MENU:

Marok.org > Cumpa > Archivio | Blog | Chi siamo | Disegni | Foto | Perle | Storie | Voci

LOADING...
Sei in: Marok.org > Cumpa > Storie > Percfest 2011 Capitolo 5




Capitolo 5 - TEMPO da GRUMI

Un boato mi fece alzare di scatto.
Vicino a me stava succedendo qualcosa di terribile, imprevedibile, disastroso, pericoloso... mi girai dall'altra parte con gli occhi ben chiusi, cercando di non vedere e non sentire, che in caso di emergenza è sempre la soluzione migliore, ma ormai ero sveglio.
O forse stavo sognando?
Aprii gli occhi e guardai il telefonino: erano le NOVE E MEZZA.

Urlai "MA PIOMBINOKASTROOOOOOOOX!!!", ma le mie corde vocali non erano ancora connesse e dalla mia cavità orale uscirono solo infrasuoni.

Aprii la porta e vidi Marta e Mariangela che ballavano, mentre il Compa suonava una PADELLA.
Li salutai associando animali a divinità e chiesi che cazzo ci facessero già in piedi.
Mi risposero che VOLEVANO ANDARE A VEDERE IL QI GONG!!!
Aléééééééééééééééééééé!!!
Tornai a dormire.
L'ORGANIZZAZIONE
Mi risvegliai alle undici, in preda al panico: quel mattino avrei dovuto cambiare stanza, perché da Bologna sarebbe arrivata pheega e da Milano sarebbe arrivato GRUMO!

Scesi alla reception con gli occhi ancora mezzi chiusi, muggii un saluto indefinito, la signora Corallo mi guardò con aria skifata e mi diede le chiavi della nuova stanza: la 11.
"La devo ancora pulire! - disse - Ma lei adesso esce, no?"

Grufolai che della pulizia della camera non me ne poteva fottere un cazzo, e tantomeno dei lebbrosi tisici impestati che ci avevano appena dormito/cagato/sboccato/sborrato girando, e che volevo fare una sola cosa: dormire.
Subito dopo, mi chiusi nella mia nuova stanza.
L'essenziale era che Choo NON sapesse nulla... mi dovevo ricordare di non scriverlo su Internet.
SKAGERRAK IS BACK
Mi risvegliai a mezzogiorno e mezza... finalmente, un'ora degna di questo nome.

La camera 11 era fica: il lettone era comodissimo e Tre stelledalla finestra si vedeva il "tre stelle" senza l'asse del cesso in cui avevo dormito fino a un paio d'anni prima, quando pagava il PercFest.

Era tempo di andare al cesso! Aprii la porta ed incrociai i nostri amici, che stavano rientrando.

Mi aspettavo molto da loro, ma la missione Qi Gong era miseramente fallita: quando erano arrivati in piazza, non c'era più un cazzo... ed era SALTATO anche il FITNESS... la prima volta che non ci ero andato! Avevo fatto bene a dormire.

Alle ore 13, vidi che le donne delle pulizie stavano ancora cercando di pulire la camera di SAAAAAKKOMAN da tutta la MERDA che avevo lasciato per GRUMO. Erano commoventi, ma il rumore dell'aspirapolvere mi dava un po' fastidio, così lasciai l'albergo per andare in spiaggia.
Fu una scelta saggia: fuori c'era la Come la musica morì GROENLAAANDIA, il vento era polare ed il mare sembrava lo SKAGERRAK.

Era venerdì 17 e stava arrivando GRUMO... perfetto.

Restare in spiaggia era una gara di resistenza umana, ma ognuno combatteva il freddo a modo suo: il Compa stava a torso nudo e torturava una chitarra; le giovani donne si arrotolavano nei loro asciugamani colorati e femminili; Rese mangiava, ininterrottamente. Tutto era pronto per il temporale delle ore 18, quando sarebbe arrivato il treno autistico dell'autistico GRUMO.

Alle ore 15, il freddo ebbe la meglio e ci rifugiammo al Galeone.
C'era silenzio, perché non si poteva più parlare né di informatica né di pheega, così parlammo del loro opposto: il PercFest.
A partire dall'edizione 2000.
Ebbene sì: al PercFest del 2000... Rese... C'ERA!
Stronzo... era uno dei più grandi rimpianti della mia vita.

