macello..."
"Come vuoi - mormorai - In fondo Bologna è un buco di cazzo, entriamo in città e ce la facciamo da dentro!"

Calatrava Effettivamente è vero, Bologna sorprende per quanto è piccola.
Ha un terzo degli abitanti di Torino, e quei pochi sono compressi nello spazio che in una città normale occupano due quartieri... in mezz'ora a piedi si può arrivare dalla stazione alla tangenziale.
Era difficile perdersi, se non impossibile.

"Ok! Guarda, là c'è il cartello di Bologna - esclamai - Usciamo!"

"No, c'è scritto che ci fa fare la tangenziale!" rispose Francy.
"È normale... - spiegai - quando entri in una qualunque città c'è un pezzo di tangenziale, poi se ti fa schifo esci alla prima uscita..."
"Ma sei fuori? Qua finiamo dalla parte opposta di Bologna! Usciamo quando siamo più vicini al locale!"
"Ma sei sicura che Bologna abbia più uscite che si affacciano sull'A1? La mia cartina ne dà una sola..."
"Ma stai scherzando? Certo che ha più uscite... ma possibile che voialtri non sapete un cazzo?"
"Beh... ho solo chiesto... però mi sembra strano... io uscirei qua..."
"Sì, vabbe'... parlare con voi è inutile... voi solo figa ed informatica... chiamo Andreina e chiedo a lei... faccio prima!"

Francy chiamò, Andreina non rispose.
Allora Francy chiamò ATMB, ma era ricchione.
Allora provò con Marta, che suggerì a Francy il nome di un'uscita, "San Lazzaro", che la mia cartina non considerava assolutamente, almeno dall'A1.
L'unica ad avere fretta era Francy, nessun problema! A me bastava arrivare per l'inizio del concerto, quindi alle undici di sera... anche passando per FIRENZE, ce l'avremmo fatta lo stesso... chissenefotte.
"SOUNDCHECK! SOUNDCHECK!!!"

Il sole calava già e la strada rosseggiava, scivolando tra le montagne. Era impossibile che un buco di cazzo di città come Bologna avesse più di un'uscita verso la stessa autostrada... e, soprattutto, che fossero così distanti tra loro: dall'ultima avevamo fatto un bel pezzo... Finché non lessi un cartello: "RONCOBILACCIO".

Mi ricordavo bene di Roncobilaccio: Giorgio e Piero a parte, c'era un autogrill in cui ci eravamo fermati il 31 dicembre per andare al Capodanno a Roma. Ed ero sicuro che fosse tra Bologna e Firenze.
"Io tornerei indietro!" dissi.
"Angh'io!" disse Cops.
Francy non si fidò, e ritelefonò a Marta: "Marta, siamo a Roncobilaccio! Che dobbiamo fare?"
L'unica ad avere fretta era Francy, nessun problema.
"SOUNDCHECK! SOUNDCHECK!!!"

Rientrammo in autostrada nel senso opposto, Cops pilotaFrancy lasciò a Cops il volante ed imboccammo finalmente l'uscita di Bologna, la PRIMA ed UNICA che esiste ed esisterà sempre, da quando l'A1 è stata costruita fino a quando un meteorite distruggerà il pianeta.
Poi sbucammo in quella cazzo di tangenziale. C'era un traffico porco, ma comunque meno che in autostrada.

Da lì in poi tutto sembrava a portata di handicap: imboccammo l'uscita numero 7, come suggeriva la mia cartina, e fummo in via Stalingrado! A quel punto arrivare all'Estragon sarebbe dovuta essere una passeggiata... Bologna è un buco di cazzo... impossibile perdersi!

Fu così che imboccammo la via dalla parte sbagliata, provammo a tornare indietro ma erano tutti sensi unici, girammo a vuoto per un'altra mezz'ora per vie senza nome, finché dei passanti, impietositi, ci spiegarono come arrivare.
Toccai il suolo di Bologna alle ore 19:30.
Ero partito da Torino alle 11.
8 ore e mezza per fare Torino-Bologna.
Credo che nessun essere umano sia mai arrivato a tanto.
Però era stato bello.
SOUNDCHECK
Ci avvicinammo circospetti all'entrata dell'Estragon.
Francy era elettrizzata... una gioia per gli occhi.
"VI VOLETE MUOVERE??? - urlava, saltellando - SOUNDCHECK! SOUNDCHECK! SOUNDCHECK!!!"
Tanto entusiasmo faceva molto minorenne!
Sborroh.

