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La Biba Band a Massa - 6/8/2001
Ero ancora inebriato dalle magiche atmosfere di Laigueglia, quando notai sul sito del nostro amico coglione un'imminente esibizione della Biba a Massa. Fu allora che mi furono chiari due dei punti cardine della mia vita:
  1. la Biba era la mia droga
  2. ero in astinenza.
Convincere altre fave alla trasfertona non fu difficile, ma... dove avremmo dormito?

"C'è anche la Cicalona?" chiese Rese
"Uhm... sì... probabilmente..."

Sono risposte come queste che fanno spuntare dal nulla un'accogliente dimora a San Rocco di Camogli - "Tranquilli, è a mezz'ora di macchina da Massa!" - pronta per ospitare anche l'intero fave club, se necessario.

"Ma sì, venite in quanti volete, a casa mia c'è posto, tanto posto!!! C'è la Cicalona, vero?"

E così, quella mattina mi ritrovai in treno, appuntamento a Viareggio con le fave etrusche.
Tutto era scandito da un'impeccabile precisione cronometrica, coadiuvata dai più potenti mezzi della moderna tecnologia: treno in ritardo angosciante e telefonini drammaticamente spenti.
Fu un vero miracolo se ci beccammo alla stazione, giusto in tempo per la coincidenza per Massa dove ci avrebbero aspettato l'autoctono Manu, Rese, JJ, la Churra e la delegazione Capitolina al gran completo: Duccio, Leesa e Betlemme.

"E la Cicalona?"
"Non sta bene, è rimasta a Roma!"


Iniziammo a fare pronostici sull'ora del suicidio di Rese, è un buon diversivo mentre si vaga per una città in stato di semincoscienza. Finché, alle tre e mezza, qualcuno di noi non azzardò che forse era il caso di mangiare qualcosa.

Tutti i locali mangerecci erano tragicamente chiusi (a Massa, Tutta salute!bere e nutrirsi di pomeriggio è peccato), tutti tranne uno, nascosto dentro a una galleria.

I primi oggetti classificati come commestibili ci vennero finalmente serviti verso le quattro e mezza... e, puntuale, squillò il telefonino.
Non poteva che essere lui: Sanfru.

"Ciao Sanfru, sì stasera vediamo la Biba, no non ho cassette porno, sì c'è anche Leesa ma se la vuoi devi pagare, no non ho la cassetta con Moana, sì domani ci vediamo a Rapallo ma non so a che ora, no nemmeno quella con Selen, sì domani c'è anche Leesa ma, se la vuoi, devi pagare, ok a domani ciao!"

Con la poltiglia che pogava nel nostro intestino, fu la disperazione a guidarci verso quella che credevamo essere la piazza del concerto, e fu il caso a farci incontrare Faso.

"No, il concerto non è in piazza, è nel cortile del palazzo comunale... ma... che ci fate qua a quest'ora???"

L'assenza di qualunque tipo di risposta razionale ci convinse ad emigrare verso altri lidi, e Manu ci chiese se volessimo fare un salto a casa sua, che era "subito lì dietro".
"Ah, andiamo a piedi?"
"Mmmm... forse è meglio prendere la macchina..."


Poco dopo, ci ritrovammo erranti su una strada di montagna, con l'auto che shakerava liquami sui resti delle nostre budella e il pianeta Terra che si faceva sempre più piccolo, da qualche parte, lì sotto.

"Manu! Manca ancora molto?"
"No, siamo quasi arrivati!"


E fu solo una volta arrivati in cima a un cucuzzolo che Manu ci fece segno: "Casa!!!".

Varcare quel cancello fu come approdare in un universo parallelo attraverso uno stargate.
Quella che Manu chiamava "casa" era una villa stile Hollywood con una vista che spaziava dal golfo di La Spezia alle Apuane, circondata a perdita d'occhio da vigneti e colline.

"Se volete potete dormire qua stanotte! - ci disse Manu - Tanto, posto ce ne dovrebbe essere!"

Dopo avere formulato regolare richiesta di adozione presso casa Manu, ci accorgemmo che si erano fatte le sette e, seppur malvolentieri, ci vedemmo costretti a lasciare la casa dei nostri sogni e fiondarci in paese.

Grazie all'intercessione del mitico Elione, riuscimmo ancora a contemplare uno strascico di soundcheck.
Intanto, il cortile del palazzo comunale si rivelava molto caratteristico ma anche molto piccolo, ci chiedevamo come avrebbe fatto a starci un minimo di pubblico e ci rispondevamo: "Cazzo ce ne fotte, noi siamo già dentro!"
"Ok, ora dovete uscire!"


L'aveva detto uno di quelli grossi, mutismo e rassegnazione.

"I ceffi della sicurezza sono sempre simpatici come una trave nel deretano!" ci diceva l'amico Betlemme mentre procedevamo verso l'uscita ritrovandoci felicemente in fondo alla coda.
Per fortuna, il santo protettore dell'handicap ci diede una mano e, in un modo o nell'altro, ci aggiudicammo dei posti non troppo sfigati, attendendo festosi l'inizio del concerto.

