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Lo spazio che rompe i coglioni
Agli occhi di un viaggiatore distratto, il finestrino sarebbe sembrato appannato.
Appannato, punto e basta.
A me invece sembrava arte, arte pura: era letteralmente posseduto da uno strato di unto vivo alla cadavere di Mc Donald's, un liquame transgenico che reagiva in modo anarchico e psichedelico ad ogni raggio di luce.
Nonostante i fumetti che mi ero portato dietro, passai il tempo a fissarlo.
Era bastardo, si faceva beffe di ogni anomalia visiva che la mia memoria avesse registrato, gli schizzi di pixel della Tseng, la psichedelia dell'after Mazzantini, il tremolio dei nastri di Piombino ed il nulla polimorfo spacciato per immagine dal telefonino del Kompagno Gillette.

Ero l'unico nello scompartimento, tutti gli altri avevano scelto il mondo senza filtro... gente che non ha mai avuto una scheda video Tseng, o che non conosce Ivan Piombino. Poveretti.

E così per un bel pezzo rimasi solo, avvolto dalla psichedelia e da mille dubbi... uno, in particolare: come stracazzo aveva fatto Daiconan ad organizzare un concerto di MusicaPerBambini in un paese chiamato Azzano X, in culo al Friuli?
E, soprattutto, ne sarei uscito vivo?

L'ORGANIZZAZIONE

L'intera organizzazione era firmata DaiconanDaiconan, e c'erano due sole regole da rispettare:
  • tutti dovevano portare alcool
  • chi voleva un passaggio fino ad Azzano X doveva trovarsi alle 9 alla stazione di Pordenone, gli altri autostop.
Il @Kompagno Gillette mi rispose con un fankulo che partiva da Nikelino ed arrivava fino a Rejkiavik "però se vai fottimi qualche cd!".

@Don Diego invece si aggregò all'istante: avevamo rovinato una creatura.

Anche Uollano sembrava interessato.
"Fico! - rispose - Quand'è? Questo weekend?"
"Sì, il 27!"
"Vorrai dire sabato 28..."
"Nonò, venerdì 27!"
"Cioè, Daiconan ha organizzato tutto questo per un venerdì sera???"
"Sì!"
"Ma cazzo, io sono a Roma e smetto di lavorare alle SEI!!!"
"È pheega..."
"Sette orizzontale. Tre lettere. Un famoso porco!"

UNA GITA CON...

Non appena il sole fu tramontato, il finestrino perse il suo potere psichedelico e lo scompartimento si riempì di abitatori, tra i quali segnaliamo Don DiegoDon Diego.

Mostrai al Don il mio borsone pieno esclusivamente di alcool, una vera gioia per gli occhi: tra birre, limoncelli e genepy avrei avuto da ubriacarmi fino a Natale.

"Anch'io ho l'alcool!" disse Don Diego.
E tirò fuori dalla tasca una scatola di Mon Cheri.
PiombinoKastrox.

Nel tempo rimanente del viaggio, Don Diego contribuì in modo determinante alla costruzione di una nuova visione del mondo, che vedeva la razza umana in continua fluttazione tra due poli opposti: DAICONAN e GRUMO.

Daiconan e Grumo Daiconan Vs Grumo erano colore e grigio, disordine ed ordine, primavera ed inverno, adolescenza e disciplina, drunk e knurd, urla e silenzio, follia ed autismo, pheega ed informatica.
Insomma, Daiconan e Grumo, sommati, facevano il mondo.

A strapparci dai nostri voli pindarici la telefonata di @ATMB, che ci disse di avere perso il treno perché è handicappato, e due nuovi passeggeri raccattati a Mestre: @Sardus, con una bottiglia di Mirto sottobraccio, e, udite udite, UOLLANO!

"Che cazzo ci fai qua? Non eri a Roma?"
"Be'... sì... fino a tre ora fa... poi ho preso un volo Roma-Venezia, da Venezia ho preso la navetta e sono arrivato a Mestre!"
Se me l'avessero raccontato, non ci avrei creduto.
"Solo una cosa... non ho fatto in tempo a prendere l'alcool... voi ne avete?"
"Abbiamo deciso che ognuno beve il suo! - spiegai - Però Don Diego ti può offrire un Mon Cheri!".