In quel preciso istante una marea di Fave uscì dal locale.
Erano come minimo trenta persone... presenti all'appello la Cicalona, Duccio, Leesa, il Tracca, KraNpo, Mumble, Betlemme, il Pelle, gli amici del Pelle, Panino, Virgovox, lo zoccolo diversamente sessuale nella persona di ATMB, l'annuale Pelodia, le Fave Pugliesi, ed altrettante persone che non conoscevo. Raduni a parte, era un record di presenze quasi imbattibile... forse era secondo solo alla Notte Bianca del 2005.

"Che fate qua fuori?" chiesi a Duccio.
"Eh... il soundcheck è finito, siamo dovuti uscire!"
"MA IO VOLEVO VEDERE IL SOUNDCHECK!!! - urlò Francy - NOOOOOOOOO!!!"
Fu un momento meraviglioso.

"Ovvìa ragazzi! - disse il Pelle - Noi si va a mangiare! Voi che fate?"

Pochi minuti dopo, eravamo tutti da Burger King assieme ad un illustre sconosciuto che ci si presentò come Giannandrea "amico di Christian Meyer". Poi ci spiegò che non era proprio amico amico... però era stato suo allievo. Una volta sola. Ad un seminario. Dieci anni prima. Sì, insomma, allievo... era tra il pubblico. Però applaudiva a tempo... Mi stava simpatico!

Mentre Giannadrea ci intratteneva con le sue minchiate, il Pelle era già riuscito ad organizzare un tributo ad Elio all'Alchemist di Empoli con concerto degli Uomini col borsello e doposerata dal Mazzantini. Tutto ciò per un qualunque giorno, quando più ci garbava. Anche Agosto... anche per più giorni... pure tutto il mese, andava sempre bene!
Chissà se sarei vissuto abbastanza per vederlo... mah...

Fu allora che mi arrivò un sms.
"Arrivo tra poco, come siete messi con i biglietti?"
Firmato: Uollano.

I biglietti erano esauriti, ma non da quella sera... erano esauriti da DUE settimane.
Grazie a Francy avevamo gli accrediti, ma bastavano appena per noi.
Riassumendo, alla fine tutti sarebbero entrati tranne una persona a caso: Estragon sets Uollano mode +b.
Perfetto.
IL PASS COLPISCE ANCORA
Uollano arrivò con due giovani donne. Avevano due biglietti in tre... difficile immaginare chi di loro sarebbe rimasto fuori.

E va be', andai alla cassa accrediti e riscossi il mio prezioso tagliandino.
"Ascolta, Uollano! - dissi - Per venirti incontro, io provo ad entrare con IL PASS DI ALAN MAGNETTI!"
"Eh?"
"Se mi fanno storie, consegno l'accredito ed entro! E tu te la pigli nel culo! Altrimenti, entro senza consegnare il tagliando dell'accredito, lo mollo a qualcuno che te lo porta fuori, e tu lo usi per entrare..."

Uollano mi guardò come chi assiste ai deliri di un pazzo, ma io non me ne curai e mi avviai verso l'entrata, accompagnato dal fido VirgovoxVirgovox.
I buttafuori erano due rumeni, grandi e grossi, ma erano buoni come il pane: non fermavano nessuno, avevano lasciato passare persino Virgovox che aveva la faccia da serial killer.

"TU!" disse uno di loro.
"Io?" chiesi.
"Sì, tu! Apri lo zaino!"

Di tutta la gente che stava entrando, ne avevano fermato uno solo: il sottoscritto.
PiombinoKastrox.

E va be', era un'occasione come un'altra per raffinare la mia tecnica logorroica: i buttafuori vanno presi per noia.