"Anch'io sarei voluto andare a quel cazzo di PercFest... - dissi - Ma nel 2000 ero a Naja..."
Marta ci pensò un po' su... e poi chiese: "Dov'è Naja?"
Perfetto.
THE DONDIES
Alle ore 17, finalmente, la DondaIl mondo beve la mia spremuta di piselli si fece viva!
Aveva deciso di seguire il mio consiglio: avrebbe portato il Dondino e la sorellina al corso di Percussioni per Bambini!

Era un sogno che si realizzava: finalmente sarei riuscito a portare qualcosa dei Farinei dla Brigna al PercFest.

Il programma diceva che il corso era all'Anfiteatro, ma in realtà ogni giorno si teneva in un punto diverso del paese, rigorosamente segreto. Per chi non era ancora adepto, l'unico modo di conoscere la verità era chiedere a qualcuno che non fosse dello staff: la Donda chiese a me, io chiesi a Dado Sezzi, lui chiese a qualcun altro, ed alla fine scoprimmo che era tutto imboscato dietro al bastione saraceno... e la cosa mi rese felice, perché era Il Dondino vicino a Diversamente Mariasole, quindi nel 2006 c'era pheega.

In mezzo a gaaaaagni di quattro o cinque anni, la Dondina neonata si divertiva un casino, ma il Dondino si SKIFAVA, perché tutti gli altri erano handicappati, la maestra non gli faceva usare le sue bacchette e si lamentava quando rompeva i koglioni!

Convinsi la Donda a portarlo da Silveira e fu amore a prima vista: il Dondino rimase a bocca aperta e non si distrasse un attimo fino alla fine dello spettacolo! Gilson aveva trovato un nuovo discepolo ed io una nuova speranza: che rinascessero i Farinei 2.0.
La Donda ti vede La Dondina è felice Gilson vs pubblico rock Sorridi! Sei su marok.org! Trova la fava Un Compa un perché
L'ARRIVO DEL GRUMO
Non sapevo esattamente a che ora sarebbe arrivata Choo... quindi, per sicurezza, alle ore 17:30 fankulai i Dondies e ritornai in albergo per fare quello che fanno i maaaaaaski quando attendono visite femminili: una doccia.

Il nostro piano era composto da cinque stanze: la nuova doppia mia e di Choo, la doppia di Rese e Marta, la doppia di Mariangela e del Compa, la singola di SAAAAKKOMAN in cui avrebbe dormito GRUMO e poi un'altra, misteriosa, che speravo rimanesse VUOTA... così avremmo fatto il piano delle fave!!!

Invece, la signora Corallo mi rivelò che la camera mancante si era appena riempita... c'erano SILVESTRI e RUGGERI!
Sarebbe stata una bella recensione.

Terminai di asciugarmi i peli del cazzo alle ore 18:45, tutto il mio corpo era profumato e pronto per accogliere la pheega! Ed arrivò GRUMOGRUMO.
Mi ero lavato per niente... fankulo.

L'autistico era in gran forma: era partito direttamente da LAVORO ed aveva attraversato MEZZA MILANO prima di accorgersi di avere dimenticato in ufficio LA VALIGIA.
Così era dovuto tornare indietro, implorando i colleghi per PIETÀ di SCENDERE con la sua roba e venirgli incontro!
Però alla fine era riuscito comunque a prendere il treno: era la prova che il PercFest era accessibile agli handicappati.
QUELLI CHE ASPETTANO (LA PHEEGA)
Alle sette della sera eravamo già nel budello, ma fummo rallentati da una persona I frutti del jazz a caso: Giorgio Palombino.

"Marok! Mi hanno riparato il computer! Mi dai l'hard disk con le foto?"

Era LA PRIMA VOLTA che non ce l'avevo dietro!
Un vero amico sarebbe tornato in albergo a prenderlo, così andai in piazza, occupai tre posti in seconda fila e me ne andai affankulo da Zazà per mangiare un panino, raccontare a GRUMO del GABBIANO che si era IMPICCATO pur di non vedere il PercFest, ed assistere da posizione privilegiata alla catastrofe... per gli amici, Drum Circle.

Alle ore 20:25 andai a sedermi al MIO posto I frutti del jazz ed una bionda cagacazzo disse che UNO dei tre posti, che avevo GIÀ PRESO IO un'ora e mezza prima, ADESSO era RISERVATO.
Era lo SPREGIO!

Per trovare altre tre sedie vicine, andammo affankulo IN FONDO alla piazza... ed eravamo là dalle SETTE!
PiombinoKastrox.