IL COMITATO DI BENVENUTO

Arrivammo in perfetto orario, e trovammo Daiconan che saltellava in stazione assieme alla sua amica Martina.
Daiconan mi aveva parlato spesso di lei, ma quando la vidi ne rimasi traumatizzato: era bionda!
Non pensavo che Daiconan potesse avere amiche bionde.
"SBORROH! SKIZZOH! SPRUZZOH! SPERMOH! - urlai - ED AGGIUNGO TOZOO!!!"
Daiconan non capì... probabilmente la considerava castana chiara.

Comunque non era di buon umore: "Che palleeeee!!! Muovetevi!!! Siamo gli ultimiiiiii!!!"
"Mh... - mormorai - allora non ti farà piacere sapere che dobbiamo aspettare ATMB che ha perso il treno!"

La giovane donna dell'est iniziò ad utilizzare il nome di ATMB come prefisso per un'immensa successione di nefandezze che cambiavano nella forma e nel colore ma non nell'augurio di prenderlo ripetutamente nel culo.

Alla fine, decise che non aveva la minima voglia di aspettare un ricchione, caricò in macchina @Sardus, @Don Diego ed il @sottoscritto e partì, lasciando il compito di raccattare @ATMB alla sua amica @Martina, che tanto è bionda, ed a Uollano, che tanto non ha la chiocciola.

La Daiconanmobile fu un po' una delusione, i finestrini erano noiosamente trasparenti, però ogni chilometro in direzione Azzano X registrava una teradiottria di visibilità in meno.
Meno nebbia del solito, secondo Daiconan: al ritorno sarebbe stato peggio.
Perfetto.

LA CASA

Quando Daiconan mi aveva scritto che il paese si chiamava Azzano X avevo pensato ad uno scherzo o ad una traslitterazione endominorennefemminile, ma il cartello non lasciava dubbi: il comune si chiamava davvero Azzano X!
Però si legge Azzano Decimo, ma non ridete che Daiconan si incazza.

Il paese in sè era veramente in culo al nulla, ma la casa era più in culo di qualunque altro nulla in culo al mondo. Solo la nebbia ci era amica e ci regalava la libertà di immaginare là, oltre al grigio, quello che sempre avevamo sognato: un mondo popolato solo da OrgiobimbeOrgiobimbe, oppure una folla di GRUMI distesa sui prati ed intenta a rivivere Woodstock imparando a memoria pagine della Divina Commedia. O, perché no, KAAAAASTROX.

La casa era enorme, avrebbe potuto contenere alcool per sopravvivere mesi, se non anni.

La facciata, deliziosamente cadente, era degna testimone delle mille e più feste che vi si erano alternate nel corso degli anni, così come il porticato, nido di fantasmi abbandonati tra le braccia di Bacco e di Venere.
Oltre la porta un piccolo stanzino, spoglio, addobbato di un frigo sul quale nessuno aveva mai scritto nulla e di una scala a pioli appoggiata al muro.
Su un un angolo, seminascosto, si affacciava un minuscolo corridoio, che comunicava con due stanze: una era il cesso, miracolosamente illeso, l'altra era un grande salone, con tanto di camino, palco già montato, calde risate e tanto, tanto handicap.

Le Orgiobimbe stavano ancora facendo da mangiare ma M__nuel, Jeppo ed il Manzo erano già attaccati alle bottiglie.
Tra tutti, il più lucido era MitchMitch, che mangiava sottaceti misti a panna.
Kombatt invece era in piedi in un angolo della stanza e fissava ammutolito Ezio Ciuspiont, intento a dialogare con una lattina di birra.

Lui le raccontava di essersi appena fatto fottere la patente da una pattuglia che l'aveva beccato sbronzo in mezzo alla statale, lei gli rispondeva: "Bevimi bevimi!".
Perfetto.

Tra tutti i cervelli presenti, non ce n'era nessuno che non fosse almeno un po' rubato all'agricoltura.
Il premio Nobel però sarebbe sicuramente andato all'architetto che aveva progettato quella cazzo di stanza: da qualunque parte ci girassimo, nello spazio tra noi ed il palco c'erano sempre colonne che rompevano i coglioni.
PiombinoKastrox.