"Ecco... - dissi, parlando e muovendomi lentissimamente - aspetta che mi sposto alla luce così si vede meglio... sai, sto un po' cecato... guarda, qua nello zaino ho questo pigiama, perché stanotte dormo a Bologna... è la prima volta che dormo a Bologna, sai? Poi ho un maglione, perché io, sai, vengo da Torino e non sapevo che tempo avrebbe fatto qua da voi a Bologna... però è bello e l'ho pagato poco... ah, sì, l'altra tasca... ecco, in quest'altra tasca ho dei fazzoletti, due... ah, no, scusa, tre... qua, guarda, ti faccio vedere, ho spazzolino, dentifricio... per fortuna che mi son ricordato, lo dimentico sempre... e poi..."
Il buttafuori ne ebbe le palle piene dopo pochi secondi, e non si accorse né della bottiglia d'acqua, né della lattina di birra, né della macchina foto, né tantomeno del minidisc che mi ero portato dietro per registrare il concerto. Avrai anche potuto avere un mitra e non mi avrebbe detto nulla.

Rimisi la roba dentro lo zaino e, assieme a lui, mi avvicinai alla porta.
L'altro buttafuori mi fissava, schifato.
Mostrai il pass di Alan Magnetti.
"Avanti!" grugnì, dopo un'occhiata distratta.
Era fatta, ero dentro.
PENETRAZIONE
Per prima cosa, mollai l'accredito a Virgovox che lo portò a Uollano!
Anche l'uomo senza chiocciola riuscì ad entrare: il dottor Marok risolve.

Poi ammirai la folla di vatussi che già si era assopita sulla transenna, occupando prima, seconda e terza fila e lasciando libero solo uno spiraglio sulla destra del palco.
Mi svaccai là, in mezzo allo schifo, pur di poter dire che ero in prima fila.
Vedevo sì e no un terzo del palco, stavo con le orecchie attaccate alle casse ed avevo perso tutte le altre Fave, con le uniche eccezioni di Cops, Francy, Panino e Virgovox.
"Ma sì, poteva andare peggio..." mormorai.

"AAAAAAAAAHHHHHHHH! DOTTOREEEEEEEEEEEEEEEEEE!!!"
Era un urlo lancinante: mi voltai, la folla si era aperta come un mantello scucito ed un essere la stava attraversando, per rivelarsi a noi in tutto il suo handicap.
Era SchopenhauerSCHOPENHAUER, già completamente ubriaco.
"SINDACOOO!!!" urlò, tuffandosi addosso a Cops.

Il volume di Schopenhauer era impressionante, sia in decibel che in stronzate.

Rompeva i coglioni, tanto, troppo, oltre ogni limite. Però aveva una qualità positiva: univa tutti nel mandarlo affankulo. Un po' come quando ai cortei si baccaglia pheega insultando Berlusconi.

"Oh, ma quanto rompe i coglioni quello?"
"Sai che è proprio una merda?"
"Anche secondo me... piacere, Marok!"

Fu proprio insultando Schopenhauer che conobbi due ragazze di Ferrara: Ania e Francesca. Niente quanto un nemico comune stimola l'amicizia e l'amore tra i popoli.

Nello stesso modo conobbi anche un altro sfigato che era lì da solo: si chiamava Matteo Dianin, ed era un handicappato di Trento con cui avevo scambiato dei live parecchi anni prima, nel periodo d'oro dei Ghiotti Scambi... sono soddisfazioni.
LA FUGA
Quando iniziarono i brani pre-concerto e mi accorsi che il volume delle casse era insopportabile persino per me che da tempo avevo rinunciato ad un corretto e consapevole uso dei timpani, decisi di abbandonare la postazione e mi spostai verso la metà del locale, in zona mixer. Di solito, è il punto in cui si sente meglio.

Matteo mi seguì.

"Anche a te davano fastidio le casse?" chiesi.
"No, mi dava fastidio Schopenhauer!"
"Ah... perfetto!"
Pubblico rock - atto III
MUSICA!
Il primo brano era Plafone, come nell'album.
Vederli in nove sul palco fu un'emozione!
Ai cori, come promesso, c'era Paola FolliPaola Folli... una voce da paura. Ai fiati Daniele Comoglio e Davide Ghidoni. Grandi!

L'audio in compenso era pessimo, un vero schifo, oltre ogni limite di sopportazione. Non rendeva giustizia a loro, ma non avrebbe reso giustizia nemmeno ai Tokio Hotel o ad uno scacciapensieri. Rompeva i coglioni quasi a livello Schopenhauer.

Sapevamo tutti che nel 2008 non ci sarebbero stati i brulé: l'album era appena uscito e bisognava vendere quello. Però, almeno per quella sera, non ci sarebbe nemmeno stato il mio bootleg: mi schifava anche solo il pensiero di tirare fuori il minidisc per registrare una merda di suono del genere.