Alle ore 20:45 lasciai GRUMO a presidiare i posti e andai all'Albatros a prendere l'unica cosa che non si trova da Zazà, cioè il caffé. Era stata Choo a farmi prendere quel vizio... ricordatevelo, quando passerò all'eroina!

Neanche a farlo apposta, la bella Choo apparve proprio là, vicino al caffé... SBORROoOoOoOoOoOoOoOoOoOH!!!
Era ora di rendere divertente questo venerdì 17... era tempo di tornare da GRUMO.
JAZZ
Al nostro ritorno in piazza, la semifinale del concorso era terminata, ma eravamo ancora in tempo per il primo gruppo: JADE VISION TRIO, composto da Furio Di CastriFurio Di Castri (contrabbasso), Dado Moroni (piano), Enzo Zirilli (batteria).
Bravi, ma un po' soporiferi.

Alle ore 22:30, salì sul palco il secondo gruppo, "URAGANO ELIS", con Barbara Casini (voce e percussioni), Luca Begonia (trombone), Paolo Maffi (sax tenore e alto), Roberto Taufic (chitarra), Bruno Cesselli (pianoforte), Raffaello Pareti (contrabbasso), Francesco Petreni (batteria), Paolo Silvestri (arrangiamenti e Uragano Elis direzione) e Giampiero Lobello (tromba).

"So già che cosa scriverai!" disse GRUMO.
"Nah... - risposi - Ho abbandonato da anni questo facile umorismo... e comunque..."
In coro: "BEATO LUI!"
La gente intorno invocò il silenzio, ma fu vano: eravamo fave.

L'ottetto, comunque, era molto trascinante, ma aveva effetti collaterali strani: alle ore 23, si materializzò alle nostre spalle una creatura misteriosa e pronunciò una frase inquietante: "C'è posto?"
Era la Ferilli, finalmente senza gaaaaaagni!

Da allora, fummo 4 culi divisi in 3 posti.
Però handicappati.
Il futuro era in 16:9, tantovaleva abituarsi.
Jam da Sirò LA FERILLI E LE FAVE
A mezzanotte il concerto era già terminato, così portai gli handicappati da Sirò, perché dovevo continuare il giro delle birre artigianali.
Quella sera, ordinai una "Pyraser", che è una birra scura... e la conseguenza è facilmente immaginabile: 883 a palla.

"À me piacciono le birre scure e le moto dà Geims Diiiiiiiin...".

Quando sono con GRUMO e Choo è sempre così: la gioventù viene fuori.

"Da mercòledi non ti si vede piùùùùùùù"
"Pedalare I cazzi tuooooooi!"

E la Ferilli, skifata, disse: "Ma cos'è sta roba?"

All'inizio, pensavamo che ci prendesse per il culo... poi abbiamo continuato a cantarle il PEGGIO della discografia degli 883 e lei davvero sembrava non conoscere NIENTE!

"Dai - disse la Ferilli - adesso mi dovete dire chi sonoooooooooooo!"
Jam da Sirò Le risposi: "ocio ocio tres".
"Bah... - rispose - mai sentiti nominare. Comunque, certo che fanno veramente cagare. Sembrano gli 883!"

La guardammo in faccia, perché sembrava IMPOSSIBILE che non ci stesse prendendo per il culo... invece era seria. Fantastico.

La jam iniziò verso mezzanotte e mezza, e la Ferilli uscì nel dehors: doveva fumare, perché è donna ed è veeeeeekkia.
Mentre era fuori, DA SOLA, facemmo la conta di maaaaski che fumavano sigarette nella Cumpa... ed erano solo tre: Pasquale, Meemmow e KASTROX.
E poi c'era SANFRU, che fumava quando vedeva pheega.

"Minchia! - commentai - Nella Cumpa, i maaaaski che fumano sono ancora MENO DI QUELLI CHE GUIDANO LA MACCHINA!"

Choo si alzò ed uscì nel dehors, ufficialmente per non lasciare la Ferilli da sola.

Da oltre il vetro, vidi che stavano discutendo animatamente. Un maaaaaskio con un minimo di raziocinio se ne sarebbe stato alla larga... quindi mi precipitai fuori per sentire quello che si stavano dicendo!
Con in mano un bicchiere pieno.

"E insomma! - disse la Ferilli - Jam da Sirò L'omo ha da esse omo! E un uomo che NEMMENO guida la macchina è veramente SFIGATO!"
"Ah... - commentai - Anche secondo me!"
E poi tirai fuori l'alcool: il dottor Marok risolve.