Per riuscire a vedere qualcosa ci rannicchiammo nei pochi metri quadri sotto il palco, posammo il culo a terra e lo sguardo verso il cielo.
Il concerto poteva iniziare.

M__SICA!

"Nell'anno mille Eilgòm generò Hkùlallaedeid che diede alla luce KKKKKA giacendo con SSSSTR concepì OXXXXXX fece nascere S come Signore AAAAAAH che procreò Ezechiele i quali misero al mondo Ezechiele e Ezechiele. E il cacciatore ne prese in moglie le mogli. In quel tempo i cacciatori cacciavano di notte. Nel giorno questi tornando a caccia egli si accorse di ciò che aveva catturato: Khriàdaizinih. Khriàdaizinih. Non era creatura di questo mondo. Ed era ancora vivo. Anzi, era quasi vivo."

Era la terza volta che vedevamo lo spettacolo, ma ci avevamo sempre talmente capito un cazzo che era come fosse la prima.

Ben presto il palco si popolò di volti noti:
  • il Jeppo: lettera C come Cacciatore
  • il Manzo: lettera T come Traduttore
  • M__nuel: lettera Khrià come Khriàdaizinih e...
  • il Manzo reprise: lettera M come Moglie
Manzo e Jeppo L'inizio della storia era tuttosommato lineare: il Cacciatore (Jeppo) veniva rapito dalla sua stessa preda, Khriàdaizinih (M__nuel), sottratto alla propria moglie (il Manzo) e catapultato in un'altra dimensione, l'Infravita.
Ma tutto quello che succedeva dopo era delirio, delirio puro.
Ed anche stavolta di tutta la storia non ci stavamo capendo un grosso, enorme, succoso, nodoso e sfavillante cazzo di cavallo.

Saranno stati i discorsi fatti in treno, sarà stato il mirto di Sardus, saranno stati i Mon Cherì di Don Diego, ma quella volta mi sembrò che l'intero spettacolo fosse un inno al duopolio pheega - informatica che governa il mondo.

Nel Cacciatore Jeppo vedevo un ignaro giovane, inesperto del mondo, e nel mostro Khriàdaizinih la tecnologia, che con la suadente voce di un modem 56k distrae dalla vita e dalla pheega (il Manzo).

La dimensione parallela in cui il Cacciatore si ritrovava, l'Infravita, altro non era se non l'universo digitale, ed i suoi bizzarri Abitatori, i cosiddetti "Quasi vivi", erano, naturalmente, i Nerd. E poi c'era lui, il guardiano, il mostro dalle mille teste, ovvero il destino, che sbarrava l'uscita dell'Infravita inibendo il ritorno alla pheega (che, vi ricordo, è il Manzo).

Il resto della storia poteva quindi essere visto come il percorso di catarsi, di liberazione e purificazione interiore dall'informatica nel lungo viaggio verso la pheega.
Chiaramente non era un percorso facile: occorreva superare una glaciazione, una lucidatruce, confrontarsi con gli altri Abitatori, tra cui i temibili tagliatori di teste, l'uomo delle uova ed il suo spaventoso giocoliere: Sardus fa girare le palleSardus, che venne rapito e posizionato sotto il palco, a far girare le palle.
Se la cavò bene, mai però come avrebbe fatto Ivan Piombino.

Vedere un concerto di MusicaPerBambini dalla prima fila in effetti è sempre un po' pericoloso: c'è il rischio concreto di finire per far parte della coreografia.

Se ne accorsero ben presto Mitch ed Ezio Ciuspiont, trasformati in incarnazioni viventi dell'infravita. E se ne accorse Daiconan, diventata da metà scaletta in poi parte integrante dello show.

Insomma, tutto sembrava andare per il verso giusto, il Cacciatore affrontò con fare sicuro anche il Fanciullo Krumpdann Ragazzi c__bo ed il famigerato Mangiabinari.
Ed invece fu proprio allora che accadde il primo, grave incidente: l'Universo rapì Mitch.

Fu un momento difficile per tutti... poi decidemmo di fottercene.
Il dottor Marok risolve.