Del resto, la regola è che più caro è il biglietto d'ingresso e peggiore è l'audio... da sempre era così: gli unici concerti che si sentono bene sono quelli gratuiti e quella sera gli sfigati non accreditati avevano pagato 18 euro a testa... normale che il suono facesse cagare.
Però lo schifo era veramente troppo.
L'odio con il quale era stato costruito l'Estragon era totale, Jantoman il tetto sembrava quello di un pullman e l'eco arrivava fortissima, da tutte le direzioni: sembrava di stare dentro ad un gigantesco cesso. E noi eravamo il fondo.

In quattordici anni di concerti di Elio e le Storie Tese, gli unici altri due posti in cui avevo sentito così da schifo erano il cosiddetto "auditorium" Santa Cecilia di Roma, in cui non si distinguevano nemmeno le parole delle canzoni, ed il Paladozza, che stava poco lontano da noi. Sempre a Bologna.
Insomma, bella città Bologna: andateci ad abitare, ma solo se siete sordi.

E va be', la scaletta, almeno per una volta, era una figata: Elio quasi tutti inediti tratti dal nuovo album.
Inizio con Plafone, in cui la voce di Paola Folli fece godere le anime dannate del pubblico rock. Tutto perfetto tranne l'acuto, che era calante, ma nessuno ebbe niente da obiettare: anche lei è un essere umano.

Sul palco era nato un nuovo tormentone: l'eleganza. Fin dal primo brano ce la ficcavano un po' dappertutto... in quanto a classe non gliela metteva nel culo nessuno.
Poi Ignudi tra i nudisti, la splendida Gargaroz, Parco Sempione e T.V.U.M.D.B. con l'assolo di sax finalmente dal vivo.
Poi Gimmi I. e Tapparella, che a metà concerto ha sempre la sua eleganza.
Al termine di Tapparella, Elio presentò il gruppo e, soprattutto, la vera new entry: non Paola Folli, non Davide Ghidoni, non Daniele Comoglio ma ROCCO TANICHE.
Sono cose che fanno pensare... però con eleganza.

Poi un altro superclassico, El pube, che è elegante sempre.
Il discomedley Pipppero/La chanson/Discomusic/Born to be Abramo, Cesareo colorato dagli eleganti travestimenti dell'elegante artista a sé Mangoni.
Poi Fossi figo, che, diciamolo, ha elegantemente stracciato entrambi i coglioni.
Menzione d'onore per Suicidio a sorpresa: nonostante dalla nostra posizione si vedesse mezzo cazzo di nerd (che, ricordo, è la misura più piccola del mondo), il look di Mangoni era spettacolare. Era vestito da bambino boy scout e suonava gli assoli metal con una chitarrina giocattolo, per poi suicidarsi con la mela di Biancaneve. Commovente e, soprattutto, elegante.
Poi l'elegantissimo Supergiovane, l'elegantissima Heavy samba ed una struggente Largo al factotum in cui il "ro" di Figaro andava allegramente a fare in culo, per la gioia dell'eleganza e del pubblico rock.

Per una volta, la scaletta mi piaceva: aveva superato le mie più rosee aspettative... ed il meglio doveva ancora arrivare!
Dopo un breve intervallo, la sigla del Dopofestival introdusse le splendide cover dei "brani" di San Remo 2008, Christian Meyer per la precisione Vita Tranquilla, di Tricarico, ed Il mio amico, di Anna Tatangelo e del grande Gigi D'Alessio.
Delle due, la più elegante era la seconda: nulla del testo originale era stato cambiato, l'orrore veniva riproposto nudo e crudo, in tutta la sua devastante carica di elegante disagio linguistico.
In un certo senso, era un po' un reprise della cara vecchia "In te" di Nek del 1993, ormai quindici anni or sono. Chiedo scusa a quanti, alla parola 15, hanno deciso di suicidarsi. Fatelo con eleganza.

La parte più elegante del testo, fedele all'originale, era: Priceless "A chi ti dice che non sei normale tu non piangere su quello che non sei!". Però anche "Se il cuore batte forte, dà vita a quella morte che vive dentro te!" era eleganza e poesia, da troppi sottovalutata.