E così, mentre la giusta gradazione badava alla bella Choo, che mi guardava e rideva, tutto il resto della serata fu un meraviglioso monologo della Ferilli che "ma tu ce l'hai la patente? Ma allora, se ci hai la patente, perché non guidi? E perché non te la compri, una macchina? E neanche la moto? Ma la sera quando esci come fai? E le donne? Non ti mandano affankulo?".

Era bella, perché faceva parte di quel piccolo mondo antico che riusciva ancora a stupirsi... che ancora mi guardava e mi chiedeva... "perché?!"

All'una e mezza, la jam era terminata: notte dopo notte, durava sempre meno... e probabilmente il culo di qualcuno era sempre più APERTO.

E va be', andammo a recuperare l'autistico GRUMO ed accompagnammo la Ferilli alla macchina.
LA CONFERMA
Anche stasera, la Ferilli aveva parcheggiato davanti alla chiesa ed anche Jam da Sirò stasera si era PERSA, perché non riusciva a ricostruire il percorso che faceva all'andata e NON accettava di fare altre strade.
"Cazzo, Ferilli! - dissi - Hai la macchina davanti alla CHIESA più ALTA di Laigueglia, il campanile si vede da OGNI angolazione, basta che GUARDI, non puoi non trovarla!"
"No, adesso voglio trovare la via che ho fatto all'andata, se no mi incazzo! Era una via tutta dritta, proprio qua!"
Niente di grave: era donna.

Ci divertimmo a seguire la Ferilli che cercava una fantomatica via dritta che portava alla chiesa, mentre Choo, che aveva bevuto il giusto, ci guardava e rideva.

Poi, terminato il giro turistico, andammo al parcheggio della Ferilli, che commentava: "Ma non era questa la strada! Non valeeeeee!"
"Se voterai per me - dissi - Ti farò costruire la via dritta che Jam da Sirò andrà dal parcheggio a dove vorrai!"
"Però prima farai fermare i treni a Laigueglia!" aggiunse Grumo.
"Nah... - risposi - i treni li prendono solo gli sfigaaaati!"
"POTAAAA! TRENT'ANNIIII! MACCHINAAAAAA!!!"

La Ferilli guardò GRUMO, ci pensò un po' su e poi disse: "Beh... GRUMO... avrai tanti difetti, ma almeno GUIDI!"
Era seria.

Per qualche istante fu il GELO, poi GRUMO, con la massima tranquillità rispose: "No, non guido..."

E la Ferilli: "Beh, almeno avrai la patente..."
E GRUMO: "NØ!"

A quel punto, la Ferilli rimase senza parole, salì in macchina e se ne andò.
Era praticamente ovvio che non l'avremmo rivista mai più.
IL LUCCHETTO DELL'AMORE
Tornati nel budello, girammo a destra, destinazione Albatros.
C'era ancora parecchia gioventù in strada, ma io ero superiore a queste cose: come tutti sapete, da anni avevo smesso di guardare la pheega.

Tra tutte le ragazzine, la mia preferita era una che stava un po' in disparte e cercava di scassinare per gioco il lucchetto di un'inferriata bianca che proteggeva una vetrina.
La cosa andava per le lunghe, perché la natura l'aveva creata handicappata, così ci fermammo lì un po' a goderci lo spettacolo... finché il suo rilevatore di VEEEEKKI si illuminò, lei si accorse che la stavamo guardando e scappò dalle amichette urlettando, come se niente fosse successo.

Fissai quel lucchetto con ammirazione: era superiore alla razza umana, perché era in grado di resistere alla pheega... poi arrivò il suo opposto, una VEEEEEEEEKKIA. Mi si avvicinò, mi guardò e mi disse: "Va' più avanti! Quello che cerchi non è qui! E io a te TI CONOSCO!!!"

Aveva gli occhi spiritati, come se avesse visto il demonio... e dire che è difficile vederci bene, a quell'età.
Comunque, prima che avessi il tempo di rispondere qualunque cosa, sparì nel nulla, così come dal nulla era arrivata.

"Ma perché??? - disse la giovane Choo - Perché non l'hai MANDATA AFFANKULO???"

A volte mi piacerebbe essere come vorrebbe il mio pubblico... e quel "fankulo", che non avevo fatto in tempo a pronunciare, rimase là, sospeso a mezz'aria.

Se vi capiterà di venire a Laigueglia e saprete guardare con il cuore, lo troverete ancora: è là, nel budello, a giocare con i gabbiani, e resterà là per sempre, finché la stessa veeeeeekkia che l'ha generato non tornerà sui suoi passi, per spezzare l'incantesimo, e gli permetterà di riposare in pace.