Dopo quel capolavoro di brano che è il Folletto, entrarono in scena due personaggi nuovi: S come Signore, il Signore dell'Infravita (M__nuel) e D come Dipintore (il Manzo).
Ora il Cacciatore aveva a disposizione un QUASI esercito, quello del Signore dell'Infravita.
E quindi?
Unplugged Sarebbe riuscito il Cacciatore a sconfiggere il mostro dalle Mille teste?
Ce l'avrebbe fatta ad abbandonare l'informatica per ritrovare la pheega (cioè il Manzo) e festeggiare, sulle note di Bolla di Brodo?
Lo saprete solo vivendo!

L'unica cosa certa era che lo spettacolo non avrebbe avuto termine, mai.
Col passare del tempo, si limitò a subire una lenta metamorfosi per assumere una forma anarcounplugged ed i tre cantori, con chitarre al seguito, si spostarono al centro del loro pubblico rock.

I primi cenni di cedimento arrivarono verso le tre, quando M__nuel iniziò ad accusare segni di stanchezza e si abbioccò su una panchina, con i risultati che potete ammirare nelle seguenti diapositive.


M__nuel asleep - #1 M__nuel asleep - #2 M__nuel asleep - #3
Manzo

AFTER

Quello messo peggio di tutti era sicuramente Kombatt.
Si era scolato una quantità indefinibile di limoncello, grappa, Mirto e quant'altro di alcoolico aveva trovato a portata di handicap, più mezza bottiglia del mio Genepy.
L'altra metà l'aveva bevuta La c__ppa di Kombatt!Sardus, ma era perfettamente lucido: salito su una sedia, prese una coppa da una mensola e, aiutato da ATMB, ci versò dentro tutto lo schifo che era rimasto nei piatti e nei bicchieri.
"Marok, ne vuoi un po'?" mi disse, porgendomi la coppa.

Per curiosità annusai.
Non l'avessi mai fatto.
Mi misi seduto, perché dalla nausea mi girava la testa, e rimasi in coma per una decina buona di minuti... non avevo mai sentito una puzza così intensa e così abominevole a pochi centimetri da me... nemmeno quando avevo smesso di lavarmi perché tanto andavo tutti i giorni ad informatica.

Subito dopo, Sardus andò da Kombatt.
"Kombatt, ne vuoi un po'?" gli disse, porgendogli la coppa.
Kombatt strappò la coppa dalle mani di Sardus ed iniziò a bere.
Stavo male solo a guardarlo.

Kombatt insideKombatt bevve la coppa d'un fiato, senza fare una piega.
Poi uscì dalla porta.

Dopo un po' facemmo un salto fuori per vedere se fosse ancora vivo, lo trovammo in cima alla scala a pioli che cercava di bucare il soffitto a testate.
Perfetto.

"Kombatt, tutto a posto?"
"ASLDKJASKDJSAJD!"
"Ah ok..."

Prendemmo di peso la scala, con tanto di handicappato abbarbicato, e buttammo l'uno e l'altra nel cortile, con il contributo fondamentale di M__nuel, che, lucidissimo, iniziò a lottare con Kombatt sopra la ghiaia.

Fuori la nebbia era surreale, non riuscivamo nemmeno a vedere le nostre macchine, parcheggiate a neanche cinque metri dal porticato. E tutti gli handicappati si gettarono gli uni sugli altri ed iniziarono a rotolarsi nel cortile. Tutti rigorosamente maschi.
Ascolta Musicaperbambini, mi dicevano.
PiombinoKastrox.

Tornai nella casa e mi trovai a tu per tu con la devastazione.
Eravamo riusciti a sporcare ogni singolo metro quadro della casa, il pavimento era in uno stato indescrivibile, Kombatt outside il cesso era a livelli Trainspotting e Kombatt, non contento, aveva SBOCCATO nella coppa tutto quello che aveva bevuto.

Decidemmo di dividerci i compiti: le giovani donne avrebbero pulito l'intera casa, i giovani uomini avrebbero sporcato dove le giovani donne avevano appena pulito e poi sarebbero usciti a rotolarsi nella ghiaia.
Meraviglioso.