Finale in grande stile con Il congresso delle parti molli.
Speravo in qualche allusione al signor Pizza, invece niente.
E va be', pazienza... evidentemente l'uomo Pizza non era abbastanza elegante... si sarebbero rifatti con Berlusconi.
Le due ore di rock erano terminate, potevamo riposare in pace.


Gli addii

BACKSTAGE
Al termine del concerto, i dj misero su della commerciale, parecchi uscirono fuori schifati e nel sudore ritornarono tracce d'ossigeno. Uollano, il Tracca e KraNpo, contenti, iniziarono a ballare.

Stare lì sarebbe stata la scelta più inutile della nostra vita inutile: musica di merda a parte, non c'era realisticamente la minima speranza di fare backstage, eravamo più di cinquanta Fave.
Sapevo già come sarebbe andata a finire: tutti avrebbero provato ad entrare, tutti sarebbero stati mandati affankulo ed alla fine tutti si sarebbero incazzati con qualcuno.
Ma c'era Duccio!!!
E sarebbero stati solo cazzi suoi.
Il dottor Marok risolve.

"Io però ho un dubbio - dissi - Che fine ha fatto Schopenhauer?"
Cops scoppiò a ridere e mi raccontò che, durante i primi tre brani, Schopenhauer si era messo a prendere per il culo un paio di tizi, grandi come armadi e già incazzati per conto loro, grattandogli il collo e dicendo: "GARGAROZ!".
Ad un certo punto, una delle belve umane aveva chiamato un buttafuori e gli aveva detto: "Lo picchiate voi o facciamo noi?"
I buttafuori avevano trascinato via l'handicappato e, da allora, non se n'era saputo più nulla.

Con queste premesse, Duccio entrò nei camerini per cercare di convincere gli Elii a fare backstage. Ritornò fuori poco dopo, dicendoci di uscire ed aspettare vicino al parcheggio. Tranqui.

"E se invece ce ne andassimo subito affankulo?" proposi.
Venni schifato e trascinato dalla folla nel luogo dell'improbabile appuntamento, dove sapevo benissimo cosa avrei trovato: una porta chiusa.
Mi sbagliavo!
Mancava proprio la porta.
C'erano delle reti, chiuse ermeticamente dall'interno.

Restammo tutti là per un bel pezzo, come un branco di handicappati orfani di un perché.
In realtà, io ero anche orfano dei miei due compagni di viaggio: Francy e Cops erano spariti.

Alla fine il Presidente arrivò, con uno strano aggeggio in mano.
"Marok, è duo guesto?"

Guardai l'oggetto misterioso: era uguale al cavalletto portatile della mia macchina foto, che tengo sempre in tasca.
Mi toccai la tasca, e vidi che il cavalletto non c'era.
Come cazzo aveva fatto ad uscire dalla tasca?
Ma, soprattutto...
"Come stracazzo hai fatto a trovarlo?"
"Eh... sdava là..."
Cops era un genio e nessuno se n'era ancora accorto.

"Ovvia! - disse il Pelle - ne volete sentire una ancora più bella?"
L'etrusco compare ci raccontò che, prima di uscire, aveva fatto in tempo a vedere la porta dei camerini che si apriva, due buttafuori che TENEVANO SCHOPENHAUER SOLLEVATO DA TERRA E LO LANCIAVANO FISICAMENTE FUORI.
E Schopenhauer rideva, pazzo di gioia: "ALÈÈÈÈÈÈÈÈÈÈÈ!!!"
Da allora era di nuovo sparito.

All'improvviso, una delle reti chiuse viene spinta di peso dall'interno, rischiando seriamente di finirci addosso.
Si era aperto un varco!
Eravamo di fronte allo stargate.

Inquieti e timorosi, facemmo il gesto di provare ad avanzare di mezzo passo verso l'ignoto.
Tanto bastò perché un tizio grosso si materializzasse da nulla per dirci di andare a fare in culo. Però con parole meno gentili.

Fu allora che si aprì una porticina e ne uscì Chiara, l'angelo dei Casi Umani. Eravamo salvi! Forse.

Grazie alla sua intercessione, il gorillone si convinse a farci stare nello spazio vuoto tra la rete e la porta, che nel frattempo si era richiusa. Non c'era ALCUN VANTAGGIO nello stare lì: eravamo gli stessi di prima, compressi in meno spazio! Però tutti sembravano più contenti.