La prestigiosa Scalettascaletta si rivelò molto simile a quella di Laigueglia: anche stasera, inizio strumentale con "Victims of the groove" e "Rockin' in Bibas".

"Ed ecco a voi la Biba Band! - esclamò il grande Elione - Un consesso di artisti quali il bassista di Battiato, il batterista di Paola e Chiara, l'arrangiatore dei Ricchi e Poveri e... c'è anche una grande cantante che è... la voce... degli... Articolo 31!!!"

Un po' imbarazzata da tale e tanta presentazione, l'ottima Paola Folli interpretò magistralmente "Can It Be Done", accompagnata all'armonica da Alberto Borsari; nel mentre, davanti alla prima fila, una vecchia ubriaca ballava in preda all'Alzheimer.

"Pubblico vip nelle prime file - osserva Elio indicandola - ecco qua le autorità: il prefetto!"

E, tra gli applausi, partiva la bellissima "Confians", splendida la voce di Paola Folli.

"Capite adesso perché gli Articolo 31 riescono a vendere i dischi!"

Il brusio della folla venne presto placato dall'elvetico Christian Meyer, che prontamente attaccò "Man in a Green Shirt", accompagnato alla tromba da Massimo Greco.
Fu un trambusto alle nostre spalle a lasciarci intuire che era arrivato un ospite Vip: trattavasi niente cacca di meno che del presidente dell'Inter Moratti, che si era seduto proprio dietro di noi.
Per fortuna, lo invitarono a spostarsi per guardare il concerto da postazione elevata, placando i deficienti tritolapalle e consentendo al pubblico non animale di godersi il concerto.

Seguiva "No Mercy For Me", una delle preferite del giovane Marok.

"I weather report sono un gruppo di jazz bello! - esclamò Elio - Daniele Comoglio e Ambrogio Frigerio ai fiati: siamo pirla ma facciamo grande musica anche se... in playback!!!"

E non appena qualche ignaro del pubblico borbottò: "Ma 'sti qua saran veramente in playback?", fu il momento di due brani strumentali, ovvero "Volcano for Hire" e "Three Views of a Secret", ottima performance di Faso e Vittorio Cosma.

"Pensate che spreco - sentenziava Elio, indicando il buon Victor - quest'uomo è costretto a suonare con i Ricchi e Poveri... quanta arte viene compressa e buttata via in Italia! Ma ora un applauso anche alla signora in prima fila, sindaco!"

"Siete fortissimi!" urlò la squilibrata, dando il via alla bellissima "Black Water", chitarrata dal grande Bebo Ferra, e al brano di Jaco Pastorius "Come On Come Over".
"L'avrebbe dovuta cantare Alex Baroni, ma è assente!"
"Porca vacca!"
commentò ad alta voce la vecchia pazza.
"Ma non si preoccupi, signor sindaco! - rassicurò Elio - Ce la canterà Roby Conti!"

E il duetto Roby Conti e Paola Folli fu da paura.

"Non sottovalutate più in futuro la potenza di Paola Folli, quando sentite alla tele gli Articolo 31! È una cantante con gli attributi!!!"
"Poi ce le paga tutte!"
rispondeva la povera Paola, comprensibilmente imbarazzata.

Fu quindi il momento dell'ultimo pezzo: "Carnavalito".
Grandioso l'assolo introduttivo di percussioni con Christian Meyer e Marco Fadda, ma fu solo nel finale che apparve la vera star della serata: l'artista completo MC Mangoni! Suo compito ricordare i nomi di tutti i musicisti, occupandosi anche della promozione commerciale. "...e tra poco dovrete comprare il disco della Biba Band!!!"

Se si decidessero a farlo uscire.

Quindi, sfoggiando infinita superiore saggezza, Mangoni vigila!Mangoni si assopì dietro a una colonna, mentre tutti gli altri andarono via.
Ebbene sì, come a Campione, nessuno richiese il bis.

In compenso, Betlemme esibì davanti a Faso un articolo di giornale in cui si preannunciava la scaletta dell'indomani a Rapallo: "John Holmes", "Servi della Gleba" e il "Vitello dai piedi di balsa". Tutti brani che gli Elii non eseguivano dal 99.

"Studierò quei pezzi apposta per loro!" rispose Faso compiaciuto, allontanandosi verso il nulla.

E anche quella sera, giunse per noi il momento degli addii e del trascinamento della famelica Churra verso il più vicino "sforna bomboloni" locale.

L'inevitabile epilogo della serata non poteva che vederci interamente imbrattati di crema (soprattutto il buon Rese, che era uno spettacolo), pronti per okkupare casa Manu, dove avremmo passato la notte assaporando i piaceri dei vigneti, delle piantagioni e degli effetti sonori della Churra, i meravigliosi rutti femminili a comando, con cui scandiva il silenzio della notte.

Prima dell'alba, però, anche lei si arrese, e tutti abbassammo lentamente le palpebre, fissando l'enorme trave che svettava sulle nostre teste e preparandoci per l'indomani: ci aspettava la missione Rapallo!