L'unico punto oscuro era legato alla soluzione finale della coppa.
Ormai era evidente che non saremmo mai più riusciti a pulirla, così Sardus pensò bene di rimetterla su, dove l'aveva trovata, con lo sbocco di Kombatt dentro.
Ormai ho un solo obiettivo nella mia vita: conoscere il padrone di casa.
Oltre, naturalmente, ad aggiungere Tozoo.

DESTINAZIONE DAICONAN

Quando il campanile scoccò i cinque, fatidici, rintocchi, capimmo che era giunta la nostra ora.
Io non persi tempo, ed immediatamente inviai l'sms "Buongiorno!" al Favone Grassone.
Gli altri decisero che era giunto il momento di prendere le macchine ed andare a distruggere casa Daiconan.

Le orgiobimbe si dissociarono e tornarono nelle loro case, portandosi dietro Mitch perché è handicappato.
"Se fate qualcosa domani chiamatemi!" disse Mitch.
"Traaaaaaaanquo!" fu la risposta.
Ci piace ricordarlo così.

Ok, ora occorreva solo distribuirci nel modo più razionale possibile per arrivare sani e salvi a casa Daiconan.
Una macchina la prese il più lucido: Kombatt.
Carnaio Un'altra la prese Daiconan, che era fuori quanto lui.
Scelsi la terza.
Al volante: Pierluigi.
Sembrava sobrio...

"Pierluigi, ma tu non sei arrivato in treno con ATMB?"
"Sì, perché?"
"E allora di chi cazzo è questa macchina?"
"Boh..."
Perfetto.

Arrivati a casa Daiconan, ci ammucchiammo in quella che era una taverna e venne prontamente ribattezzata "IL CARNAIO".
Eravamo una ventina, SOLO MASCHI.
Ascolta Musicaperbambini, mi dicevano.
PiombinoKastrox.

CASA DAICONAN - IL RISVEGLIO

Aprii gli occhi che era l'una. Daiconan aveva fatto in tempo a dormire mezz'ora, ad andare a scuola, a tornare, e nessuno di noi se n'era accorto.
Unica testimonianza della sua assenza un Buongiorno!bigliettino trovato sulla porta della cucina, abbellito da qualche leggera modifica apportata da una mano misteriosa.

Guardandomi intorno, realizzai che mi trovavo nel posto più sporco e schifoso in cui mai fossi stato in tutta la vita... forse a pari merito con l'aula di informatica all'ultima ora di lezione.

Nessuno di noi si era fatto una doccia né cambiato d'abito nelle ultime 24 ore, puzzavamo di alcool, di fumo, di unto e di schifo, ma nessuno si poneva il minimo problema: inutile lavarsi, tanto eravamo tutti maschi.

Fu allora che Daiconan scese di corsa le scale.
"Aiuto! - urlò - mi si è sputtanato il computer!!!"
Nella taverna non c'era NESSUN individuo che NON fosse Nerd, ma nessuno rispose: non c'erano neuroni attivi.
"Dai, se mi mettete a posto il computer vi faccio un bel regalo! Vi porto giù la mia sorella minorenne!!!"

Uollano non disse nulla.
Semplicemente si alzò, prese la valigia, andò in bagno e ci rimase chiuso un quarto d'ora. Ne uscì completamente trasformato, lavato e profumato, poi si diresse verso la Re Minore, che aveva appena sceso le scale, e le disse: "Piacere, Uollano!"
Fu una scena meravigliosa.

Usciti in strada, la luce finalmente si prese la sua rivincita: c'era un sole stupendo.
"Il giorno traveste di luce ogni cosa vivente, ma non toglie la paura dei fantasmi! Yeah! Oh, oh! Oh, oh, yeah!" diceva un cantante.
"La luce è puttana! Eh yee!" diceva un altro cantante.
"Ma Kombatt è uguale a Gabriele Paolini! - disse ATMB - quello del sito che mangia la merda!"
In effetti, viste le sue abitudini alimentari, la somiglianza c'era... anzi, stava iniziando a venirci fame.

Uscimmo fuori a caccia di Khriàdaizinih, trovammo la Jeppa e la MartinaMartina.
La Jeppa ci disse che conosceva un posto carino, poco lontano, che faceva prodotti tipici friulani.
"Si arriva in fretta, si mangia bene, costa poco, e per le tre abbiamo finito!"
"Boh... ok..."