Da dove stavo io, vedevo un minimo di cento persone... probabilmente erano molte di più.
"Marok - mi chiese Chiara - Sono tutte fave?"
"Cazzo ne so!" risposi.
"Ah..."

Le Non Fave Ad un tratto, qualcuno della folla uscì di testa e provò a correre verso la porticina, venendo intercettato, schifato e bannato.

Mentre tutto ciò accadeva, aprii la porta ed entrai dentro, seguito a ruota da due compagni d'avventura assolutamente sconosciuti, Fave quanto il mio cazzo tromba.
I buttafuori erano troppo impegnati a picchiare gli altri per accorgersi di noi.
Il dottor Marok risolve.

La porta si affacciava su un minuscolo corridoio.
In fondo c'era una curva, oltre la quale si intravedevano gli Elii. Assieme a loro Francy, Pelodia, la Cicalona e le ragazze di Ferrara... come cazzo fossero entrati rimarrà un mistero. Mi incamminai felice e sereno nella loro direzione, ormai era fatta.
"EHI TU! FUORI!!!"

Cicalona meets Pelodia Mi voltai, era un gigante alto due metri e largo altrettanti. Occupava l'intera larghezza del corridoio.
PiombinoKastrox.

"HO DETTO FUORI!!!"
"Ma io... sono dello staff..." dissi, facendo vedere il pass di Alan Magnetti.

"Non m'interessa, non si può stare qua! Fuori!"
"Ma... sono con loro..." sussurrai, indicando gli altri.

"NEANCHE VOI POTETE STARE QUI!!! FUORI! TUTTI! SUBITO!!!"
"Ok - risposi - Glielo vado a dire!"

Scappai verso di loro e mi nascosi fisicamente dietro a Mangoni, che intanto stava rapportandosi con la metà femminile del mondo recitando un cantico di porcate che erano poesia pura.
Voltandomi, vidi che le non Fave dietro di me erano state meno svelte ed i buttafuori li avevano acchiappati, schifati, calpestati ed eiettati. Peccato.
Sui tavoli in compenso c'era da bere e da mangiare gratis, era un gran bel posto.

"Marok? - disse Cesareo - Ma come hai fatto ad entrare?"
"Con questo!" risposi, esibendo il pass di Alan Magnetti.
Non era vero, ma fa sempre handicap.
"Be', da domani non ti serve più!" mi disse... e mi consegnò il pass ufficiale del tour 2008.
Rocco Taniche fans club Per qualche secondo non ebbi parole nè monosillabi, poi misi insieme qualche consonante e qualche vocale, le associai in modo casuale ed alla fine mormorai un: "Grazie..."
"Fanne buon uso!" mi disse il Civas.
Era decisamente il mio giorno fortunato.

Dopo una ventina di minuti e due o tre birre gratis a testa, gli Elii decisero di uscire fuori ed affrontare la folla, che nel frattempo era raddoppiata.
Il tempo di resistenza fu scarso, se non nullo: un paio di minuti. Poi i musicisti salirono sulle macchine ed andarono a dormire.


Elioassedio


QUELLI CHE VANNO AFFANKULO
Ridendo e scherzando, si erano fatte le due.
La notte era ancora vergine e ci teneva tra le sue tette, un po' mamma un po' porca com'eve.
Che fare? Birra e puttan tour?
Mi guardai intorno: avevano tutti un sonno porco.
E va be', soka.

Virgovox rinnovò la sua disponibilità ad ospitarci nella sua casa di Bologna. Fummo in tre ad assecondarlo: Panino, Cops ed il sottoscritto.
Tutti gli altri ci mandarono affankulo.

Matteo ci disse che preferiva ripartire per Trento col treno delle tre.
Le Fave Romane, che tanto tengono moneta, avevano prenotato un albergo e se ne andavano a dormire.
Uollano si sarebbe eclissato con le sue amiche che, per qualche ragione, riteneva più interessanti di Virgovox.
Anche Francy ci disse che sarebbe andata a dormire, però non con noi: ci schifava per le sue amiche di Bologna.

"Amichette? - dissi - VENGOH! SBORROH!"
"NO, TU NO!" rispose Francy.
PiombinoKastrox.

"Piuttosto - disse - mi fate strada con la macchina, che non so come arrivarci?"
"Dove stanno le tue amichette?"
"In centro!"
"Ma è una rottura di coglioni andare in macchina in centro..." disse Virgovox.
"Dai, non so come arrivarci! E poi ho paura che quando scendo dalla macchina mi stuprano!"