Intanto, arrivammo all'Albatros che si erano fatte le due.
Stavano ancora suonando, c'era ancora vita e la bella Choo aveva... faaameeeee!
Quindi, noi due ce ne andammo al Mayflower e GRUMO se ne andò a dormire.
AFTER
Il dehors del nuovo nuovo Mayflower ci accolse a braccia aperte, finalmente il locale stava tornando a risvegliarsi: non eravamo gli unici clienti, il resto era grasso che cola.

Mentre Choo si deliziava con mozzarelline impanate e caipirissima, io ordinai una modesta piñacolada.

"Posso assaggiare?" chiese Choo.
"Ma certo!"

La giovane donna tirò su una sorsata, mi guardò, guardò il bicchiere, mi riguardò e disse: "Hai gusti da DOOOOOOOOONNA!"
Le guardai le tette e risposi: "Sono lesbica!"
"Fai SKIFO!"
"Lo so - spiegai - me lo dicono tutte!"

Prima che la giovane Choo facesse in tempo ad alzarsi, avevo già ordinato altro alcool... il dottor Marok risolve. Sempre!

Verso le tre, ritornammo all'Albatros, appena in tempo per sentire gli applausi: la jam era terminata.
Non rimaneva che farci un giro in spiaggia, perché era illegale.

Pochi ne sono consapevoli, ma, per volere dei VEEEEEKKI, in Liguria sono nate leggi per impedire alla gente di andare in spiaggia di notte (che vuol dire dopo le 19).
I sovversivi comunisti drogati, però, avevano fatto ricorso... facendo notare che per legge sono pubblici CINQUE METRI di spiaggia a partire da dove inizia il mare, e che quindi TUTTI gli stabilimenti della Liguria erano fuori norma.
Alla fine era stato raggiunto un accordo: in Liguria di notte SI POTEVA CAMMINARE IN SPIAGGIA, MA NON FERMARSI.
Ovviamente se ne fottevano tutti, così i veeeeekki mandavano gli SFIGAAAAAATI con la pila, che non avevano il potere di fare multe, né di cacciare la gente a forza, ma si divertivano a rompere i coglioni.

Le uniche "zone franche" erano quelle che sporgevano dalla spiaggia verso il mare.
Una era il molo, ed era ostaggio delle RUSPE. Un'altra era il piccolo promontorio di fronte al vecchio "tre stelle", che era ancora là, in tutta la sua bellezza.

Appollaiati sugli ultimi sassi, un giovane uomo ed una giovane donna rendevano piacevole l'attesa dell'alba... solo che stavolta non eravamo noi. Come un istante déjà vu, ombra della gioventù, anche quest'anno arrivò uno SFIGAAAAAATO a puntargli la pila, loro non se l'incularono neanche di striscio, lui non aveva cazzi di camminare sui sassi per andare a rompere i coglioni e tirò dritto, borbottando qualcosa contro il suo lavoro di merda.

Pur di non incontrare lo SFIGAAAAATO, lo circumnavigammo dall'alto... e lo ribeccammo dall'altra parte.
Era uno dei peggiori: non era cattivo, ma si sentiva solo e cercava qualcuno con cui parlare.
PiombinoKastrox.

Lo SFIGAAAAATO iniziò a sparare le sue stronzate, che ci si può passare, in spiaggia, ma non fermarsi sulle sdraio, che poi i bambini trovano i goldoni, che bisogna comportarsi bene... e poi, alla fine di tutta la paternale, BUTTÒ UNA SIGARETTA IN MARE.

La bella Choo lo guardò di brùtto brùtto... ed io, per il resto della serata, mi sarei dovuto ascoltare una meravigliosa lezione sul mancato biodegrado delle sigarette e sul terribile degrado delle acque... se non altro, il suono della voce non era male.

Alle quattro, la natura decise di porre fine alle nostre sofferenze, perché si alzò Lettone un vento freddo diversamente sostenibile, che ci convinse a fottercene dell'alba e ritornare in albergo.

Finalmente il mio lettone aveva un bell'aspetto: per metà era ostaggio di abiti femminili, ed era la mia metà.
La vita aveva il suo perché.

Posai il telefono che erano le quattro e mezza... troppo presto per mandare l'sms di "Buongiorno!" al Favone Grassone, ma ancora in tempo per mandarvi tutti quanti gratuitamente affankulo.