La processione di macchine si avviò lentamente sulla statale e puntò dritta verso le montagne.

Uollano, Kombatt ed il sottoscritto avevamo scelto la macchina della Martina per ragioni filosoficoesistenziali: era bionda.
Poco importava che non sapesse dove stavamo andando.

"Ma... il locale è in montagna? - obbiettai - La Jeppa diceva che era vicino..."
"Ma sì, non sarà in montagna..."
"Ah ok..."

BUDOIA

Arrivati ai piedi della montagna, vedemmo un cartello: BUDOIA.
Kombatt esplose: "BUDOIA!!! Siamo a BUDOIA!!!"

Dopo le troie ed i jpeg, Budoia era la migliore invenzione che l'essere umano avesse mai realizzato.
M__nuel l'aveva scoperto Kombatt, e noi avevamo scoperto Kombatt grazie a Budoia: era l'unica parola che diceva quando stava in chat: "BUDOIA! BUDOIA". E si stupiva molto del fatto che noi non ridessimo.

M__nuelmobile Dopo parecchio tempo, avevamo capito che lui leggeva la scritta "from BUDOIA" sotto alle immagini porno quando si segava su Internet, perché i siti porno rilevavano il suo IP e Budoia era il paese di fianco al suo.

Kombatt, non avendo nemmeno lontanamente afferrato il meccanismo, era convinto che tutti leggessero BUDOIA su tutti i siti porno del web, e che quindi a Budoia, paese di tre case, ci fosse la più grande fabbrica di siti porno del mondo.

E noi ora c'eravamo!
E anche stavolta non avrei trombato.
PiombinoKastrox.

LO SPAZIO CHE ROMPE I COGLIONI

La strada iniziò ad arrampicarsi sul pendio della montagna.
"Ma allora il locale è in montagna?"
"Be'... ma non sarà mica in cima... - disse la MartinaMartina - dovremmo essere quasi arrivati!"

Per giunta c'era anche un traffico incredibile... era la montagna più affollata del mondo.
Quasi come Budoia, ma senza troie.

"Ci sarà da camminare per arrivare al locale?" chiesi.
"No, la Jeppa dice che la strada ci porta proprio lì davanti!"
"Ah ok..."

Pochi metri più in là, un posto di blocco dei carabinieri ci intimò l'alt.
L'ultima volta che mi era successo ero con SANFRU e KASTROX, su una macchina che risultava rubata, e stavano per portarci dentro. Ero ottimista.

"Che succede? - chiedemmo - C'è un incidente?"
"Ma no! - ci risposero - C'è il RALLY! La strada è chiusa!"
"Ah..."

Toh, ecco l´h__ndicap La Jeppa fece segno di mollare le macchine.
Iniziai a fiutare aria di pacco.
"Scusa Jeppa, ma quanto ne abbiamo prima di arrivare?"
"Ma poco!!! È là dietro!!!" rispose, indicando il cielo.
"Ah..."

Affrontammo la salita con fare sicuro.
"Be', almeno fa bello! - dissi - Pensa se c'era Grumo!"
"Chi è Grumo?"
"Grumo è uno che annulla la pheega e porta il tempo che rompe i coglioni!"
"Be', ma qua c'è Daiconan, che è l'opposto - osservò Don Diego - Infatti il tempo è bello, ma c'è LO SPAZIO che rompe i coglioni!"

Lo spazio che rompe i cogli__ni Il ragionamento non faceva una piega.
Trovava anche un grande riscontro nella nostra storia: ogni volta che c'era stata Daiconan avevamo sempre dovuto affrontare lo spazio che rompe i coglioni, perdipiù in assenza di mezzi di trasporto: gli 8 chilometri da fare a piedi a Senigallia, la casa in culo al mondo a Guastalla, il locale in culo al mondo alla SOKA...
Ok, ormai era ufficiale: Daiconan porta lo SPAZIO che rompe i coglioni.

Passammo il resto del tempo facendo a gara a chi riusciva a dipingere il finale più drammatico per la giornata. Alla fine, sommando le menti elette di @Don Diego, @ATMB e Uollano, riuscimmo ad elaborare uno scenario apocalittico in cui il locale era un casolare in cima alla montagna, era chiuso e saremmo rimasti bloccati là senza mangiare fino a notte inoltrata perché sull'unica strada per scendere c'era il rally.