E fu così che la macchina di Virgovox fece da scorta armata per accompagnare in centro la macchina di Francy. Già che c'eravamo, ci caricammo pure gli altri due sfigati, Matteo e Giannadrea, che ci chiesero uno strappo fino in piazza Maggiore.
Sì, QUELLA piazza Maggiore.
Inutile dire che passammo il tempo a cantare "Mi chiamo Roberta e sono di Bologna!"
Se non sapete cos'è, uccidetevi.

La macchina di Virgovox era grande, comoda e puzzava come l'aula di informatica dopo due ore di Sistemi1, anzi, peggio: agli aromi naturali di sudore e scorregge si sommavano i tentativi maldestri di porre rimedio con armi chimiche, tra cui un arbre magique alla mela secca aromatizzata al cavolfiore.
Virgovox non era un ottimista: la sua vettura non era omologata per la pheega.
Mi guardai intorno, eravamo solo maaaaski.
Perfetto.

Eiettati Matteo e Giannadrea, la serata finì nell'unico modo possibile: girammo per tutto il centro di Bologna per cercare un parcheggio in cui Francy potesse lasciare la macchina, per poi mollarla in un posto a pagamento in culo al mondo.
"Adesso però mi accompagnate fino al portone?"

Virgovox non disse nulla, ma prese un flacone di deodorante e lo ROVESCIÒ dentro la macchina.
Poi aspettò qualche secondo, perché la reazione chimica facesse effetto.
Poi guardò Francy, sorrise e le disse: "Ma prego!"
"Che strano profumo... - disse Francy - Cos'è?"
Meraviglioso.
Seguirono 92 secondi di applausi.

Arrivati nel centro di Bologna, la viabilità bannò la nostra macchina in via definitiva e permanente.
"No, non mi lasciate qua... non voio andare da sola... e se mi stuprano???"
Virgovox si offrì volontario per scortare Francy A PIEDI, fin dove lei avesse voluto, anche in capo al mondo... e così fu.

Al ritorno di Virgovox, la nostra missione era finalmente terminata.
Scaricammo i nostri culi in una birreria che aspettava solo noi per chiudere e poi, inevitabilmente, ce ne andammo a fare in culo.
AFTER A CASA VIRGOVOX
Casa Virgovox era in una bella posizione, stava in mezzo al verde e, soprattutto, ispirava cazzeggio all'ennesima potenza: era la classica sede di studente fuorisede che tutti gli studenti normali invidiano.
L'università di Bologna è un caso quasi unico: i fuorisede sono la maggioranza. E le loro case sono concepite apposta per stimolare un meraviglioso fancazzismo: poster di minchiate disseminati un po' ovunque, cd sparsi per la casa senza custodia nè etichetta, l'immancabile decalogo di regole per la convivenza forzata, scritte apposta per essere violate, e, soprattutto, il classico letto a castello da "Io non trombo. Mai!".

Monitor di casa Virgovox Al centro della camera da letto c'era il computer portatile meno portatile del mondo: lo schermo era un 19 pollici, forse 21, però era per buona parte inutilizzabile: sembrava che qualcuno ci avesse versato dell'acido.
"Cazzo gli hai fatto al monitor? - chiesi a Virgovox - Ci hai sborrato sopra?"
"No, peggio!"

Virgovox mi spiegò che il computer se lo porta sempre dietro quando va in giro a suonare. Questo lo espone a pesanti rischi: una sera la sua voce era piaciuta così tanto che alcuni vecchi gli avevano TIRATO DEI SASSI PER CERCARE DI FARLO STARE ZITTO. Uno di questi, anziché spaccargli la faccia, gli aveva spaccato metà schermo del computer.
Tutto ciò era meraviglioso.

Architettura a casa Virgovox Virgovox mi fece vedere un po' di filmati dei suoi concerti con gli Uomini col Borsello, e poi un vecchio spezzone video in cui duettava con Elio in "Angelina" di Louis Prima, nota al grande pubblico come "Zooma Zooma Baccalà" in quanto finale di Supergiovane.
Il giorno dopo l'avevo già salito su Youtube.

