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IL SIGNORE DEL TEMPO

L'ultimo giorno di Percfest.
Il delirio.
L'Apocalisse.
Giovani donne catturate da irrefrenabile ed orgiastica passione che si lacerano le vesti e la danno a tutti tranne che a noi.
Pillole di Drummeria Eravamo pronti a tutto questo? Forse sì, forse no, forse forse, ma intanto l'imperativo era: fare un cazzo.

E così, dopo spiaggia, mare, sole e pheega in fuga, decisi che era ora di consumare i buoni pasto che avevo accumulato durante la settimana... da solo però mi sarei rotto il cazzo, così li redistribuii in modo uniforme agli handicappati.
Al grido di PASTO GRATIS, ci svaccammo nel dehors della Botte Ubriaca (e la moglie piena) constatando come da mangiare non ci fosse praticamente un cazzo: rapporto qualità/prezzo = indefinito.

Chitarr Così facemmo un salto dal nostro amico gelataio.
Ci trovammo Pippo Panenero che suonava la chitarra... era tutto come l'anno scorso, questa volta però Pippo non aveva la benda sull'occhio, Angelo non aveva mal di schiena, il Capo non era stato punto da una vespa. Insomma, l'unico sfigato ero io, che avevo i calcoli.
"Le volete le chitarre?" ci chiese il gelataio.
"Sìììì!!!" rispose Uollano, che vedeva nella chitarra la chiave per aprire la grande porta del pianeta pheega.

Era ufficiale: dall'anno scorso nulla era cambiato! Eravamo ancora un gruppo di cazzoni che giravano per il budello con quattro gelati, due chitarre ed un infinito tasso di handicap, Don Diego sperando che la combinazione di questi ingredienti materializzasse come per magia una versione analogica della pheega.

Tutto sembrava andare per il verso giusto, finché Uollano non si fermò, posò la chitarra e disse: "Be', adesso però torno in albergo perché DEVO LAVORARE. Vi raggiungo stasera!"
Gelo.

Osservammo ammutoliti l'uomo senza chiocciola che, di domenica pomeriggio, si allontanava dal sole, dal mare e dalla pheega per immergersi nell'informatica e nel lavoro.
Era riuscito a schifare persino Grumo.
L'unico a trovare il coraggio di dire una parola fu il Kompagno Gillette: "KAAAAASTROX!"

In fondo Uollano era una brava persona... vero, aveva anche i suoi difetti, quello di non avere la chiocciola per esempio, però non potevamo credere di essercelo giocato in quel modo: è sempre triste quando si muore con disonore.

Dopo neanche un'ora, Uollano riapparve dal nulla: "Mi son rotto il cazzo! Andiamo in spiaggia?"
Perfetto. Il cazzeggio aveva vinto. Uollano era risorto. Lavoro fankulo!
Cazzeggio

QUELLI CHE ASPETTANO...

Alle sette della sera la piazza era completamente piena, la gente si calpestava per ricavare un angolo di terra vicino al palco, c'era gente seduta, gente in piedi, gente seduta sulla gente in piedi, gente in piedi sulla gente seduta sulla gente in piedi, tutto pur di assistere alla serata finale. Ed il Kompagno Gillette si stava addormentando, comodamente svaccato su una sedia di fianco al mixer.
"Ma hai sonno già a quest'ora?"
"Yawn... minchia, siamo andati a dormire alle tre ieri notte!"
"Ah be'..."

Tempo di travasare tutte le canottiere avanzate in un grande sacco chiamato "dimenticatoio" e potemmo chiudere le transenne... lo show aveva inizio!

MUSICA!

Uno dopo l'altro sul palco si rincorsero i BATEBALENGO, poi MASSIMO CARRANO, HEY CI SIAMO ANCHE NOI e CICCIO MEROLLA. Ognuno di loro ebbe il privilegio di suonare dando le spalle al Pastrano che vagava in continuazione da una parte all'altra del palco con frattaglie di videocamere in mano, a volte a piccoli passi, a volte di corsa, ma sempre, rigorosamente, obliquo.
E poi, finalmente, ci fu la premiazione del concorso Percfest, col Nené Duo visibilmente sorpreso: avevano vinto una BATTERIA INVISIBILE!!!
Nella Cazzeggiofoto, occhio all'obliquo.