Dopo mezz'ora di salita a piedi, constatammo che il locale era esattamente in cima alla montagna.
"Be', adesso però deve almeno essere chiuso..." ci dicemmo l'un l'altro, per prenderci per il culo.

Cavalletta La Jeppa bussò alla porta.
Venne fuori una tipa in vestaglia: "Che fate qua? Che volete?"
"Be'... mangiare..."
"OGGI? Ma oggi è chiuso! C'è il rally! Lo sanno tutti!!!"
"Ah..."
"Ma come diamine avete fatto a salire???"

Alla fine, dopo un po' di insistenza, la tizia ebbe pietà e decise di guadagnarsi un posto in paradiso ospitando un popolo di affamati, assetati ed handicappati ed offrendo loro un piatto di pasta, condito con un formaggio che la Jeppa cercò di spacciarci per un prodotto tipico, mentre era chiaramente stato comprato il giorno prima al supermercato.

Il M__nzo è servito!

JEPPA'S REVENGE

Il rally ebbe inizio verso le tre, e la strada, di fatto, divenne impraticabile: eravamo bloccati in cima al monte fino a data da destinarsi.
Il disegno si era compiuto.

Il più contento di tutti era M__nuel, che si appollaiò al balcone del locale a guardare le macchine che passavano, felice perché aveva trovato un valido pacco per non tornare a casa per cena.

Noi invece passammo il tempo a truccare Kombatt da Gabriele PaoliniGabriele Paolini. Fu un bel momento.

Ma sì, in fondo nessuno di noi aveva fretta, ad eccezione di due persone: la Jeppa e la Martina.
"Dai, scendiamo lo stesso, in qualche modo, anche se c'è il rally!!! Non possiamo stare qua!!!"

In altre circostanze, avrei seriamente temuto che due giovani donne sarebbero riuscite a convincere un'intera compagnia di maschi handicappati a buttarsi in un burrone perché loro dovevano arrivare a casa presto, per fortuna non era questo il caso: era la Jeppa ad averci condotto fin quassù, quindi aveva perso ogni sembianza di credibilità, non avrebbe più potuto fare danno... chi le avrebbe dato ascolto? Non c'era da preoccuparsi, insomma!

Così non mi preoccupai quando vidi la Jeppa e la Martina avvicinarsi alla padrona del locale.
"Noi dobbiamo scendere subito!!! - le dissero - Assolutamente!!! Ci sarà un'altra strada!!!"
La tizia le guardò fisse negli occhi: "Ma certo che c'è un'altra strada!!! C'è il BURRONE!!!"
Parlava con occhi spiritati, non riuscivo a distinguere quanto ci fosse e quanto ci facesse.
"Andate di qua, per i prati! - urlò - C'è il BURRONE, è comodo, arrivate in un attimo!!!"

Cavalletta Osservai la scena senza alcun timore, perché, sì, va be' che erano tutti handicappati, ma non fino al punto da buttarsi in un burrone per dar retta ad un'allucinata su consiglio della Jeppa... così, quando vidi la Jeppa e la Martina uscire e dirigersi verso il prato, rimasi tranquillo... nessuno le avrebbe seguite.

Poi, quando vidi che, uno ad uno, tutti gli altri le seguivano, pensai che di sicuro le stessero prendendo per il culo.

Certo, arrivati al prato si sarebbero fermati... no, be', vorranno andare un po' più avanti...

"Ohu, che cazzo fate?" urlai, quando erano puntini all'orizzonte.
"Scendiamo a valle, perché?"
"..."

Lo spazio che rompe i coglioni Mi incamminai per i prati con l'aria tranquilla e serena di chi pensa al culo che si sarebbero fatti gli inquirenti, qualche mese più tardi, a capire come cazzo avevano fatto un handicappato di Torino, uno di Milano, tre di Piacenza, due della Puglia ed un Sardo ad essere precipitati nello stesso punto di un burrone in culo al Friuli.