"Oh, il 3 maggio gli Elii vengono a suonare da noi nelle Marche! - disse Virgovox - Marok, devi assolutamente venire, capito?"
"Sìsì! - risposi - Tranquo!"
Fu l'ultima parola della serata, poi le palpebre ballarono ed i sogni iniziarono a lavorare.
COLAZIONE A BOLOGNA
Non era neanche mezzogiorno quando il letto a castello vibrò del settimo scala Richter.
L'epicentro era Virgovox, che scuoteva il letto e se la rideva come un disperato.
Sono cose che fanno pensare.

Di fianco a lui Panino, che dormiva in piedi.
"E Cops?" chiesi.
"È partito col treno delle SETTE!"
"Ah..."
Cops era malato. Molto malato.

E va be', era tempo di andare a fare in culo.
"Kebab!" disse Virgovox.
"Agli ordini!" disse Panino.
"Vabbe'..." mormorai, e li seguii per la ridente Bologna.

"Panino, toglimi una curiosità!" dissi.
"Dimmi!"
"Tu sei un bravo ragazzo... come cazzo ti è venuto in mente di chiamarti Panino?"
"Perché?"
"Prima di tutto c'è già un Panino, nelle Fave Romane, che è Fava dal 1996 e che è conosciuto da mezzo mondo... quindi te puoi essere al limite Paninodue!"
"Ah..."
"E poi Panino è già Feiez... non ha senso farti chiamare Panino... è un po' come Sergina, Turtella, Carambola, Cesareus... sono tutti nick del cazzo, perché ti prendi un nome che identifica un'altra persona, più famosa di te... Leggendo Panino, nessuno penserà mai a te... sarebbe come fare porno col nick Rocco Siffredi..."
"A me piace, quindi fankulo! - rispose Panino - E poi, pensa, un giorno qualcuno potrebbe chiamarsi Marok!"

Gelo.

"Spero che sia un maiale..." risposi.

Virgovox intanto si era fissato: per colazione, mi voleva fare assaggiare i kebab di Bologna, che secondo lui erano i migliori al mondo. Girammo per sei, sette, otto kebabbari ed erano tutti chiusi.
Non c'era alcuna valida ragione per cui fossero tutti chiusi...
O, meglio, una c'era.
Si chiamava EPIDEMIA.

"Io mangerei in stazione - dissi - Tra un po' mi parte il treno..."
"Ma sì, veniamo anche noi!" risposero i miei compari.

Virgovox ordinò da bere una spremuta d'arancia.
"Vedi Marok... - mi disse - da quando faccio colazione con spremuta d'arancia, non mi ammalo più!"
"In che senso?"
"Sono immune da tutte le malattie, persino il raffreddore da fieno!"
"Ah..."

Quella fu l'ultima immagine di Virgovox.
L'uomo che non si ammala mai.
Ci piace ricordarlo così.
I POSTUMI
Il viaggio di ritorno fu molto meno emozionante di quello dell'andata: tre ore ed ero già a Torino.
Una volta arrivato a casa e scaricato qualche porno, accesi il televisore su un canale a caso e venne fuori il TG3. C'era un servizio sul concerto degli Elii all'Estragon, con in tutto tre secondi di live. Tre secondi a caso, gli unici cazzo di tre secondi di tutta la serata in cui Paola Folli aveva stonato, cioè l'acuto di Plafone. PiombinoKastrox.

Su Youtube, la sera stessa parecchi handicappati avevano già postato filmati del concerto. Non si vedeva un cazzo e non si sentiva un cazzo... delle robe oscene, inimmaginabilmente brutte. Non se ne salvava uno... erano la sintesi dello schifo.
Decisi che, dalla data successiva in avanti, avrei ricominciato a filmare qualche spezzone di concerto. Almeno sarebbero venuti quelli grossi a cagarmi il cazzo ed avrei avuto qualcosa di divertente da raccontare.

Infine, preso dallo scazzo, mi feci un giro sul sito di Radio Dj per vedere se avessero messo le cose a posto. L'intero album Studentessi di Elio e le Storie Tese era ancora scaricabile aggratis. Tutt'oggi, , chiunque può tirarsi giù anche un macello di altra roba senza fatica alcuna.
Il web ringrazia.
Purtroppo, Elii a parte, è tutta merda.
Vi sconsiglio di sprecare la vostra banda... scaricate porno che è meglio.
Prima però ricordatevi di andare tutti, improrogabilmente ed indefessamente affankulo.