La splendida gag era motivata dal fatto che la batteria che avevano vinto non era ancora arrivata... Non erano messi poi così male, visto che nel 2002 il Ruggeri/Beccaro duo aveva ricevuto in dono una batteria ben più tangibile e poi se l'era fatta fottere durante la notte, finendo per essere preso per il culo a vita.

Dopo di loro, la JAZZ ART ORCHESTRA col maestro Ellade Bandini, poi il grande TULLIO DE PISCOPO e poi, finalmente, THE GREAT NACO ORCHESTRA, il delirio sceso dal cielo e piovuto sul palco.
Le note di DREAM sono qualcosa di magico, che rapisce i neuroni, li ama e ne disperde il candido nettare nell'aria, lasciando al vento il dolce compito di mantenerli in vita fino alla prossima estate.
E così, mentre i colori si facevano caldi, i contorni sfumavano, il brusio della piazza si dissolveva ed il Kompagno Gillette sognava di dormire, la voce di Rosario richiamava le note del grande Naco, che saremmo andati avanti a fischiettare per tutto un altro inverno.
E così anche quest'anno il Percfest era finito... la vita è così.

The Great Naco Orchestra

IL DOTTOR MAROK RISOLVE

Come ogni anno, era in arrivo la parte più pallosa di tutto il Percfest: bisognava fare i conti di tutto quello che avevamo venduto, di quante magliette avevano fottuto, mandare affankulo tutti quelli che rompevano i coglioni mentre facevamo i conti, osservare UollanoUollano che suonava la chitarra stupendosi del fatto che non arrivasse pheega, portare il tutto al Capo che nel frattempo stava suonando chissà dove, prendere la nostra parte, scappare prima che si rendesse conto del macello che era successo ed ubriacarci fino all'alba.

Quest'anno però si era verificata un'anomalia: per la prima volta c'erano solo 100 capi fottuti anziché 200 come gli altri anni.
Sì perché, fottute le prime 100 magliette, erano rimaste da fottere solo canottiere... e nessuno aveva osato tanto. In altre parole, le canottiere non solo non le aveva comprate nessuno, ma NESSUNO LE AVEVA NEMMENO FOTTUTE!!!
Erano RIMASTE IN MAGAZZINO!!!
Fantastico...

Dopo un po' di giri a vuoto trovai il Capo, consegnai l'incasso e gli spiegai come le canottiere non avessero riscosso un elevato gradimento.
"Colpa del colore..." commentò il Capo.
"Già..." commentai.
Erano azzurre, come le magliette.

"Ma come mai mancano 100 magliette?"
"Eh... qualcuno le ha prelevate dal magazzino senza il nostro permesso..."
Ogni anno mi invento un giro di parole diverso per dire che le hanno fottute.
"COSA???"

Per fortuna, anche questa volta arrivò un aiuto dal cielo, nella fattispecie Zazà, che attaccò bottone col Capo distraendolo il tempo sufficiente per la fuga e per il punto successivo: ubriacarci fino all'alba.

AFTER

Prendemmo con noi le chitarre, passammo al Mayflower a raccattare un po' di liquidi, giocammo a The day after partyThedayafterparty con il Kompagno Gillette addormentato ed infine ci spostammo nel budello, per aggregarci al casino.

Già. Ma... dov'era il casino???
Con sgomento, constatammo come nei locali ci fosse... SILENZIO.
Silenzio da Pacan.
Silenzio alla Botte Ubriaca.
Silenzio dappertutto.

Silenzio l'ultima notte di Percfest?
Ma dov'erano le jam??? Il casino??? Il bordello??? Non si era mai vista una cosa del genere!!!
Fu il signor Pacàn a spiegarci l'arcano: il comitato anti-Percfest degli abitanti del paese si era sollevato, aveva innescato una rivolta civile perché il giorno dopo ci si alza per andare a lavorare e, soprattutto, è ora di finirla con la "musica da merda". Ed ai vigili, accorsi, non era rimasto altro che fare il giro del paese, disintegrare le jam e, in buona sostanza, spegnere il Percfest.
Eh sì, quest'anno, per la prima volta nella storia, l'anti-Percfest aveva vinto.

Decidemmo di farcene una ragione e ci spostammo sul lungomare.
Dopotutto ci potevamo ancora divertire, eravamo carichi di alcool, di chitarre, di handicap, insomma, di tutto quello che serviva per essere felici... tranne ovviamente una cosa: la pheega.
Fankulo.

IL SIGNORE DEL TEMPO CHE ROMPE




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