La cosa divertente è che non c'era un sentiero tracciato nè alcun punto di riferimento, solo recinti di filo spinato piazzati a casaccio chissàquandocazzo da chissàchìcazzo.

Quando fummo in mezzo al bosco, l'unica strategia di orientamento fu andare sempre in discesa. Tirai fuori il telefonino per chiamare elicottero, pompieri e Mazinga Z. Non prendeva. Perfetto.

JEPPA'S REVENGE

In un modo o nell'altro riuscimmo a raggiungere una viuzza che ci riportò alla strada principale, quella del rally.
Iniziammo a percorrerla a piedi, tanto se la morte non ci aveva colti fino ad allora voleva dire che ci schifava. Peraltro giustamente.

Dopo un quarto d'ora arrivammo al parcheggio, bloccato dai tizi fosforescenti del rally.
"Finché la gara non è finita non si esce!"
Quindi era stato tutto inutile: avessimo aspettato di sopra, sdraiati su un prato, sarebbe stato lo stesso.
Perfetto.

Per fortuna, dopo un po' di trattative riuscimmo a convincere i fosforescenti a chiudere un occhio e ci diedero l'ok per portare fuori il culo.
Non ci potevo credere: ce l'avevamo fatta!!!

La Jeppa ormai era diventata una figura leggendaria, che avrebbe popolato i nostri sogni fino alla milionesima generazione. Altrui.
Non avevamo mai passato una giornata così, ogni cosa faceva chiaramente parte di un disegno coerente, dall'inizio alla fine, ogni particolare era curato nel minimo dettaglio ed era meraviglioso, al punto che tutti, in coro, invocammo l'aiuto della Jeppa per organizzare ogni giorno della nostra vita.

Tirate fuori le macchine dal parcheggio, la Jeppa ci fece cenno di fermarci lungo la discesa per salutarci, perché lei al primo bivio avrebbe preso un'altra direzione.
Fu come salutare un artista al termine dell'opera migliore della sua lunga carriera. Persino M__nuel, il Manzo ed il Jeppo erano commossi... in tutta la loro vita non avevano mai visto niente di così sublime.

La Jeppa colpisce anc__ra! L'unica in controtendenza era la Martina.
"Perché ce l'avete tutti con la Jeppa? Siete dei bastardi! Non è colpa sua... è facile criticare quando..."
Un rumore assordante troncò il discorso della Martina.

Ci voltammo verso le macchine.
Una macchina.
Una macchina a caso.
La macchina della Jeppa.
Aveva appena avuto un incontro ravvicinato con un'altra macchina a caso.
La macchina della Martina.
La Jeppa aveva BOCCIATO CONTRO LA MACCHINA DELLA MARTINA!
Perché aveva posteggiato senza inserire la marcia!!!
Fantastico...

La Martina lasciò libero sfogo ad una sequela ininterrotta di parolacce, che tra l'altro in bocca ad una bionda sono molto sexy, poi si chiuse in macchina e partì.
La Jeppa aveva superato se stessa... era diventata la nostra eroina, in tutte le accezioni che tale termine può suggerire.
Era veramente un'artista e noi eravamo stati la sua materia prima.
Quanta poesia in tutto questo.

FANKULO

Uno spedito saluto a Budoia, un edito salto a casa Daiconan, un dito alto e medio a tutti e poi, ahimè, fu il tempo di ripartire.

Il treno del ritorno era molto meno psichedelico di quello dell'andata. I miei compagni di viaggio erano occhi chiusi, corpi raggomitolati ed anime intente a dipingere sogni, come quadri di un paradiso privo di città e di lunedì.
Il tempo e lo spazio, inflessibili, ben presto avrebbero riportato alla realtà la vita dei sognatori: in poche ore tutti sarebbero ritornati alle proprie case.
Tutti tranne uno: il sottoscritto.

Eh sì, il Milano-Torino delle 23:15 era dichiarato inesistente e sarei dovuto rimanere in stazione Centrale da solo tra tossici e finocchi a smanettarmi il cazzo, ospite dello spazio che rompe i coglioni.

Non avrei potuto immaginare un epilogo migliore per cotanta avventura... commosso, mi sedetti in un angolo della stazione e, fissando il nulla, pronunciai l'ultimo, inevitabile, vaffankulo.